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Symposium
Via Cartoceto, 38 - 61030 Serrungarina (PU)
Tel: +39 0721 898320 - Fax: +39 0721 893004 - Cell. 335 6445032
Chiuso: Lunedì e Martedi
Data recensione: 1/2007


Non potrò esser breve...
Ricordo come fosse ieri la nostra prima volta al Symposium, era il 19
ottobre del 2001... eravamo in zona per l'inizio di una lunga causa che ci
contrapponeva ad un tour operator locale, reduci dall'aver quasi perso la
vita nel Pacifico... ma questa è un altra storia...
La recentissima vittoria, dopo oltre sei anni di udienze, andava celebrata
in maniera adeguata... e dove meglio di qui?
Stesso luogo, stesse persone... stesse emozioni...

Si, perchè Pompili serve pietanze... ma anche emozioni.
La piccola rampa che dal parcheggio sale all'ingresso (spostato dall'ultima
volta che ci siamo stati) è circondata di fiori ed erbe aromatiche e, come
sempre in precedenza, vedremo che nel corso della cena una giacca bianca
andrà a piluzzicare qualche erbetta nel giardino... Sarà una mossa di
scenografia, sarà naturale... comunque sia trasmette piacevolezza...

La sala è molto ampia, a mio modesto parere una delle più belle sale
ristorante del paese... ma capisco che forse sono io ad essere troppo
romantico... Tavoli grandi, lontani uno dall'altro, perfettamente
apparecchiati. La cucina a vista con lo schermo piatto che trasmette in
diretta quel che accade intorno alla ''macchina'' attorniata da 4-5 cuochi
al quale Pompili si aggiunge ad ogni uscita di comanda. 4 belle ragazze a
servire in sala, con grande mestiere e discrezione, coadiuvate dallo stesso
Patron.

La carta che riproduce i motivi dei bei, coloratissimi, quadri alle pareti.
Quattro degustazioni, da 90 a 110 euro, oltre ad una trentina di voci fra
cui scegliere in libertà. La carta dei vini ci viene portata al tavolo su un tavolinetto di appoggio
tanto è importante e voluminosa... Anche questa è una delle più belle
cantine d'Italia...Siamo in tre, ma l'amica che ci accompagna mangerà pochissimo...

Rimaniamo un attimo sgomenti (oddio, sgomenti par troppo..., diciamo
dispiaciuti...) nel non veder in carta la Beccaccia... siamo praticamente
tornati apposta... memori di una strepitosa cena di qualche anno or sono...
Pompili ci spiega che purtroppo in questo momento non se ne cacciano
molte... e ci propone in alternativa la Coturnice... (Alectoris Graeca,
cercata su google per saziare la mia curiosità di saper cosa avevo
mangiato... quale fosse il pennuto cosi delizioso e con un nome tanto
buffo...), accettiamo di buon grado.

Volendo ci sarebbe la possibilità di abbinare vini al bicchiere per ogni
portata, ma la nostra scelta cade sulla carta... senza troppi rimpianti.
Si comincia con un calice (rabboccato generosamente) di bollicine italiane
il cui nome adesso non mi sovviene, ma molto gradevole.
Il benvenuto della cucina è composto di quattro diversi piccoli assaggi. Un
cucchiaio con un Campari (all'aspetto sembra un ovetto scocciolato, ma i
componenti sono ben altri), capesanta arrostita con crema di fagioli, uovo
di quaglia in una vellutata, una cosa fritta con una piccola goccia di una
maionese strepitosa...
Cestino con numerosi piccoli pani, peccato sian freddi. Piattino con
dell'ottimo olio di Cartoceto in cui pucciare il pane (Cartoceto è il Paese
dell'Olio).

Io prendo la tartara di Marchigiana con tartufo bianco, viene servita con un
generoso ricciolo di purea di patate che ci sta benissimo, ottima la carne,
delizioso l'insieme. Lorenzo mi domanda dove è la tartara? Sotto al tartufo,
rispondo io... tanta era l'abbondanza del tubero...
I miei due compagni optano per la vellutata di Tartufo nero in Crosta,
servita con una cupola di crosta di pane che una volta aperta libera
nell'aria un profumo davvero accattivante...

Beviamo un Riesling Clos de Hune 1993 di Tribach, eccezionale, grandi
profumi minerali bilanciatissimi, giovane e fresco... da sniffare!!
Pompili ci omaggia di un nuovo intermezzo, una grande cloche si scoperchia
liberando tutto il profumo emanato da un crostino di pane su crema di
patate coperto di tartufo di Acqualagna, perfetto abbinamento con il vino
che stiamo sniffando, pardon... bevendo.
Io e Lorenzo prendiamo il risotto Gran Riserva con parmigiano e tartufo
bianco... sappiamo di essere monotoni... ma onestamente non ci importa... ed
il risotto sarà davvero eccellente... Gaudio...

La Coturnice arriva tagliata a metà, farcita del suo fegato e cuore, poca
salsiccia, aglio e prezzemolo... Asparagi, funghi, broccoli, tutto stufato
sulla piastra a far da contorno... La carne del petto è bianca e compatta,
la crosta croccante, la farcia ha il profumo dei ripieni delle feste... in
bocca tutto si fonde a meraviglia... La coscia appena più muscolosa mi fa
capire che l'animaletto, oltre a volare, cammina anche tanto... Un pò mi
dispiace per la povera, piccola Coturnice... ma eri cosi buona...

Qui beviamo Cos D'Estournel 1988, il nostro vino preferito... Piacevole
chiaccherata con il Patron sul come sarebbe bello aver simili nettari anche
dalle nostre terre... ma sul come sia invece diversa la realtà... specie nel
rapporto q/p...

Si avvicina il momento del dessert... ho portato con me una nuova torta di
cioccolato al caffè di un piccolo produttore toscano (astenersi commenti,
grazie) e ne faccio omaggio al nostro anfitrione... avrei dovuto aspettare
la fine della cena... lo so, ma è venuta cosi...
Dopo una piacevole conversazione Pompili parte per la cucina e dopo una
breve attesa esce con un piatto fatto, creato apposta per noi, per finire il
grande vino rosso e per provare quel cioccolato...

Una fetta di foie gras con riduzione di Pedro Ximenes servita con melone
d'inverno alla piastra e uno spicchietto del cioccolato al caffè messo su un
crostone caldo... Provate! Vediamo cosa succede, ci dice...
Cuochi ce ne sono tanti, tantissimi... Chef, Grandi Chef, molti meno... La
risposta è nel piatto davanti a noi... pochi minuti per abbinare, creare,
giocare con un prodotto nuovo... e che risultato... Se mi avessero proposto
di mangiare foie gras con cioccolato al caffè, forse avrei preferito
svicolare... ma ora, qui, adesso... tutto sembra giusto... ben fatto...
Chapeau!

Pre-dessert... una simpatica tartalletta dall'aspetto di una pizzetta, con i
sentori del pomodoro e basilico, ed una gelatina di arancio presentata a mò
di gamberetto, un bicchierino di gelatina di vin brulee, ed un delizioso
sorbetto di pera al liquoreIl mio dessert è un souffle al cacao Guanaya con salsa
vaniglia e amarene, amaro, netto, caldissimo, con una salsa vaniglia buonissima...
Per i miei compagni una creme brulee al miele di castagno servita con gelato
al miele, buonissima anche quella.
Qui beviamo del Morello, vino liquoroso prodotto in loco con vino rosso
d'annata e visciole, neto sentore di amarasca, piacevole e ben azzeccato.

Il caffè servito nell'attigua sala fumatori, dove passerò alcuni minuti ad
osservare la collezione di distillati... commovente... Cognac 1918...
19,20,22,23,27,30,35,38,41,43,63.81... tutte, tantissime annate, dalla prima
guerra ad oggi... non ho la forza di assaggiare altro... ma la tentazione
sarebbe davvero tanta...Rimando la mia voglia di assaggiare la storia, alla prossima volta...

Poco meno di 300 euro per la cucina, 200 esatti per la cantina...
consapevoli di un generoso occhio di riguardo che ci è stato usato... Non
toccava a me, ma ho potuto sbirciare la cuenta...
Grande, grande, grande cucina... e bellissima, vasta cantina (e con onesti
ricarichi). Ognuno di noi ha il proprio ristorante del cuore, per me è lo
Scacciapensieri a Cecina...Ma quando mi si chiedesse quale sia stato il miglior ristorante
ove abbia mai mangiato, non avrei incertezze ne bisogno di pause, Il Symposium è il
nome che si leggerebbe nella mia risposta...


Claudio