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L'Imbuto
Via Fratti, 308 - 55049 Viareggio (LU)
Tel: 0584 48906
Data recensione: 1/2007


Viareggio non è sulla mia rotta abituale, mi ricordo quando adolescente o
poco più lavoravo in importanti cucine sul lungomare... altri tempi...
L'Imbuto è in una corte interna, non lontano dalla Stazione e dal lungomare,
arrivando si vede la cucina, poi l'unica grande sala.

Non saprei come descrivere l'ambiente... moderno, senza dubbio... una
cinquantina di sedute, tavoli quadrati di multistrato laccato di nero, sedie
di plastica nera impilabili e abbastanza scomode, apparecchiatura spartana
con tovaglie color arancio, alcuni tavoli tondi in bianco ma con poltroncine
arancioni più comode (un gioco in bianco e arancio insomma), illuminazione
con impianto elettrico a vista, un ampio soppalco laterale che fa da cantina
a vista (carino, non fosse il via vai su per la scala a chiocciola) una
grande parete bianca con graffiti/murales capovolti, insomma senza dubbio un
ambiente che richiede una buona decina di minuti prima di aver ''colto''
tutto. Simpatico nell'insieme ma con qualche perplessità (stuccature, quadro
elettrico etc).

La carta comprende 5-6 piatti per settore, oltre alla possibilità di un
degustazione di 6 portate (a scelta dello Chef). Cucina moderna con base di
pesce, tanti crostacei, tutto vengono serviti sgusciati (chiediamo e ci
viene detto). La carta dei vini è mooolto interessante, divisa per vitigni ma in maniera
accattivante, con una grande presenza di vini d'oltralpe... adesso ricordo
che a Viareggio si stappa tanto...Prendiamo uno dei 6 Riesling presenti in carta (!!) un Kabinett Trocken 2004 di Donnhoff che giurerei fosse in carta a 40 euro ma che troveremo in conto
a 35.

Scegliamo di provare due antipasti:

- Insalata di gamberi rosa e funghi porcini. Servita come una tartara (
perchè chiamarla insalata??) con un filo di olio e della polvere di porcini.
Io la trovo decisamente buona, bel connubio di dolcezza, ottima materia
prima, grande olio. Al mio commensale piace meno, ma lui non ama il crudo...
- Burro e acciughe,cardo e acciughe. Ecco la prima delusione della serata...
un cubetto di cardi (sformato o mousse, ma il cardo non si sente affatto)
sormontato da 4 filettini di acciuga e nappato con una salsa al burro...
molto slegato... troppo... poco comprensibile... Mi viene alla mente il
grandissimo antipasto preparato dall'allora Chef della Locanda Menabuoi...
ma qui siamo davvero lontani. E poi, questi richiami al grande Adrià... che
palle...ops, scusate...

Omaggio della cucina arrivano dei taglierini (ancora una volta chiamati
insalata) al nero di seppia con seppioline, gamberi, verdurine. Decisamente
buoni e molto ben fatti, sapori netti, pesce ottimo, un leggero sentore di
cipollina che lega il tutto. Molto belli i piatti in cui vengono servite le
varie portate, fondine coniche in questo caso.

- Agnolotti con cicale e carciofi. La salsa appare leggermente slegata per
l'eccessiva presenza di olio, è decisamente troppo saporita e il fatto che
gli agnolotti siano sciocchi e quindi il tutto si bilanci non è una buona
scusante... Gli agnolotti sono abbondanti, ma hanno il ''buzzino'' troppo
morbido, quasi inconsistente, e il non sentire la pasta sotto i denti non è
una bella sensazone. Nel complesso non sono mica cattivi... ma... ma...

- Pescato del giorno (gallinella) all'acquapazza per il mio commensale.
Sbilanciato dalla troppa presenza di pomodoro secco (acqua di pomodoro
secco?). Anche questo è mangiabilissimo... ma... ma...

- Sparnocchie con trippa fritta e rapini saltati. Il titolo mi aveva
attratto... Bel colpo d'occhio nel loro piatto lungo e stretto, due cupoline
di gamberi a sormontare uno strato di rapini, coperti da filetti di trippa
impanata con farina integrale. La trippa è buona, decisamente buona, lo
stesso i gamberi cotti alla perfezione, ancora quasi trasparenti... ma le
rape sono state saltate a crudo... unte e poco piacevoli in bocca...
Peccato, davvero non capisco... (anche troppe le sei code di gambero).

Il predessert è un parfait di zucca gialla con ''amaretti insaporiti al foie
gras'' e punch al mandarino. Il parfait è buono, ma dove fosse il foie gras
non lo abbiamo mica sentiro... (??)
- Zabaione di moscato per Lorenzo, definito la cosa migliore della serata.
- Torta di mele con plumcake per me. Arriva una fondina con una specie di
tortino sormontato da un cubo. La torta di mele in realtà è una purea di
mele calda, neanche male, il plumcake invece è l tortino sottostante, che si
polverizza al solo sfiorarlo, unto e privo di tutti i classici ingredienti
che mi aspetto trovare in un plumcake. A parte la presentazione davvero
sbagliata, il peggior piatto della serata.

Chiudiamo con due bicchieri di Torcolato e un caffe doppio
dimenticabilissimo, pur che Livorno e la sua storia sul caffè siano ad un
tiro di schioppo...Il cestino dei pani che arriva all'inizio è fatto di pani e focaccie calde,
molto buoni quello alle cipolle, quello al mais e la focaccia.
Il servizio informale, con le posate messe a caso ora al posto giusto ora
no, e il cameriere che deve sempre chiedere di chi è il piatto che ha in
mano, anche ai tavoli dove la comanda l'ha presa lui... In due sole persone
c'è da correre... troppo.

Il conto sarà di 186.00 euro, stornati a 180.00. La cucina peserà quindi per
''soli'' 125 euro in due... certo non moltissimo... ma siamo comunque
perplessi...Uscendo noteremo che in cucina ci sono solo due persone... come in sala
(piena)... e che la confusione generale che c'è a giro conferma che per fare
cucina moderna ci vogliono le mani... e quattro son proprio poche per 50
posti... oltre al fatto che la cucina è davvero piccola...

Il locale è carino, i prezzi non sono esagerati, ma l'impressione è che ci
sia ancora tanta stada da fare... fino al giorno in cui quanto letto collimi
con quanto servito...


Claudio