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Alla Torre Piazza Matteotti, 5 - 46013 Canneto sull'Oglio (MN) Tel: 0141-70121 Chiuso: Mercoledì Data recensione: 10/2006 Dovete arrivare nella grande piazza centrale del paese, proprio vicino alla torre quadrata con l'orologio che la sovrasta. Il ristorante si trova sotto un piccolo porticato ottocentesco. Entrate, attraversate la sala bar e siete in una sala sobria e decorosa, con vista sul cortile interno di una tipica casa lombarda con la lunga balconata in ferro al primo piano, stretta e distesa per tutta la casa. In una bella vetrina di mogano stanno esposti i bicchieri da degustazione per i grandi vini, bianchi e rossi. Il signor Dino (Vescovi Aristide) vi accoglie in sala con discrezione e sobrietà, in perfetta sintonia con lo stile del locale che ne rispecchia il carattere. Se non c'è il pienone anche la Signora Iole esce dalla cucina a salutare i clienti affezionati. Le tavole sono apparecchiate con tovaglie di Fiandra beige, un vasetto bianco con garofani rosa freschi, un tovagliolo, tre posate, un bicchiere per l'acqua e uno per un vino importante. La carta dei vini è attenta ai prodotti locali ma contiene anche nomi nazionali e internazionali di ottima fama e qualità. Per il nostro pranzo abbiamo scelto un buon Lambrusco mantovano che ben si è sposato sia con il brodo, sia con le lumache e il luccio in salsa. Il menù evidenzia i prodotti del territorio e le tipicità mantovane con un bell'asterisco. Tra gli antipasti ottimi gli affettati, dal salame mantovano al prosciutto Langhirano, dal culatello alla bresaola. Per i primi abbiamo provato gli agnoli in brodo, praticamente perfetti per spessore e consistenza dell'impasto, per sapore del ripieno e per delicatezza del brodo, che come dice Dino, è come l'orchestra dentro cui ballano gli agnoli solisti. Eccellente anche il riso alla pilota con la pasta di salame fresca e un velo di parmigiano ben amalgamato durante la cottura. Ho osato impreziosirlo con un filo di olio di monocultivar cosaliva denocciolata di ottima qualità. Il riso alla pilota risale al tempo delle mondine, quando gli operai, uomini e donne, addetti alla "pulatura" del riso, se lo cuocevano in grandi calderoni e poi lo impreziosivano, se c'era, con la pasta di salame fresca. Altre tipicità proposte i tortelli di zucca oppure gli agnoli burro e salvia. Il Signor Dino è molto fiero delle sue tipicità mantovane, in particolare del trittico dolce e salato che propone nei tortelli di zucca, negli agnoli con stufato, nel riso alla pilota. Tra i secondi abbiamo voluto provare le lumache alla mantovana con coste di bietola, coperte da un velo di scaglie di parmigiano reggiano e guarnite da crostoni di polenta. Poi siamo andati su un guancialino di maialino in umido con fagioli di campo, quelli piccoli mezzi bianchi e mezzi marrone scuro, un gioiello di sapore. Non potevamo infine non provare anche il luccio in salsa, cotto con un trito di pomodori e prezzemolo freschissimi e guarnito con fette di crostoni di polenta, conditi con un eccellente olio extravergine, un tripudio di colori e di sapori di una volta. Com'è vero che gli ingredienti freschi cambiano il sapore di un piatto (il signor Dino e la signora Iole curano personalmente gli ortaggi per la cucina nell'orto di casa). Altre proposte che proveremo prossimamente la lepre in salmì, lo stracotto di manzo, il petto d'anatra all'uva. La scelta dei dolci è di nuovo imbarazzante. Stavolta abbiamo assaggiato il caffè croccante con gocce di zabaione caldo, la Torta Margherita con crema al mascarpone e poi la torta sbrisolona con sugolo (una gelatina) di uva fragola. Abbiamo dovuto lasciare alla prossima visita la zuppa inglese (senza cioccolato), la panna cotta, il dolce di mele (tipo tarte tatin). Abbiamo speso circa 35 euro a testa per tutte le meraviglie assaggiate. Luigi Bellucci |