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Trattoria Pino e Camillo
Lungomare Gramsci, 187 - Porto S.Giorgio (AP)
Tel.: 0734678100
Data recensione: 09/2006

Lasciando Ancona alle spalle e dirigendosi a sud, sull'A14, si
intravedono diversi borghi avvinghiati tra le propaggini
dell'Appennino e il mare Adriatico. Uno di questi, ormai non molto
distante dall'Abruzzo, è Porto San Giorgio, un comune della
provincia di Ascoli Piceno, e bella località balneare. D'estate
piena, uscire dall'autostrada e dirigersi sul lungomare, è impresa
complicata per via del traffico caotico che annaspa senza sosta. In
questo bel Settembre invece riusciamo agevolmente a divincolarci nelle
strade dopo il casello e ci dirigiamo senz'altro verso la frescura
serale del lungomare.

Con un po' più di tempo a disposizione si potrebbe dare un'occhiata alla Rocca del 1276, ma, al solito, abbiamo più che altro voglia di fermarci al tavolo di un buon locale. Percorrendo lentamente il lungomare ci imbattiamo nella "Trattoria di
Pino e Camillo", che fa bella mostra di sé proprio di fronte alla spiaggia e, cosa che non guasta, ha il parcheggio (pubblico) di fronte. Dato che la serata sembra fresca ci accomodiamo all'interno della trattoria, sobriamente elegante. Le pareti sono dipinte di una tinta salmone, e i tavoli, coperti con un panno verde, hanno delle sedute piuttosto comode. All'ingresso sono appesi dei piatti firmati da
qualche cliente celebre: leggiamo Natasha Stefanenko ("ho mangiato da
Dio!") e un piatto a firma Romano Mussolini. Staremo a vedere...

Su una grossa lavagna è indicato il menu del giorno con i vini
(bianchi marchigani e campani) disponibili: la cameriera ci dice
comunque che se lo chiediamo si può fare qualche variazione. Nessuna
variazione, iniziamo subito con un buon antipasto di mare.
Ci portano: due bruschette calde con cicoria e alici sotto'olio,
polpo in umido (un po' coriaceo, poco piccante purtroppo), alici
marinate, insalata di calamari e pesce di scoglio (buona, fresca e
appena sapida, accompagnata da fagioli e julienne di carote e sedani),
cozze e poveracce dell'Adriatico, cicale di mare (o canocchie), cucci
(o murici) al pomodoro, ventresca di pescatrice in umido (che non mi
convince), cappesante ripiene. Forse dimentico qualcosa... Ah certo!
Una gustosa terrina di riso-patate-e-cozze che mi ricorda le bontà
delle terre pugliesi.

L'antipasto, per bontà e quantità, ci ha praticamente "steso"
(e potremmo quasi alzarci...). Per fortuna il vinello bianco della
fiaschetta della casa ci aiuta nell'impresa di passare al primo.
Ci sono tre primi da scegliere: spaghetti in bianco ai frutti di mare,
brodetto alla marchigiana, linguine alle vongole (mi pare...). Sia io
che mia moglie optiamo per un bello spaghetto ai frutti di mare. Dopo
circa un quarto d'ora la nostra cameriera si presenta con una
capiente teglia bianca di ceramica colma dei nostri spaghettoni al
dente dai quali spuntano cozze, vongole (poveracce), le solite cicale,
polpo e calamaro. Il sapore è piuttosto buono, delicato e insieme
sapido: si sente davvero il mare e ... i suoi frutti! Al secondo non
riusciamo proprio ad arrivarci. Nel frattempo il locale si è riempito
di gente che divora a tutto spiano.
Caffè e il conto: 50 euro.

Servizio veloce all'inizio, poi man mano rallentato dal numero dei
tavoli occupati. Un locale giovane che può crescere parecchio.


Ken