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L'Etape Lani
Route de Marseille CD6 13320 Bouc-Bel-Air (France)
Tel. (+33) 0442 226190
Data recensione : 08/2006


Voi, probabilmente, non vi sareste drammaticamente persi per le - belle
- campagne tra Marsiglia ed Aix-en-Provence alla ricerca del ristorante.
Magari avreste avuto in auto un navigatore satellitare, o, forse,
avreste chiesto indicazioni più precise prima di mettervi alla guida. Il
narratore, invece, un po' troppo spavaldo, ha scaricato l'inutile la
piantina dal sito internet, e convinto delle proprie capacità di
interpretazione è partito alla volta de L'Etape Lani. Il ristorante,
però, è oggettivamente difficile da raggiungere. Ma Voi, probabilmente,
a differenza del narratore, parlereste almeno un francese decente e
riuscireste ad interpretare correttamente le informazioni chieste ai
passanti. Certo, potrei aggiungere che pioveva a dirotto. Ma non sarebbe
una giustificazione. Rimane però il fatto che il narratore non si
capacita del suo arrivo, pur con una quarantina di minuti in ritardo,
alla meta. E' semplicemente spuntata dietro una curva, prima della quale
l'incubo di non riuscire ad arrivare si faceva sempre più reale.

Voi, probabilmente, parlando correttamente francese non avreste nessun
problema di comunicazione con il personale di sala. Verreste fatti
accomodare senza problemi e tutto scorrerebbe - un po' - più liscio.
Peccato che il narratore parli l'anglais e, in particolare, peccato che
il maitre appaia decisamente seccato dalla situazione. Ma ormai siete
qui, in una sala accogliente, dai colori tenui, seduti su delle sedie
molto comode e con il tavolo giustamente spazioso. Peccato, anche, per i
fiori finti e il cartellino che annuncia la chiusura domenicale su tutti
i tavoli, o per le brutte tende tende a fiori, o per l'ambiente tutto
decisamente demodé. Ma questo sarà il filo conduttore di tutta la
serata. Da una parte i piatti. Fantastici nella loro semplicità. Un
continuo salire delle preparazioni, dall'antipasto al dolce, il piatto
successivo sempre migliore del precedente. Preparazioni impeccabili e
materie prime freschissime. Dall'altro il servizio. Corretto, ma nulla
più. A volte troppo brusco e un po' scortese. Altre volte frettoloso
anche se mai approssimativo.

Forse anche Voi avreste scelto il menu da quattro portate. Si può,
infatti, ordinare alla carta o scegliere il numero dei piatti che si
vogliono assaggiare, due, tre o quattro. Le verdure utilizzate
provengono da coltivazioni ad agricoltura biologica ed i piatti di
pescato sono variabili, dipendono infatti da quello che di più fresco si
riesce a trovare. Il narratore ha scelto il menu composto da entreé,
plate, fromage, dessert.

Anche Voi, probabilmente avreste trovato la carta dei vini interessante.
Propone circa 200 etichette, con particolare attenzione a tutta la
produzione provenzale. Il narratore non ha abbastanza conoscenza della
materia "Francia" per giudicare correttamente una carta dei vini in
terra transalpina ma crede che i ricarichi fossero eccessivamente
elevati. Una bottiglia di Chateau Simone, Blanc 2003, avvistata nel
pomeriggio in enoteca a 27 euro veniva proposta in carta a 50. Nel
frattempo il sottoscritto aveva optato per un Bandol rosè Domaine de
Terrebrune 2004 di cui serba ancora un gran bel ricordo di note delicate
ma nette, di pesca, di burro, di minerali, con un buon corpo e un'ottima
persistenza.

Il benvenuto è un filettino di orata con crostino all'olio d'oliva.
Giustamente sapido, di ottima consistenza ma leggermente troppo freddo.
L'olio extravergine - provenzale - in abbinamento ricorda la delicatezza
degli olii del lago di Garda.

L'ottimo foie gras d'anatra viene servito con una splendida confettura
di prugne e con pane tostato.

Un fantastico risotto al nero di seppia fa da letto ad un filetto di
abramide (questa la traduzione in italiano, in francese sarebbe
'daurade', in inglese 'sea-bream') servito con un'altrettanto buona
emulsione allo zafferano. Senza dubbio il miglior piatto della serata.

Ecco poi come preparare due "magie" con lo stesso ingrediente: da una
parte un tomino di capra caldo, servito su una bruschetta, anch'essa
calda, con confettura di fichi. Dall'altra lo stesso tomino, a
temperatura ambiente, all'aceto balsamico servito con dell'insalatina
(anche se definirla -ina è un sopruso. Semplicemente perfetta: leggera
ma consistente e soprattutto estremamente saporita. Da questo, anche, si
capisce la grande ricerca degli ingredienti che c'è dietro la cucina dei
fratelli Lani). Due piatti incredibilmente buoni nella loro semplicità,
nella perfetta fusione di tutti gli ingredienti. Tutti, e ripeto tutti,
buonissimi.

Il cake al cioccolato fondente è grande, per fare un paragone, come un
compact disc, e alto un paio di centimetri. Croccante all'esterno ma
morbidissimo all'interno. Non troppo "burroso". Una perfetta conclusione.

Voi, vista la grande padronanza con la lingua transalpina, vi sareste
intrattenuti con Joel Lani, gentilissimo e sorridente nel passare tra i
tavoli per accertarsi che tutto sia stato di vostro gradimento. Gli
avreste fatto i complimenti per tutto quello che avreste mangiato. E
basta. Perchè, probabilmente anche voi sareste d'accordo con colui che
scrive nel pensare che questo ristorante sia già grande in cucina ma
abbia ampi margini di miglioramento in sala. A partire dal fatto che
nessuno parli inglese, a seguire con l'entreè, servito ancora prima
dell'arrivo dell'acqua e senza alcun aperitivo, nemmeno proposto. E, in
generale, nessuno slancio da parte del personale di sala che si limita
solamente a fare il minimo indispensabile.

Nonostante questo, da sottolineare l'ottimo rapporto qualità prezzo.

Voi, probabilmente, spenderete circa 50 euro a persona. Vini esclusi.
L'albergo (due stelle) adiacente il ristorante fa parte della "Logis de
France".


Jacopo Cossater