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Cocchi
Via Gramsci, 16/A - 43100 Parma
Tel: +39 0521 981990 - Fax: +39 0521 292606
Data recensione: 12/2006


Per salutare uno degli esponenti di spicco di una nota azienda operante nel settore medico (creatrice molti anni fa della celebre “cintura elastica”, mi fermo qui per evitare pubblicità indiretta) ho scelto questo ristorante nel Granducato, nella speranza di gustare i famosi anolini in brodo, da sempre facenti parte dell’ immaginario collettivo dei buongustai.
I lavori in corso e alcune incomprensioni sul casello da scegliere per l’uscita hanno generato confusione sul ritrovo, ma comunque ci siamo seduti al tavolo alle 13.16, ritardo accettabile dato che la prenotazione era per le 13.

Il locale ricorda le classiche “trattorie di una volta” migliorate nell’arredamento, nella stoviglieria e nella cristalleria. Locali lunghi e stretti, tavoli lunghi da una parte, tavoli quadrati (da 2) dall’altra. Un’osteria del nuovo millennio insomma, Un plauso alle stoviglie, ottime e pulitissime. Sufficienza stiracchiata invece ai bagni, puliti ma troppo piccoli. Tutta la mia immaginazione ed attesa sugli anolini è stata vanificata dall’inserimento nel menù, (altra nota di disappunto: nel menù delle signore ci sono i prezzi, che il bon ton vorrebbe non riportati), di un cartellino riportante la dicitura “Tagliolini al tartufo bianco”. La mia attrazione fatale per il tubero ha avuto la meglio, e così abbiamo entrambi ordinato i tagliolini. Non siamo stati delusi: splendida la pasta, zeppa di uova come dimostrava il colore e soprattutto il gusto, magnifico per presenza e delicatezza il tartufo bianco di Alba.

Come secondo abbiamo optato per la punta di vitello ripiena. Piatto ottimo, “misto” al punto giusto tra la carne e il grasso per tenere il tutto morbido, eccellente il ripieno. L’ho abbinato ad un Merlot “Petroso” di Vallania (mio vecchio pallino), giudicato ottimo da entrambi, anche se un po’ “francesizzato” nello spettro olfattivo.Un po’ più di personalità emiliano-romagnola non avrebbe guastato.
Per chiudere l’ultimo buco ci siamo concessi un microassaggio di gnocco con salumi locali: non posso certo dire che fosse cattivo, anzi, ma dopo aver raggiunto la vetta dello gnocco in un ristorante di Modena (presente in altra recensione) tutti gli altri mi dicono poco o punto. Comunque validissimo.

Caffè per finire e poi il conto: 143 Euro in due. Cifra onestissima, considerando la qualità e l’esclusività di quanto scelto.
In conclusione, se volete mangiare bene, spendere un po’ meno del giusto, e non badate al dettaglio, questo ristorante, personale compreso, fa al caso vostro.


Pierluca Benelli