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Locanda al Gambero Rosso
Via Giuseppe Verdi 5 San Piero in Bagno (FC)
Tel. 0543903405.
Chiuso in Gennaio e Febbraio la sera di Martedì, Mercoledì e Domenica
Data recensione : 06/2006


La scelta a Bagno di Romagna è tra "la casa di Paolo Teverini" all'hotel tosco-romagnolo e la "locanda al Gambero Rosso" abbiamo scelto la seconda perché più rivolta alla tradizione ed alla storia del territorio. Prenotato con 2 settimane di anticipo, ci viene riservato un tavolo molto spazioso proprio a fianco del banco dei sommeiller.

Il locale è sobrio, carino, un po' scontato dirlo ma "di altri tempi". L'apparcchiatura è elegante, con una nota gradevole nei petali freschi delicatamente disposti su un lato del grande tavolo.

Il menù racconta come la coppia proprietaria, che fino a 12 anni fa faceva tutt'altro lavoro, abbia ricevuto il locale come lascito dai genitori di Lei che andavano in pensione. Il locale era allora, così ci dice Lui che è venuto carinamente a conversare al nostro tavolo, una trattoria più impostata sulla quantità. Loro, specialmente l'allora neo cuoca che si definisce autodidatta, hanno accettato di intraprendere questa avventura nella ristorazione solo a patto di darsi una missione: far riscoprire a tutti, loro in primis, quei sapori di una volta ormai scomparsi; con una cucina magari un po' povera, ma incredibilmente genuina.

In sala oltre a Lui e la figlia, che ha il ruolo non dichiarato di direttrice di sala e capo sommeiller, ci sono un altro sommeiller e due altre persone. Tutti sono decisamente squisiti e coniugano l'alta professionalità ad un atteggiamento cordiale e affabile. In particolare Lui ci spiega che tutti hanno un ruolo e che il suo, oltre a stare in sala è quello di raccogliere le erbe di campo fresche come si faceva decenni fa.

La carta, oltre all'introduzione che fa la storia del locale e spiega i piatti più tradizionali, presenta 2 menù degustazione. Prendiamo un menù chiamato "del parco", che è senz'altro il più completo, e 3 portate alla carta.

Nel menù del parco ci sono 3 antipasti, 2 primi un secondo ed un mix di dolci. Gli antipasti: polpettine (non mi ricordo come) con zucchine (buone e particolari 7,5); tortino alle erbe con formaggio di fossa (questa secondo noi è la cosa più buona della serata 9); e basotto (tipica cucina povera d'altri tempi, buona ma non il mio tipo 6). Come primi: passatelli con guanciale di maiale e piselli (la pasta è lunga, di sezione tonda, piena e di un centimetro di diametro; è buona e mai vista ma nel condimento c'è un pronunciato sentore di limone 6) e tortelli di patate con formaggio di fossa (sono normali tortelli ma ripieni di una morbida crema di patate e ricoperti di un ottimo squaglio di formaggio di fossa 8-); Secondo lo spezzatino di maiale alle mele (filetto di maiale tenerissimo con spicchi di mele e una cremina, buono e inusitato 7,5).

Il menù è lungo, anche se tutte le portate sono assaggi, questo causa un problema di sfasamento, in pratica mentre il menù era ancora agli antipasti le portate alla carta erano già al secondo. Quando glie lo facciamo notare accelerano il susseguirsi delle portate del menù visto che ormai non si potevano più rallentare le altre.

Le portate sfuse erano: tortino alle erbe con formaggio di fossa (già citato); zuppa di erbe con finocchio selvatico (la zuppa è fresca con un forte pronunciamento del finocchietto e ricorda "la nonna" a chiunque ne abbia avuto una di provincia in cucina, 7 per i bei ricordi che suscita); coniglio alla cacciatora (tenero e perfettamente bilanciato con un sughetto presente ma non coprente 8).

Come dolci assaggi di: latte portoghese (5), caffé alla forchetta (6), zuppa inglese (7) yogurt con amarena (7,5), crema catalana (6) flan di cioccolato (6,5) e torta di ricotta con amaretti (6,5).

Da bere: due bicchieri di Albana di Romagna (buono e aperto in mescita solo per noi - gesto squisito) e Pruno 2001 "Sangiovese superiore riserva Drei Donà Tenuta La Palazza" (ottimo e ben prezzato). Infine un ottimo liquore da dolce a base di uva e ciliegie che ci viene gentilmente offerto e di cui non capiamo il nome.

Caffé.

La sorpresa migliore è il conto, solo 100€ in due (di cui 25€ di vini) tutto incluso.
In finale l'esperienza è più che positiva e da ripetere anche se non troppo spesso.


Adriano Alessandrini