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Antica Focacceria San Francesco Via A. Paternostro, 58 90100 Palermo Telefono: +39 91 32 0264 Data recensione : 07/2006 Situata in una piccola piazzetta del centro storico, racchiusa tra bei palazzi e la facciata laterale di una chiesa in tufo, la Focacceria San Francesco è un gradevole locale in cui il pittoresco sa ancora di autentico. L'interno è caratterizzato da grandi volte e da imponenti lampadari in ferro battuto. Troneggiano i banchi stracarichi di pietanze. All'esterno la piazza è totalmente occupata dai tavolini che, a causa del fondo sconnesso in pietra, ballano pericolosamente. E' possibile acquistare tutta una serie di delizie da asporto. Ci sediamo fuori, 35 gradi all'ombra, con l'intenzione di fare un veloce e leggero spuntino. Prendiamo un misto di antipasti per quattro persone. - Panelle: piccole frittelline di farina di ceci a mezzaluna, spesse un cm circa. Da fan sfegatato della cecina lucchese rimango leggermente deluso, ma è un problema mio. Semplice e buono. - Pani ca' meusa: piccoli panini caldi con semi di non so che riempiti di fettine di milza cotte nello strutto e guarnite con caciocavallo ridotto a filamenti. Delirio inenarrabile! La milza è tenerissima e cotta a puntino, il caciocavallo ottimo, il pane discreto. Si quaglia tutto in bocca in una sinfonia imperiosa anche se un po' pesantuccia. - Caponata di melanzane, appena assaggiata (a causa di miei problemi con le melanzane), fredda, ottima, caratterizzata dalla presenza di sedano e di aceto (balsamico? boh, comunque un sapore di fondo agro e rinfrescante). Melanzane saporitissime. - Focaccia con lo sfincione: focaccina bassa spalmata di una crema di concentrato di pomodoro e cipolla. Fragrante, dolciastra. - Olive ascolane, veramente inutili nel contesto, ordinarie (quindi scadenti). - Crocchette di patate con erbette. Fritte alla perfezione, croccanti, leggerissime. Continua lo "spuntino" con una "Margherita con anciova, pinoli, uvetta, cipolla e caciocavallo". La margherita è quella pasta tipo una tagliatella larga coi bordi arricciati. Il condimento è piacevolissimo, il sapore è multi-strato, ondeggiante tra la presenza discreta delle acciughe, il dolciastro del concentrato di pomodoro-cipolla-uvetta, la voce decisa del caciocavallo e dei pinoli. Impegnativo. Assaggio una forchettata di spaghetti con le sarde, tanto per dimenticare una spiacevolissima esperienza con una broda glutammosa assaggiata recentemente vicino campo de' fiori. Beh, che dire se non "perfetti". D'altronde è come andare a Vienna a mangiare la Sacher. Sempre in atmosfera "spuntino" decidiamo di far venire al tavolo il carrello dei dolci, con l'intenzione di ordinarne al massimo due (siamo in quattro). Scegliamo un "gelo di mellone", una specie di gelatina di anguria, soda, dolcissima, "potente" ma "armoniosa", due porzioni di mousse di pistacchi di Bronte, non eccezionale, troppo "grassa", i pistacchi non fragrantissimi se pure di ottima qualità, un dolce di cui non ricordo il nome, una specie di cannolo siciliano destrutturato a mo' di millefoglie, croccantissimo (segno di preparazione espressa o quasi), ricotta da ricordare. - quattro antipasti misti - caponata di melanzane - spaghetti con le sarde - margherita con anciova - insalata bufalina con pomodori pachino (solo discreta) - quattro dolci - una bottiglia di Planeta La segreta bianco (2003?) 75 euro Per quelli di altissimo ceto attenti ai particolari segnalo i bagni bui con luce comandata da sensore di movimento, che obbliga a fare le proprie cose ondeggiando per non rimanere al buio pesto. Una volante dei carabinieri è parcheggiata davanti all'ingresso, pare che dei gentiluomini abbiano tentato di "assorbire" la proprietà del locale che ha deciso di reagire e, per adesso (i miei migliori auguri), pare abbia fatto bene. Adamsky |