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Villa Majella
Località Villa Maiella, 30 - 66016 Guardiagrele (CH)
Tel: 0871 809319 - Fax: 0871 809319
Data recensione: 12/2006


Il ristorante è annesso all'omonimo hotel ed è situato poco fuori
Guardiagrele, bella cittadina ai piedi della Majella.
Prenotiamo per tempo ed appena arrivati veniamo accolti calorosamente,
ma con discrezione dal personale di sala che ci accompagna al tavolo,
vicino ad una delle vetrate con splendida vista sulla Marrucina.
Il locale è ampio, i tavoli ben distanziati ed apparecchiati secondo
regola. Ambiene un pò rumoroso per la presenza di una tavolata
piuttosto affollata.

Subito ci vengono serviti i pani, al mais, ai semi di melone e sesamo,
bianco con semi di papavero, ed assieme una piccola terrina di olio evo
"colline teatine" 2006. L'olio è ancora fragrante, piccole note
di fruttato ed erbaceo che caratterizzano la cultivar Gentile di
Chieti. Sul menù sono disponibili due menù degustazione, uno a base di
tartufo e l'altro del quale non ricordo il tema, ma legato certamente
al territorio. Optiamo comunque per la scelta alla carta.

Come apertura, assieme ad un calice di bollicine, di cui non ho
annotato le "generalità" ci viene proposta, come benvenuto della
cucina, una polpettina di carne di agnello, forse un po' troppo
salata, infilata in uno spiedino e cotta in forno, accompagnata con
salsa maionese (voto 5).
Siamo in 8 ed ognuno naturalmente sceglie quello che più gli aggrada,
pertanto elencherò i piatti con le rispettive sensazioni comunicatemi
dai miei commensali e darò un voto solo per quelli da me scelti.

Antipasto Villa Majella, composto da due portate:
1° piatto: coniglio ripieno co accompagnamento di aceto balsamico,
carpaccio di manzo affumicato, rotolo freddo di petto di tacchino ed
un'altra preparazione che non ricordo. Tutto gradevole ma senza una
nota particolare. (voto 5,5)
2° piatto: rotolo di crepes con carciofi, tortino al formaggio,
"pallotte cace o ove" (polpettina di formaggio, uova e pane, fritta
e successivamente insaporita in una salsa di pomodoro e prezzemolo),
polentina ripiena di rape e salsiccia. Davvero buona la "pallotta",
morbida e il formaggio giustamente calibrato, il pomodoro, con cottura
breve a dare una nota di freschezza (voto 6)

Fonduta di formaggio con spolverata di tartufo bianco: a detta di chi
l'ha mangiata un po' troppo forte il formaggio utilizzato (quale?).
Una nota: per i 16 g di tartufo utilizzati per le due spolverate ci
sono stati addebitati in conto 52,60 euro: è un prezzo giusto?

Chitarra al ragù bianco d'agnello con salsa alla santoreggia: senza
dubbio il piatto meglio riuscito, ottima la pasta all'uovo, della
giusta ruvidezza e consistenza, saporito e tenerissimo l'agnello e
giusta la cottura. Un piatto davvero delicato nonostante la materia
prima possa indurre a credere il contrario (voto 7)
Chitarrina alle erbe della Majella: chitarra all'uovo con salsa di
pomodorini insaporita con erbe spontanee: buona ma non esaltante

Brodo ristretto con raviolini (nella tradizione e nella norma, ma
perché raviolini?)
Zuppa di lenticchie: classica zuppa di lenticchie con castagne ed olio
extra vergine d'oliva delle colline teatine. Mi riferiscono di un
piatto molto equilibrato, dove la "farinosità" di entrambi gli
ingredienti viene, mi si passi il termine, ammorbidita dell'olio (di
nuova spremitura) utilizzato a crudo.
Ceppe con passata di rape: pasta simile agli strozzapreti (ma più
piccoli), con purea di rape. Nessun commento.

Costatine di agnello alla Villa Majella: costatine di agnello guarnite
con formaggio pecorino, quindi impanate e fritte. Troppo presente il
formaggio che copre completamente in sapore dell'agnello che vi
assicuro da queste parti è fantastico. Il piatto meno riuscito, che
tra l'altro lo chef sta pensando di eliminare dal menù

Agnello alle tre cotture: tre proposte di agnello, una costatina alla
brace, non proprio tenerissima ma dal sapore "originale", un pezzo
di carrè guarnito con pancetta e pan grattato, infilato in uno
spiedino e cotto in padella (la pancetta dona morbidezza alla carne
senza coprirne il sapore), spezzatino di agnello al Montepulciano ed
erbe aromatiche(non proprio esaltante, carne un po' troppo cotta e
dal sapore anonimo) (voto 5,5)

Pollo nostrano al vino cotto: in pratica uno spezzatino di pollo al
vino cotto, di buona consistenza la carne del volatile, delicato il
retrogusto dolce imposto dal vino cotto, piatto forse un po' troppo
asciutto.
In accompagnamento un tortino di patate, rape e rosmarino. (voto 6)

Tavolozza di formaggi così composta:
-Robiola piemontese a latte di capra, estremamente cremosa, forse
troppo, e sicuramente per questo troppo aggressiva;
-Formaggio ubriaco: buono
-Caciocavallo podalico: buono ma ho assaggiato di meglio.
-Pecorino di Farindola, finalmente un buon prodotto, al di sopra della
norma (si fa presto a creare i consorzi, il difficile è selezionare i
produttori ed i prodotti davvero validi). Il caglio suino utilizzato
nella lavorazione esprime qui tutte le sue potenzialità, il gusto del
"cacio" è importante ma non violento, gli aromi che si sprigionano
all'assaggio perfettamente equilibrati, perfetto il grado di
stagionatura;
-Gorgonzola stravecchio: formaggio davvero eccellente, cremoso (più
burroso che cremoso), con la giusta nota piccante, il sentore di
nocciola ancora presente, davvero un buon prodotto
In accompagnamento marmellate di mosto, peperoncino, castagne e miele
di castagno.
(voto 6,5)

Mix di dessert: tortino ripieno alle mele con cannella, millefoglie,
semifreddo al caffè e bomba al cioccolato. A detta di chi l'ha
degustata la bomba (sorta di muffin al cioccolato ripieno di cioccolato
caldo) era davvero ben eseguita.

Abbiamo bevuto:
- Sinfarosa Zinfadel '02: scelta infelice, presente al naso ma
assolutamente assente in bocca
- Montepulciano d'Abruzzo Santoleri '03: piccolo produttore della
zona con vini decisamente validi e con un ottimo rapporto qualità /
prezzo
- Muscat de Frontignac '00 con i formaggi
- Moscato d'asti Prunotto con i dolci
- Rum Martinica Agricole anno ?

Conto finale di 507,60 euro


E.