Porto Prego
Piazza Colombo, 32 - Camogli (GE)
Tel., 0185.770242
Giorno di Chiusura: se non ricordo male martedi
Data recensione : 09/2006
Lo scorso 3 settembre a Camogli, in cerca di un posticino dove festeggiare
il mio compleanno, decidiamo di cenare da Porto Prego, ristorante sito
proprio nella piazzetta del porticciolo cuore di Camogli. Siamo attirati
dall'atmosfera rosa e ambra soffusa nel locale. Il panorama è languido
e tentatore, per fortuna il menù è esposto al di fuori del locale. Pane,
pasta e focaccia fatti in casa. Con vino e tre portate di pesce a testa
dovremmo viaggiare sui 70 - 80eur in due, dolce escluso,o.k, si può fare,
le premesse per una serata romantica ci sono tutte.
Resta un dettaglio, come driblare l'idiosincrasia per il vino bianco,
pur facendo un inchino a Pigato e Vermentino, ma che regolarmente ci regalano
dei bei mal di testa. Il da fare lo sa Vittorio, titolare del locale e
sommelier, non batte ciglio e ci sorprende portandoci uno dei nostri vini
preferiti: una bottiglia di Lacrima di Morro d'Alba (2004) che scopriremo
semplicemente in accordo con quanto scelto dal menù.
Antipasto: arrivano insieme i frutti del mare e della terra, l'ostrica
e l'uva nera, pesci e tortino di Camogli, mosaico di acciughe, mi son
piaciute molto quelle in agrodolce e quelle marinate (finalmente con una
nuova nota agrumata meno aggressiva rispetto al limone, arancia direi).
Pesce fresco altrochè.
I ravioli con il ragù di pescatrice: sono caricati di sapore. Gli gnocchetti
scelti dal "fiancè" ? - "Si sciolgono in bocca"-.
E' il turno del tonno crudo in crosta di mandorle, (ah ... ecco la cosa
che ho ordinato in un accesso di entusiasmo, sul menù c'era un nome prelibato
ma che non ricordo, .. ma siamo sicuri che io mi mangio tutto sto tonno
crudo ?). Il nome è perso ma il ricordo invece lo riassaporo volentieri.
Scambiamo anche quattro chiacchere con il titolare, tosto e gentile, parla
di vino e di cucina ma senza retrogusti in ghingheri e cinciallegre, niente
svolazzi infausti per palato e portafogli.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Katia Alboresi
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