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Amerigo dal 1934 Locale di Famiglia da Tre Generazioni Via Marconi 14/16 - Savigno (BO) Telefono: 051 6708326 Giorno di chiusura: Lunedì (Da Gennaio a Maggio anche Martedì). Aperti a pranzo solo la Domenica e Festivi infrasettimanali. Data recensione : 08/2006 Sono qui ad aggiungere anche la mia firma all'Amerigo fan club, accodandomi ai sostenitori senza riserve del suddetto locale. Se l'Amerigo dei primissimi tempi mi incantava, successivamente, forse di pari passo alla prima notorietà, ho avuto qualche piccola delusione non appena mi avventuravo al di fuori del fungo-tartufo world, c'e' da sottolineare, infatti, che i bolognesi non vengono qui ad assaggiare tagliatelle al ragù o tortellini in brodo (nulla da togliere agli stessi, ma sono piu' gettonati dai turisti), sono i funghi (non solo ed esclusivamente porcini, finalmente!) e il tartufo a giustificare, maggiormanete, quei 40 km (40-45' circa) di strada non proprio drittissima che separano Savigno da Bologna (per chi e' pratico delle colline limitrofe, personalmente trovo piu' comodo e corto raggiungere Savigno passando per Calderino, girando per Mongiorgio e sbucando di fronte all'agriturismo Tintoria, che non facendo la trafficata Bazzanese). Il coro di fautori indefessi mi aveva già convinto come fosse necessaria una mia ulteriore visita per attualizzare le mie impressioni, alla luce dei moltissimi cambiamenti effettuati dalla cucina. Le tecniche di cottura casalinga sono state comlpletamente (e fortunatamente) abbandonate, la riprova si evidenzia nella impeccabile cottura delle carni che risultano tenere, succose, rosolate e affatto asciutte; cotture differenziate hanno modificato una trattoria di provincia specilizzata in funghi e tartufo in uno dei migliori ristoranti del bolognese (ero dubbiosa sul fatto che la stella Michelin potesse in effetti applicarsi a questo locale, restano sempre le assurdita' di questa valutazione che arriva ad equiparare Amerigo all'800, e a Labico, ma tant'e'). Tanto dovevo, adoro ricredermi in positivo. Il locale e' stato piu' volte descritto, quindi arrivo all'essenziale: Arrivato il menu' decido di fuggire dall'imbarazzo su quale secondo ordinare, optando per prendere due secondi, uno al posto dell'antipasto, mentre elucubravo tutto questo mi sono ritrovata a sbocconcellare con soddisfazione due tigelline farcite di benvenuto. - Uovo di Amerigo e false tagliatelle con porcini e galletti, splendida presentazione e sapore intenso, cottura dell'uovo era qualcosa di molto vicino alla perfezione, sapidita' bilanciatissima (uovo poco o per nulla salato e funghi piu' sapidi, il bilanciamento ideale), la semplicissima esaltazione del sapore di questi ultimi data dall'avviluppamento uovaceo e' qualcosa di sublime. - Non potevo non assaggiare il falso risotto al tartufo scorzone, ormai un classico, interessante la resa al palato, anche se, dopo il mio piatto, era forse inevitabile che lo avvertissi insipido, troppo diversa l'intensita' di sapore dei due piatti, considerando anche che lo scorzone non ha un sapore molto intenso (sbriciolato sulle patate, in mantecatura, suppongo). - Strichetti di pasta fresca con finferli e coscette di rana, legati da un velo di pomodoro che non copriva ma ne rinforzava, senza omogeneizzarlo (tutto dipende dal quantitativo e, logicamente dalla qualita' del pomodoro usato), il sapore. Rane e Finferli sono un abbinamento non scontato, da tenere di considerazione, poiche' non c'e' prevaricazione di gusto come potrebbe accadere con un porcino, e un fungo di questo tipo necessita un sapore di intensita' equiparabile che faccia da contraltare. Perfetto equilibrio fra pasta e condimento (per quanto gli strichetti siano un formato tradizionale di pasta che non mi esalta particolarmente) e porzione generosa (come del resto tutte le altre, arrivare in fondo al pranzo e' stato impegnativo). - Risotto carnaroli ai porcini, mantecato col caprino cremificato dei Piani di Savigno. Sublime, non c'e' che dire, a leggerlo sulla carta avevo avuto il dubbio che un formaggio troppo intenso avrebbe prevalso e coperto il sapore "nudo" del porcino che ci si sforza sempre di preservare, donna di poca fede che non sono altro, oltre all'impeccabile cottura, il rapporto ottimale fra i due elementi creava un equilibrio senza prevaricazioni, dal gusto non cosi' immediato come si potrebbe supporre, non solo, il formaggio di savigno non possiede quelle note acidule tipiche del caprino, che poco mi avrebbero convinto in abbinamento al fungo in questione. Un piatto che ricordero' a lungo. - Maialino brado di razza Mora in cotture differenziate, con tortino di cipollotto (uvetta e pinoli) - Capretto dei piani di savigno arrostito al forno, la lombatina in padella e frittelline della sua ricotta. Come gia' ho premesso per le carni si puo' fare un discorso univoco, il sapore e la qualita' delle stesse sono raramente reperibili in zona. I tessuti connettivi del maialino arrivavano ad una moussosità (licenza poetica) inusitata, lo stinco di capretto e le costoline, non svilite da marinature che ne sottraggano sapore, era presentato con una fetta arrotolata di pancia farcita ed assieme ad alcune crocchette di ricotta che possedevano quella punta perfetta di acidita' necessaria al palato come ultimo boccone. - Pre-dessert: un simpatico sorbetto al lambrusco amabile - Gelato di crema d'altri tempi, ne sono rimasta conquistata fin dal primo cucchiaio, e dire che inatri tempi non avri mai ordinato quello che immaginavo essere un normale gelato di crema. Non viene illustrato ne' sul menu' ne' a voce, ma presumo ce sia ottenuto con quel aggeggio (ingnoro se possieda un nome proprio) che si usava anticamente, un tino immerso in sale e ghiaccio tritato; l'impressione che sia ottenuto cosi' e' data dalla consistenza: molto meno aerea (cioe' con molta meno aria incorporata) rispetto al gelato "normale", il gelato fatto in quel modo, ugualmente freddo, riesce a mantenere una corposita', una cremosita' vellutata unita a compattezza, non paragonabili al gelato come lo conosciamo oggi e rarissime da trovare. - Non debbo dimenticare il pane: vengono servite piu' di una volta delle calde e rustiche tigelline, facendole scivolare in tavola, dal sacchetto del pane alla ciotola ad esso deputata. - C'e' la possibilita' di scegliere fra vari caffe'. Qualche meringhetta e dei simpaticcisimi tortellini dolci ripieni di mandorle (con piccola punta di anice) e ricoperti da gocce di glassa, si fanno esteticamente beffe degli immarcescibili e onnipresenti tortellini alla panna. Amerigo io lo tiro fuori dal cappello in estate, quando Bologna si svuota e i bolognesi preferiscono week end balneari. Cercare di prenotare Sabato sera o Domenica a pranzo puo' variare dal complesso all'impresa titanica in periodo autunnale (di media almeno si prenota con una settimana di anticipo). Logico anche che con la calca di prenotazioni e clienti ci possa essere qualche problema di servizio o anche di un calo di attenzione. In questo periodo si riesce finalmente a prenotare telefonando alle 11 per riservare per pranzo (un enorme lusso poterlo decidere con cosi' breve anticipo) Conto: 52,5 ? a testa, senza vino Ruggine |