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Antica Trattoria Monte Costone
Via IV Novembre, 10 - 21020 Galliate Lombardo (VA)
Tel: 0332.947104
Chiuso: Martedì
Data recenzione: 05/2007


Premessa N1

Questo post compare senza pubblicazione di immagini.
Quando ho fotografato l'antipasto lo chef Ilario Vinciguerra è uscito
dalla cucina dicendomi che se le foto erano a scopo personale non c'erano
problemi affinché fotografasi le pietanze ma se le foto servivano per
esser pubblicate in internet non era consentito fotografare i piatti visto
che in precedenza alcune foto delle sue creazioni erano state pubblicate
senza che gli venisse chiesta l'autorizzazione. Quindi, senza fiatare o stare
inutilmente a giustificarmi, ho riposto la digitale nel taschino della giacca,
limitandomi ad esclamare: "perfetto, siamo a posto così, nessun problema".
Questa premessa ritengo che sia doverosa solo per evitare inutili commenti
sulla mancanza delle foto dei piatti ne vuole significare che un post di
un ristorante senza immagini, sia meno interessante di altri di cui ho
avuto modo di pubblicare le fotografie della mia esperienza gastronomica.

Premessa N2

Proprio ieri parlando con Luigi Cremona, noto divoratore di molecole
gastronomiche, mi esortava ad essere più cattivo nelle recensioni dei
ristoranti che pubblico perché si ha l'impressione che mi trovi bene in
qualsiasi ristorante vada, nonché ritiene che se movessi di tanto in tanto
qualche critica sarebbe più interessante e divertente, soprattutto per la
mia capacità di argomentare quello che non condivido. In realtà non è proprio così.
Io fotografo sempre quello che mangio ma non sempre pubblico schede sui
ristoranti che frequento, soprattutto quando mangio male e ritengo che
della cucina di un ristorante non ci sia nulla da raccontare.
Non mi interessa parlar male dei ristoranti preferisco consigliare locali
in cui ho avuto delle piacevoli esperienze.

Non so se ricordate la rivista Grand Gourmet, la filosofia di quel
bimestrale era proprio quella di proporre solo ristoranti di livello e in
quella pubblicazione Luigi Cremona teneva una rubrica dal titolo: Le
promesse gli emergenti. Di certo non consigliava ristoranti in cui non
credeva. Naturalmente non ho la stessa esperienza di Cremona ma ho cercato di
copiare la stessa filosofia per aggiornare il Gastronomo Riluttante nella
sezione i ristoranti post it.

Cosa valuto di una cucina?
Personalmente sono aperto a qualsiasi percorso gastronomico anche se da un
paio di anni sono convinto che la ristorazione finirà per viaggiare su due
binari: da un lato, grandi ristoranti che propongono una cucina
tradizionale fatta di eccellenti materie prime locali in cui lo chef non
fa altro che mettere a disposizione la sua tecnica per valorizzare e
trasformare quanto di meglio il territorio ha da offrire proponendo piatti
ricchi di storia che sarebbe un peccato perdere o non valorizzare.

Da l'altro, troveremo ristoranti di vera cucina creativa, in cui il genio
dello chef sarà in grado di riproporre qualcosa di nuovo stravolgendo i
concetti ai quali eravamo abituati. Ad esser sinceri in Italia sono pochi
gli chef veramente creativi che possono fregiarsi di questo appellativo,
su tutti spiccano: Bottura, Scabin, Cracco e Alajmo. A seguire un folto
numero di giovani premesse dalle buone idee di cui solo il tempo sarà in
grado di decidere se le loro intuizioni fossero giuste o meno.

Di una cucina mi interessa prima di tutto che sia buona e realizzata con
materie prime di livello, se esistono questi due presupposti passo
tranquillamente su uno o due piatti tecnicamente imperfetti, magari per
via di una cottura prolungata di qualche minuto o un eccesso o mancanza di
sapidità nel piatto perché sono errori veniali che a qualsiasi chef può
capitare ma se chi giudica, ha la consapevolezza che dietro a una cucina
ci sono materie prime adeguate e un lavoro fatto come andrebbe eseguito,
ossia, con professionalità, penso che chiunque sarebbe disposto a passarci
sopra.

Sono certo che se al termine di una scheda pubblicassi un punteggio,
questo aiuterebbe il lettore a comprendere il grado di piacevolezza di un
ristorante ma personalmente sono contrario a qualsiasi tipo di voto ne è
mia intenzione stare a fare inutili classifiche personali.

Quello che invece mi preme è cercare di interpretare, senza alcuna
presunzione di avere la verità in tasca, la filosofia di cucina di uno
chef quando dimostra delle belle potenzialità, di conseguenza, avere la
possibilità, pubblicamente o in privato, di confrontarmi con le più
importanti penne della gastronomia italiana o comuni appassionati,
raffrontando esperienze che possono aiutarmi a crescere.

Ed è proprio su consiglio di un noto gastronomo che sono andato a cena
all'Antica Trattoria di Monte Costone, visto che era in lizza con altri
due locali della zona che sembrano in crescita: l'Osteria del Sass con la
cucina di Matteo Pisciotta e i Quattro Moli di Massimo Sola.

Galliate Lombardo. Un paesaggio urbano in continua evoluzione, grazie
alla fervida volontà delle istituzioni che cercano di riqualificare l'intera aria urbana.
Anche la ristorazione cittadina sta vivendo un periodo magico. Il merito
va alla cucina di Ilario Vinciguerra che all'Antica Trattoria di Monte
Costone dimostra come sia possibile far interagire l'innovazione con le
sue origini campane in un percorso divertente e stimolante, ricchissimo di
umori ed estri, di geniali trovate e gradite sorprese con lo scopo di
recuperare prima di tutto il gusto oltre che la memoria.

E' una proiezione a 360 gradi che mette in scena la Campania in più voci.
Nella sua cucina il "mangiare dialettale" evolve in un dialogo tra
elementi, volutamente manipolati per caratterizzarne la contemporaneità:
arte e tecnica, regola e arbitrarietà, geometria e natura, luce e ombra,
continuità e rottura.

Anche i materiali utilizzati per presentare il cibo assumono importanza.
Lucentezza, forme rigide e precise, superfici metallizzate o laccate
determinano quale sarà la forma e la funzione degli ingredienti regalando
al "mangiare dialettale" un sex appeal irresistibile e a tratti
futuristico. Che si tratti del nuovo che avanza o del recupero di una cultura e una
civiltà che rischierebbe di andare perduta, la cucina di Ilario
Vinciguerra irrompe nella tradizione di Galliate Lombardo trasformando
l'essenziale in enfasi poetica.

Brillat Savarin, fisiologo del gusto, affermava: "Gli animali si cibano,
l'uomo mangia, solo la persona intelligente sa mangiare".
Oggi Galliate Lombardo si rende disponibile a palati intelligenti.

- Terrina di fegato d'anatra con confetture di arance calabre.
- Capasanta scottata su battuto di ortaggi alla "scapece" in affumicatura di
semi di anice.
- Tortello di scarola "affogata" su alici marinate e salsa pizzarda.
- Pescato misto in cartoccio.
_ Maialino tenero e croccante con scaloppa di fegato d'oca e verdurine
saltate.
- Dolce golosità.
Spesa: 70? bevande escluse


Muccapazza28