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La Fiaschetteria Via Bersano, 59/Bis - Loc. Bersano - Besenzone (PC) Tel: 0523-830444 Aperto: Solo alla sera e Domenica a pranzo Chiuso: Lunedì e Martedì Data recensione: 05/2007 Una stella Michelin, se non vado errata la cucina di Patrizia Dadomo la possiede a tutt'oggi. E finalmente una stella a mio avviso sensata. E' una casa padronale di campagna ristrutturata in chiave moderna, elegante con il soffitto a volta color avorio ed arredamento minimal, bello l'effetto dell'ampia finestra che fornisce molta luce, ho trovato davvero piacevole l'ambientazione, finalmente differente dalla solita pietra a vista e molto più originale. Il primo benvenuto della casa arriva immediatamente, due piccoli cucchiaini di ceramica con lenticchie e cotechino e due piccole spume di tonno. Divertente, il tonno mi ha sorpreso molto visto che a parte quello fresco, pare ormai bandito dalle cucine griffate, quindi inusuale come proposta e debbo dire molto gradevole. Sulla tavola è presente il pane, in ciotolina d'argento, pane semplice nostrano, tipo comune-emiliano, molto saporito ed un piattino con un disco sopraffino di bianchissimo burro di qualità eccelsa. L'immersione nel vasto menù ci porta più verso la carta rispetto alla proposta degustazione, seppure questa sia molto ampia: due antipasti, due assaggi di primi e presenta varie combinazioni possibili sul secondo piatto, fra cui segnalo la presenza delle lumache, fino ad arrivare alle scaglie di Parmigiano Reggiano, dolce e caffè incluso, la proposta non è soggetta a variazioni e vale per tutti i componenti del tavolo, sul prezzo, non sono certa, perchè il menù femminile era senza prezzi (uff..), direi sui 55-57? grosso modo. L'amouse bouche che arriva inizialmente è un trito di vitello con olio e piccole verdure a formare un rimando alla salsa verde, molto gustoso, comincio subito ad esser conquistata dalla tradizionalità portata avanti da questo locale che riesce ad esser al contempo non scontato o standard, un equilibio, quello fra tradizione ed originalità, certamente non facile da mantenere. La qualità della carne era eccellente battuta finissima e cotta appena, quanto basta. Antipasti: - Noci di cappasanta saltate all'aroma di rosmarino, con crema di piselli, aceto balsamico di Modena "il Tondo 25 anni", l'aceto faceva la sua parte giustamente discreta e non invasiva, visto che si poteva anche non coinvolgere nella degustazione di una cappasanta cotta a regola d'arte, rosolata come deve essere, con l'interno morbido e sugoso, ed un sapore intenso quasi sorprendente. Perfetto l'abbinamento con la crema di piselli rispettosa della delicatezza del mollusco e perfetta dunque la discrezionalità del balsamico. - Composizione di bollito con lingua di manzo salmistrata e testina di vitello, rosolate in tegame con salsa d'olio extravergine, capperi di Pantelleria e prezzemolo su letto di verdure fresche. Eccellente, cottura sapore e condimento della carne perfettamente dosato, la verdura e le fragole di contorno a "sgrassare" e pulire il boccone, resettando il palato per il secondo assaggio. La mia indecisione con una terrina di fegato grasso d'oca con fragole marinate è stata enorme ma ha vinto la lingua salmistrata per la sua più difficile reperibilità e sono stata ampiamente appagata dalla scelta. - Caramelle con ripieno di brasato di manzo tradizionale "muscolo, verdure, vino rosso barbera", condimento di crema con tartufo bianco e parmigiano reggiano. Un ripieno fondente non coperto dal condimento, che non ne omogenizzava salsando ed attutendone il sapore, il tutto risultava perfettamente equilibrato con sapori distinguibili e precisi. - Batù d'oca "antico metodo contadino per conservare ed ammorbidire la carne delle oche vecchie da piumino" con marmellata di peperoni dolci. Eccellente il batù, una cottura simile al ben noto confit, un po' prive di scopo e mordente le verdurine a contorno, molto interessante la marmellata di peperoni anche se in quantitativo da decorazione piatto più che da accompagnamento effettivo. La morbidezza della carne ed il suo sapore erano davvero notevoli. - Coscia di coniglio in casseruola all'arancia e cognac. Mi sono dovuta ricredere sull'abbiamento arancia-pomodoro di cui ero accesa detrattrice, se privi di acidità posson dar luogo ad un matrimonio passionale. Cottura della carne magistrale e ottima qualità della stessa, il coniglio è un animale difficile a riguardo. - Agnello di Zeri al forno con vino bianco, piccole verdure e contorno di taccole al pomodoro. Ottimo, la cottura al forno è la più delicata sia per agnello che per il coniglio, solo una mano esperta riesce a tirarne fuori qualcosa di davvero notevole, a riguardo sono sempre stata convinta che la nostra tradizione sia da dimenticare più che da conservare almeno per la media delle cucine casalinghe e trattorie. L'agnello di Zeri era la prima volta che lo assaggiavo, proviene da questo paesino in provincia di Massa-Carrara, dalla pecora denominata appunto "Zerasca" i cui allevatori si sono riuniti in consorzio, e vengono allevate in uno stato semi-brado, credo sia in attesa di DOP. - Il pre-dessert è un gelato di vaniglia apprezzatissimo, sia come quanitativo che come proposta perchè ho il "difetto" di necessitare di qualcosa di fresco ed al cucchiaio per accomodare il palato dopo due piatti di carne e la mia digestione, personalmente ringrazia di cuore. - Semifreddo della nostra tradizione, con mandorle tostate e crema al caffè. - Gelatina di fragole con composta di albicocche e crema alla vaniglia. Ottima, con un perfetto rapposto fra la crema e la gelatina, fresco e non troppo dolce, con il sapore ancora netto e profumato delle fragole, perfetto. La piccola pasticceria viene portata su una leziosa e simpaticissima alzata con due piccole porzioni di crema pasticcera con cui acocmpagnare i semplici biscottini. Simpatiche anche le tazzien da caffè trasparenti. Un posto che a mio avviso merita. Da segnalate la correttezza di assenza della voce "coperto" dal conto. Sui 65? a persona. Ruggine |