Da Vittorio
Via Cantalupa, 17 - 24060 Brusaporto (BG)
Tel. 035-681024
Data recensione: 10/2006
Da circa un anno e mezzo il ristorante Vittorio si è trasferito in
questo splendido complesso a pochi chilometri da Bergamo.
Sembra incredibile poter uscire dall'autostrada, attraversare una
delle zone più industrializzate d'Italia e, dopo pochi minuti,
oltrepassare il cancello e ritrovarsi in un'oasi di verde e di quiete.
Dopo aver superato i due laghetti a fianco dell'ingresso si lascia
l'auto nello spiazzo adibito a parcheggio, accanto al campo da
calcetto e a quello da bocce e si sale verso il ristorante. La sala è
sfarzosa, l'accoglienza formalmente impeccabile e l'apparecchiatura
dei tavoli importante.
Tutto è teso a far percepire all'ospite il rango del luogo.
Come aperitivo ci viene proposto un ottimo champagne che
manterremo per l'intero pasto.
Subito dopo la consultazione del menu vengono portati ("avvicinati",
secondo la curiosa formulazione adottata .) tre amouse-bouche:
polpettina di vitello con gelatina di zenzero, spuma di grana e
chutney, bocconcino al sesamo ripieno.
Vittorio deve buona parte della propria fama al pesce e, consigliati,
decidiamo di attenerci alle specialità ittiche. Non ce ne pentiremo.
La millefoglie di tonno e peperoni è un piatto buonissimo. Il tonno è
di qualità superiore e il sottile velo di salsa di peperoni tra le
sfoglie di pasta fillo conferisce al piatto una marcia in più.
Lo spiedino di gambero con gelatina al peperoncino è un accoppiamento
giocato sul filo del rasoio ma che l'abilità della cucina riesce a
rendere gradevolissimo al palato.
Gli scampi (giganti) al vapore sono accompagnati da una classica
citronette e da una maionese eterea e allo stesso tempo piena di
sapore: un piatto di classe, punto.
Il filetto di triglia è leggermente panato e servito su un letto di
morbidissimo pure, con chips di porcini a fungere da contrappunto.
I sapori si fanno più intensi, come conferma il baccalà affumicato. Un
trancio notevole, cotto a perfezione, sul quale viene versata una
salsa alle erbe che ne esalta ancora di più il gusto. Poi il sontuoso
fritto
misto in olio evo.
Il tavolo viene liberato al centro, per poter appoggiare una grande
padella di rame traboccante di ogni ben di Dio. Scampi, gamberi,
calamari, gamberetti, moscardini. Di accompagnamento zucchine e ananas,
anch'essi fritti in una pastella eterea. Sorprendente la leggerezza del
tutto considerando l'uso dell'olio extravergine d'oliva.
Attraverso la grande finestra sulla cucina è possibile osservare il balletto
controllato della brigata. Enrico Cerea, chef figlio di Vittorio, passa
in sala a prendere la meritata razione di complimenti, così come la madre
e la sorella, che conversano amabilmente con gli habituè. A un certo punto
compare un vassoio con i primi tartufi della stagione. Inebriante il profumo.
Improvvisamente la tavola diventa il palcoscenico per quelle che il
giovane ragazzo di sala definisce "le nostre piccole dolcezze",
presentate in modo molto scenografico: cornetti ripieni di crema
chantilly e menta (da mangiare immediatamente), gelatine al limone,
mela verde e ciliegia (tra le più buone mai provate), nuvole di
cioccolato, pasticcino di sacher (svenimento), lecca lecca al
cioccolato e pepe rosa, marshmallow e tegole in tre gusti diversi.
Tutto quanto sopra sarebbe sufficiente ad accontentare chiunque ma,
tentato dal livello della pasticceria, chiedo una degustazione di
cioccolato: quattro preparazioni tutte impeccabili: soufflè,
millefoglie, budino e gelato. Nulla nulla da dire. Accompagnati da un
torcolato di Maculan.
Concludiamo con il caffè accompagnato dai dragees scelti tra una
decina di proposte. Abbiamo la possibilità di visitare la bella cantina
e le splendide camere, affacciate sul verde e sui vigneti appena piantati.
Una passeggiata nel verde del parco costituisce la degna conclusione
di un pomeriggio molto piacevole.
Qualche prezzo indicativo: menu d'affari a 50 euro, degustazione
funghi a 100, e degustazione Vittorio 120.
Pumpkin
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