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Nicola Cavallaro Via Lodovico il Moro, 11 - 20143 Milano Tel: 02 89126060 Data recensione: 10/2006 Prima visita a Nicola da quando il ristorante ha aperto con il suo nome, era ora! Veniamo accolti alla grande proprio da Nicola, nella cantina, con un calice di champagne, per festeggiare la sua nuova avventura. Non possiamo fare altro che augurargli ogni bene, se lo merita proprio. Saliamo poi al piano superiore, non vi sono differenze sostanziali rispetto a prima, eccetto le grandi fotografie che adornano le pareti. Ci mettiamo nelle mani dello chef. Iniziamo con un ottimo crudo di pesce spada con ricotta e cappero. Poi le ostriche, tre tipi, tutte di grande freschezza. Non sono un cultore di questi molluschi, ma da Nicola li mangio sempre con soddisfazione. Infine il piatto di crudi: gamberi rossi in succo d'arancia e coriandolo (ormai un classico, sempre buonissimo), tartare di tonno con fragoline e balsamico tradizionale, sgombro in saor (eccellente, forse il mio piatto preferito . anche per il richiamo al Veneto da cui Nicola proviene), e scampi con pesche tardive e pepe verde di Gianni Frasi. Segue la crocchetta di baccalà con pomodoro e crema di ceci. Peccato la crema di ceci fosse un po' acquosa (e non sono sicuro al cento per cento che sia la salsa giusta), la crocchetta invece è ottima, ben fritta in modo da risultare croccante con un morbido cuore di pesce. Buono il raviolo con pomodoro confit burrata e schiuma di basilico, meno riuscito il secondo raviolo proposto dove il gusto del pomodoro prevale sul resto. Assaggio per la prima volta gli spaghetti senatore cappelli ai peperoncini. Purtroppo uno dei commensali si assenta dal tavolo per una telefonata, ritardando il servizio quanto basta per rovinare il risultato (è sufficiente un attimo perché la pasta Latini scuocia). Nicola (un grande!) ci spiega l'accaduto. Vabbeh, è un buon motivo per tornare presto a riprovarli. Antipasti e primi sono stati accompagnati da un vino straordinario, il pigreco (non ricordo il produttore), un eccellente bianco biodinamico. Allora, il pesce mi piace, però finisco sempre con il cascare sulla carne. Così per me, il pezzo forte della serata è stata la costa di bue cotta a bassa temperatura (penso almeno sei-sette ore). Presentata con una morbida polenta di storo (buonissima) e un carciofo sott'aceto (molto buono di per sé, forse superfluo nel piatto), si presenta con una leggera crosticina e filosa come deve essere ma di un sapore estremamente intenso in bocca. Emozionante, e accompagnata degnamente dallo Sforzato San Domenico di Triacca 2001. Non pago, Nicola sale e ci porta anche uno stinco di maiale, da svenimento anch'esso. Nonostante la lunga cena riusciamo a spolpare anche questo . Il dolce è un'ottima marquise di cioccolato, con gelato di banana e banana essiccata. Piccola pasticceria e conclusione con un bas armagnac del 1971, ma ero poco in me per ricordarmi di cosa si trattasse. Una serata davvero bella, tra amici e con un ospite premuroso e capace di farsi in quattro per noi nonostante una lunghissima giornata di lavoro. Tra i principali meriti, quello di non averci fatto percepire il tempo che passava, solo uscendo dal ristorante ci siamo accorti che erano già passate le due. E non eravamo affatto appesantiti, nonostante la lunga sequenza di piatti. Nicola, all the best! Che altro si può dire? I menu degustazione sono a circa 50 euro (carne) e 70 (pesce). Pumpkin |