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Ristorante Lorenzo
Via G. Carducci 24 - Forte dei Marmi (LU)
Tel. 0584.89671
Chiuso Lunedì. Luglio - Agosto aperto tutte le sere
Data recensione: 06/2006


L’altissima qualità e la freschezza della materia prima unita ad una cucina semplice ma raffinata: prelibatezze il cui sapore rimane ben impresso nel palato e nella mente. La grandezza di “Lorenzo”, prestigioso ristorante della Versilia, è soprattutto la peculiarità tipica dell’artista di talento: far apparire semplice quel che semplice in realtà non è. Perché, almeno finora, personalmente non ho mai mangiato così bene del pesce, cucinato in maniera così curata ed esemplare: si sente il mare e si percepisce la freschezza, si distinguono i sapori, tutto è calibrato alla perfezione.

Merito di quel genio di chef che è Gioacchino Pontrelli, affiancato da validissimi collaboratori: una squadra affiatata che costituisce l’asse portante di “Lorenzo”, non a caso ristorante tra i migliori d’Italia: con 90 punti e tre forchette per il “Gambero rosso”, tre forchette e una stella per “Michelin” e tanti altri riconoscimenti.

Per sedersi sulle comode poltroncine di midollino di “Lorenzo” è bene prenotare con largo anticipo, soprattutto d’estate (almeno 2 settimane, forse tre se la serata scelta è il sabato). Prenoto per un giovedì sera convinto che farò felice la moglie. Appena arrivati incrociamo le dita sperando di non doverci accomodare nei tavoli fuori perché la temperatura è torrida e l’umidità altissima: siamo sui 30° alle 20,30. Pericolo scampato!! Il nostro tavolo è nella saletta in fondo, quella abitualmente riservata ai fumatori che però una porta elettrica scorrevole, al momento guasta, rende accessibile anche a coloro che non hanno il vizio. L’aria condizionata è regolata al meglio, l’ambiente è curato, elegante, senza fronzoli, la luce forse un po’ bassa ma gradevole, tavolo ampio e sedie comodissime, apparecchiatura semplice, ma di classe con posate e sottopiatti d’argento.

La scenografia e l’ambiente ci soddisfano pienamente, ma è il resto che ci incuriosisce. E la curiosità diventa realtà una volta aperto il menù. Dopo una rapida lettura andiamo sul sicuro: degustazione di pesce (100 euro) per entrambi con una piccola variazione. Chiediamo al gentile titolare Lorenzo Viani (è rigorosamente lui che prende le comande, consiglia e spiega le pietanze) di sostituire uno dei primi piatti in lista (gli spaghetti alle cozze pelose) con le mitiche bavette sul pesce. Lorenzo non fa una piega e in attesa che ci vengano serviti gli antipasti il competente e affabile sommelier Luciano ci versa un flute di champagne (non messo in conto).

Scorro la nutrita lista dei vini (un libro): una carta di altissimo livello coi vini divisi per provenienza: ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche con ricarichi, devo dire, non esagerati. Dopo una breve discussione sui vini bianchi del Trentino Alto Adige con il sommelier l’occhio casca su un siciliano già provato ma superbo: il Chiarandà del Merlo di Donnafugata (40 euro) del 2002, 13,5°: gusto inconfondibile e aroma di legno bruciato. Lo consiglio.

E il cibo? L’orgasmo palatale si fa strada fin dall’inizio con l’assaggio della crocchetta di pesce, la fritturina di gamberi “lillipuziani” e moscardini. Si prosegue coi calamaretti al forno (leggeri, incomparabili, forse il piatto migliore); il terzo antipasto è una varietà di pesce gratinato: filetti di triglia, calamaretti, gamberi, scampetti: assolutamente divino!!

Poi la zuppetta bianca: un trionfo di freschezza in brodo di pesce con molluschi sgusciati, totanini, seppiette e una treccia di filetto di sogliola che credo non dimenticherò più.

Da applausi le bavette sul pesce: saporitissime, cremose, dalla cottura perfetta. Il secondo è la catalana di aragosta: freschissima e abbondante, chiediamo soltanto una aggiunta di un filo d’olio a crudo.

Il dessert (il piattino di pasticceria secca offerto praticamente non lo tocchiamo) non delude le aspettative. La moglie va in estasi per la pera al cioccolato, il sottoscritto non è da meno con il semifreddo di vaniglia con cioccolato fondente e arancio. In abbinamento ci offrono due bicchierini di moscato freddo e, dopo un corroborante ed ottimo caffè, il sommelier Luciano mi tenta con un bicchiere di Armagnac che conclude una splendida ed indimenticabile cena di pesce.

La prossima volta (spero non troppo in là nel tempo) vogliamo goderci da vicino lo spettacolo della maionese montata al momento da un sapiente cameriere che, al tavolo a fianco, l’ha servita insieme ad un pesce bollito. In 3 minuti è pronta. Performance da non perdere.

La spesa, preventivata seppur non per tutte le tasche, è proporzionata alla qualità del cibo e all’ambiente. Ma onesta, a mio avviso, viste le velleità di qualche ristoratore meno “fortunato” che per la stessa cifra non offre qualità, sensazioni ed emozioni di tal livello.

In due: 240 euro (100 a testa per i menù degustazione di pesce + 40 di vino).

Quando usciamo, sono le 11,15, il ristorante è quasi al completo. Ci avviamo a fare una passeggiata nel centro di Forte dei Marmi consapevoli di aver assaggiato un piccolo angolo di paradiso almeno dal punto di vista culinario.


Awanagana