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Trattoria Amerigo dal 1934 Dispensa e Locanda di Design - Via Marconi, 14-16 Savigno (Bologna) tel. 051 6708326 - fax 051 6708528 Spesa vini esclusi: 40 euro Data recensione : 09/2006 Savigno. Rispetto al passato oggi l'area è più viva e si differenzia molto dal resto del capoluogo emiliano soprattutto per la sua atmosfera vivace ma non chiassosa. I motivi per venirci sono molteplici: che si tratti di fare una passeggiata cullati dalla tranquillità della campagna bolognese andando alla scoperta della città del tartufo o per visitare il mercatino di modernariato allestito nei giorni di festa, poco conta, Savigno è soprattutto conosciuta per la Trattoria da Amerigo. La trattoria nasce nel 1934 e fin da subito divenne un punto di riferimento nella valle, sia prima che durante gli anni difficili della seconda guerra mondiale. Quando negli anni cinquanta arrivò il primo apparecchio televisivo, la gente del paese amava frequentare questa trattoria per "vedere" la novità, fare uno spuntino o bere semplicemente qualcosa. Per anni tutto filò liscio nel tram tram quotidiano fino a quando nel 1987 le donne di famiglia decisero che era tempo di riposarsi. Fu in quel momento che si pose un bel dilemma per la trattoria: chiudere o restare aperti? Fu Alberto Bettini che in linea di successione alla terza generazione si domandò cosa fare della casa di famiglia, se fosse giusto vendere o continuare. La decisione più saggia, presa con il cuore e i ricordi di un infanzia, fu quella che prese il sopravvento: Si andò avanti. Per ingrandire la cucina, rispetto al passato, venne sacrificato solo il bar-caffé, per il resto tutto è rimasto immutato negli anni, compresa la filosofia di cucina: "la ricerca della massima qualità nella materia prima locale e l'utilizzo di essa nei piatti della tradizione più rigorosa" ma è il concetto di recupero che si è fatto più ampio, offrendo grande spazio alla creatività nella tradizione. Torna dunque la voglia del fatto a mano, di impiegare lavorazioni che richiedano tempi più lunghi e maggior attenzione allo scopo di riscoprire e reinventare nuove "vecchie ricette". Un elemento interessante è la possibilità che ha l'uomo di modificare morfologicamente e concettualmente un luogo, perché per trovare uno stile di cucina quello che c'è nel piatto dev'essere lo specchio interiore di chi va a proporlo e affinché un piatto diventi il neologismo di un luogo da vivere e vistare e non solo da guardare e non assaporare, occorrono attenzioni, anche pratiche, sia dentro che fuori la cucina. Si potrebbe dire che la cucina tradizionale locale è un ritorno ideale del Grand Tour, quel percorso che portava i viaggiatori europei ad attraversare l'Italia sulle tracce dell'arte, della letteratura e della cucina. In questa trattoria ogni piatto è legato al paesaggio, alla natura e alla cultura del luogo. Questo lo stile di oggi... In attesa che arrivi la cucina di domani. 2004 Stinco di vitello su insalatina di campo. Tagliatelle al ragù 2005 Straccioni di farina semintegrale del Mulino del Dottore con verdurine e ricotta stagionata. 1998 Coniglio all'aceto balsamico tradizionale di modena con patate schiacciate. 1998 Piccione in padella con verdure in spiedo di rosmarino e piccola parmigiana di melanzane. Gelato di crema "D'altri Tempi" Per visualizzare le immagini dei piatti: http://ilgastronomoriluttante.splinder.com/post/9139776#more-9139776 Muccapazza28 |