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Circo..Degli Artisti
Via Motta,5 28010 Revislate (NO)
Tel. 0322.830315
Chiude Lunedì e Martedì a pranzo
Entry Level da 30 in su.
Data recensione : 08/2006


A vederla pare la sorellina minore di Kim Basinger, in versione amazzone,
ma la nostra basista dell'alto novarese è (anche) un bel palato e la
dritta è affidabile.

"Il locale è aperto da poco . devono ancora affinarsi, ma meritano una
visita".
E vai, attraverso percorsi sconosciuti anche al Tom.Tom di ultima
generazione arriviamo in quel di Revislate, frazione di Veruno.
Da fuori pare un Cral cha abbia usufruito di una qualche Tremonti
agevolata . e, in effetti, ci confermano poi che sì, fino a qualche mese
fa, ai tavoli imperavano briscola e tresette tra pensionati ora, pur
mantenendo una linea sobria e . piemunteisa, il Ristorantino denota la
volontà di seguire un percorso che non sia necessariamente scontato né di
sushi né di foie gras, anche se in cucina si dice che armeggino mani dagli
occhi a mandorla.
Sarà che non sarà, ma il Circo . degli Artisti è diventato, in breve
tempo, meta preferita delle mazze gourmand del vicino Golf Club di Bogogno.

Si viaggia tra modernità e tradizione, vediamo come.

I tavoli, se non saranno del Cral, sono comunque "Linea Osteria", chissà
se dell' Ikea o di qualche solido artigiano locale, nulla da dire, senza
fronzoli ma senza neanche la necessità di poggiare qua e la triangolini
assortiti per non sentirli fare Tango tra gambe e gomiti rilassati.

Dalla Cucina arriva un "obligado", leggi saluto, declinato a Gazpacho con
dei Panigozzi, alias una specie di tempura, avviluppanti Gamberi e
Melanzane. Ci sta bene, la calura è tanta e l'ouverture jap andalusa è
azzeccata assai.

A seguire vi sono diverse proposte: ne è stata scelta una che sa di jam
session marina.
Ecco allora un Tonno scottato, un Tortino di Baccalà, un Lavarello in
carpione e altre cose che, comunque, denotano buona mano anche senza voli
pindarici particolari.

Ma siamo o non siamo in Piemont ? E allora Avanti Savoia, sempre! (oddio,
viste anche le recenti cronache la frase è solo citazione storica,
ovviamente.).

Gli Agnolotti ai tre sughi, provati anche altrove nella nostra tournè a
nord-ovest, sono stati forse i migliori: ineccepibile la pasta, così come
ripieno e ristretto di contorno; presentati anche bene pur se, magari, ne
avremmo gradito il doppio.
Siamo tra Artisti, vero, se volevamo andare da Chenot o Messeguè
l'indirizzo, volendo, potevamo anche googlarlo per conto nostro.
Ottimi i Tajarin, anche questi made at home, tagliati al coltello e resi
maggiorenni da un ottimo Ragù d'Oca.

Si vola creativo con degli altrettanto riusciti Ravioli alle verdure
(l'impasto) con Pomodori e Melanzane (i rispettivi ripieni), laddove
l'intermezzo del felice impiatto era rappresentato da una Burrata vera e a
rondelle succulente.

Il locale si suddivide tra una componente al coperto e un piacevole
dehors. Laddove, tuttavia, sarà per la locazione a nord delle umide
risaie, ma il ronzare degli insetti estivi ricordava il traffico della
vicina Malpensa visibile lassù tra le stelle che stanno a guardare.
Meglio starsene al coperto, si sta bene uguale, anche senza aria
condizionata e, con alle pareti, tele (e qualche crosta) a testimonianza
che il Circolo, pardon, il. Circo si prefigge di allietare lo spirito dei
suoi commensali non solo prendendoli per la gola, ma anche dando spazio ai
giovani talenti dell' hinterland . chissà se tra loro spunterà un Boccioni
o un Ottone Rosai . per ora preferiamo concentrarci sui Piatti, allietati
anche da una Cantina dove si capisce che il titolare le Etichette se le va
a cercare di persona e non le comanda via internet o a fotocopia da Guide
assortite o distributori complici; ecco allora, ad esempio, uno Juvenia,
dicesi di un Gattinara '04 di tale Antoniolo, che abbiamo trovato
piacevole e consono, sopratutto sulla seconda trincea, quella che viaggia
di ciccia suina e vaccina.

Particolarmente gradevole la Sella di Maialino da latte con i fichi
nostrani, fagiolini e un ottimo tortino di patate e cardo gobbo.
Eccellente e riuscito il gioco tra la cotenna croccante e la carne morbida
sottostante. I fichi forse stavano a guardare o erano lì per la metrica .e
non erano neanche secchi .

E lo stesso dicasi per La Pancia di Vitello Fassone, anche questa
pregevole per materia prima e cottura, dove l'abbinamento con l'Insalata
di verdura e frutta (pesche), pur se lievemente insolito, purtuttavia si
conciliava se non altro per la calura da altoforno estivo.

A disposizione un'ampia selezione del buon Guffanti Aronese ma, dovendo
conciliare panza et capanna, abbiamo circumnavigato il problema atterrando
su di una Creme Brulè ai Pistacchi di Bronte. Riuscita, anzi ottima,
peccato che, chissà se in omaggio alla vocazione artista e multicolore del
locale, che c'azzeccavano le frutta 'n coppa. ancora adesso non abbiamo
capito se la valenza era di estro pennello da possibile condizionamento
ambientale o per tocco salutista.
Assolutamente bene invece il Semifreddo di Fichi al Cioccolato. Non certo
un Dessert da Bis, perché solo con il Tris ripetuto si può trovare
sollievo e appagamento, come peraltro avviene spesso nella vita . ottimo,
una delle creature più riuscite di questa uscita altonovarese e
complimenti alla nostra Kim locale e gourmappassionata.

Adocchiamo e comandiamo il consueto Barolo Chinato di Beppe Cappellano, ma
la vera sorpresa è stata il Ratafià, un liquore di ciliege nere di Arnondo
Micca (è un paese del biellese, non ha nulla a che fare con la famiglia
che si occupava di polvere da sparo.), distillato dalla premiata ditta
Giovanni Rapa (con la "p", in questo caso vi risparmiamo il calembour in
agguato).
Liquore di tradizione quasi millenaria di cui l'etimologia (o la leggenda)
anagrafica è pure curiosa e, tradotto maccheronicamente, starebbe a dire
"le cose si sono messe a posto". La panza di sicuro.
Straordinario per corpo, intensità, retrogusti, pure lui sarebbe da tris,
ma già con il Gattinara eravamo andati quattoni, meglio non esagerare.

Per concludere.
Il Circo . degli Artisti non è per niente un Barnum, ma una buona palestra
in cui ci si può divertire ed il giovane titolare dimostra qualità ed
impegno.
Cosa ci sia dietro la porta della Cucina non è data conferma, può darsi
anche il Jap di passo o qualcosa di più stanziale, ma i fondamentali del
territorio ci sono e quei pochi tocchi estrosi, pur se bisognosi a volte
di qualche lieve messa a punto, non stonano comunque.
Un locale divertente, anche se non una tappa memorabile, almeno per ora,
ma che merita di essere tenuto a mente perlomeno tra coloro che viaggiano
di mazza e dintorni.
Con l' augurio che anche l'avviamento, non certo facile per chiunque,
sia sereno, se non altro per il titolare che, pur cortese e disponibile
nel suo espletare il servizio tra i tavoli, denotava quella certa passio
christi di chi, per conciliare bollette e fatture a fine mese, espleta
tutto da sé lungo la Sala: dall' apparecchiare al gestire arrivi e
partenze, mannaggia al telefono, e poi raccogliere la comanda, servire e
presentare i piatti, stappare, decantare e, ci mancava pure quello . far
di conto finale.
Un sorriso in più, magari non tirato e di circostanza, auguriamo gli
capiti sempre più facilmente con il tempo a venire.


Sararlo