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Trattoria dell'Aquila Via Vedriano, 87, Vedriano Canossa (RE) Tel. 0522-870112 Data recensione : 08/2006 L'ambiente e' quello del tipico bar della collina reggiana, in un casolare ristrutturato con antiche pareti di sasso, qualche anziano avventore nel bar e quei sei tavoli nella sala ristorante vera e propria. C'e' anche una seconda sala al piano superiore, usata quando ci sono molti clienti, portando i coperti sono a circa una cinquantina. La carta dei vini recita quella cinquantina circa di etichette, una buona meta' locali o delle province vicine, lambrusco in primis. Da notare al presenza di quasi tutti i migliori lambruschi del reggiano. Ieri sera ci siamo buttati sui classici del locale, ovvero le pappardelle con funghi e noci, il bis di tortelli e i due secondi piu' noti e ben riusciti: cinghiale in umido e agnello ai carciofi. Partiamo ordinando una bottiglia di lambrusco Concerto di Medici e una di un Merlot che non assaggero', a mio aguio tra le bollicine di questo lambro. Le pappardelle, cotte a puntino e belle robuste di consistenza, erano condite con un magistrale mix di noci tritate fini e funghi: da notare che, col tempo, le noci sono passate da granella a farina e la cosa non dispiace affatto, rende piu' omogeneo il piatto e ci risparmia una granulosita' IMHO non del tutto gradevole. Si continua a migliorare, quindi, anche nei dettagli. I tortelli: un po' poco saporiti quelli di zucca, troppo delicati, ma la pasta e' sempre perfetta, sottile, e la taglia giusta; credo che li mangerei anche se si scordassero il ripieno ;) Molto meglio quelli verdi, che purtroppo non ho chiesto di cosa fossero ripieni: il netto sentore di foglie di the mi fa pensare all'ortica, di sicuro non c'erano spinaci, al massimo bietole, ed erano davvero gustosi, un bell'equilibrio con il burro fuso alla salvia e il parmigiano. I due vassoi, uno di pappardelle e uno coi due tipi di tortelli, sono bastati per farci due bei piatti a testa, porzioni quindi abbondanti. Il primo piatto di secondo e' una terrina di cinghiale in umido che ormai sappiamo essere uno dei migliori della zona, infatti non delude le nostre aspettative ed e' profumato e molto saporito, ma non salato o coperto d'erbe: sa veramente di carne di cinghiale, il sapore che predomina. Anche qui la porzione che ricaviamo e' abbondante e ben si lega con le cipolline in agrodolce fumanti e con le patate al forno. Ben cotte ma comuni le patate, eccezionali le cipolline in agrodolce: piccolissime e profumate quanto saporite, ma delicate e con un'acidita' aggraziata e stuzzicante. Arriva anche la terrina dell'agnello, cotto a lungo in forno a bassa temperatura per intaccare meno possibile la teenrezza della carne e dei pezzi di carciofi, che sono apparentemente intatti ma si sciolgono in bocca: l'armonia di questo piatto lo ha reso uno dei piu' conosciuti, tra i clienti di questo locale. Non sazi, ordiniamo un altra mezza terrina di cinghiale e una mezza di agnello, oltre a un abbondante razione di cipolline. Continuando a quattro palmenti sparecchiamo anche queste ultime due terrine e si parla di dolce. La torta in cantina, che mangiai qui per la prima volta, prima di scoprirla in giro per la montagna, e' stata fatta solo sabato, e quindi non si puo' mangiare fino a sabato prossimo. Sigh. E chi lo sapeva che questa torta aveva una gestazione di una settimana? Peccato, dovremo "accontentarci" di una torta al cioccolato e di una alle nocciole, cioccolato e caffe'. Discreta la prima, molto intrigante la seconda, col suo finale di caffe' e la nocciola in granella, formato che che qui sta benissimo, tra la croccantezza della frolla esterna e la densa cremosita' della farcia. Quattro caffe', 10 tra grappe e amari e ci avviamo alla cassa. La spesa sara' di 141 euro, 14 dei quali per il vino, quindi siamo sulle 25 a testa vini esclusi, neanche 30 in totale. Ogni volta che ci torno mi rendo conto che dovrei andarci piu' spesso, nonostante la mezz'ora di auto dal capoluogo. Vilco |