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Trattoria La Clementina
Via Goccia, 2081 - 40060 Savigno (BO)
Tel: +39.051.6708282 - Fax: +39.051.6708282
Data recensione: 12/2006

Domenica a pranzo decidiamo di provare questa trattoria
di cui avevamo sentito parlare piuttosto bene.
Non chiedetemi la strada per arrivarci perché ci siamo
affidati a Google Maps, comunque per trovarlo bisogna
uscire da Savigno perché si trova in località Goccia, proprio
sulla strada principale.

Il locale è molto bello, ricavato in una casa di fine '800 e
arredato con un mix di stili che lo rendono accogliente e
intimo: hanno saputo mantenere tutta l'atmosfera del "vecchio"
(travi a vista, alcune pareti in pietra ecc.) integrandola con
elementi moderni ma mai freddi.
Avevamo prenotato per l'una e mezza, arriviamo un po' in
anticipo ma ci fanno accomodare senza problemi. Tra l'altro, e
non so come prenderete questa cosa, avevamo con noi il
cane e l'hanno fatto entrare senza problemi (avevamo chiesto
prima, logicamente).

Comunque. Niente appetizer, o quasi, visto che ci aspetta solo
un minitramezzino che francamente non è nulla di speciale;
solito bicchierino di prosecco e via, esaminiamo il menu.
Siccome abbiamo voglia di tartufo, ci dedichiamo alle proposte
che lo prevedono.
Scegliamo un antipasto da dividere in due, dei porcini in tempura
serviti con una salsina agrodolce e accompagnati da un cestino
di piccole crescentine.

Ottimi i funghi, la pastella delicata e leggera, e la salsina
agrodolce ci sta bene; buone anche le crescentine, per niente unte.
Come primo prendiamo entrambi delle tagliatelle al tartufo, molto
buone ma non eccelse; ottima la pasta, con la tagliatella non molto
larga e un po' spessa, ma di tartufi sinceramente ne ho assaggiati
di migliori.
Il cestino del pane ce lo portano solo dopo il primo, con due-tre tipi
di pane fatto in casa, buono in partciolar modo quello alle noci (ma
se parliamo di pane, il migliore l'ho mangiato da Amerigo, sempre a
Savigno, una cosa spettacolare che ha un po' compensato la
delusione del resto del pranzo, ma questa è un'altra rece).

Come secondo prendo faraona ripiena di patate e brie avvolta
nel prosciutto e accompagnata da un ministrudel di porcini, mentre
il fidanza si butta sulla guancia di vitello brasata al vino con polenta
fritta e puré alle ortiche. Entrambi i piatti possono essere scelti
nella versione normale o nella versione con aggiunta di tartufo
(noi, avidi, optiamo per la seconda), e sono entrambi meravigliosi,
senza esagerare.

Il vitello è morbidissimo, si scioglie davvero in bocca, il sughino è
avvolgente ma non coprente, il purè alle ortiche si sposa perfettamente.
Buonissima anche la faraona, il ripieno non è affatto invadente
ma anzi bilancia la delicatezza della carne, lo strudel ha una pasta
sfoglia leggerissima.
Voi penserete che può bastare così, e invece no.

Non paghi, prendiamo anche il dolce, dei brownies al cioccolato:
buonissimi, morbidi, ripieni di noci, accompagnati da una pallina di
delicato gelato alla crema che poggia su di un intreccio di "fili" di
pastella fritta (non unta), non so spiegarmi bene, purtroppo, ma era
comunque buonissima.

Ah, il vino: abbiamo preso un Nebbiolo delle Langhe, notevole, che
ci ha accompagnato per tutto il pasto e a cui abbiamo dato fondo.
Risultato: ci siamo alzati sazi ma non sfondati, le porzioni non sono
proprio piccole ma diciamo contenute.
Prezzi: ohimè, ha pagato il fidanza, ma da quello che ricordo del menu
(niente menu senza prezzi per le signore) probabilmente siamo arrivati
sui 180 euro in due, forse qualcosa di più, più che altro perché abbiamo
fatto mettere tartufo ovunque.
Fine.
Ed è la mia prima rece, non massacratemi ;-)


ChicaVQ