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Marconi Via Porrettana 285 Loc. Pontecchio Marconi Sasso Marconi (BO) Tel. 051-846216 Giorno chiusura: Domencia sera e Lunedì Data recensione : 06/2006 Era un po' che pregustavo la visita in questo "nuovo" locale della provincia bolognese. Molte sono le recensioni comparse in circa un annetto, frutto del passa parola fra net-gourmet, non mi sono precipitata nell'andarci non per supposta "riluttanza" come qualcuno potrebbe sostenere ma perche', quando ho buone previsioni che qualcosa mi possa piacere, ritardo o meglio temporeggio l'esperienza consapevolmente assaporandone anche l'attesa ed aspettando il momento migliore, magari quello di una necessaria gratificazione; quale periodo migliore di questo, dunque, in cui la citta' e l'hinterland comincia a svuotarsi dei bolognesi da riviera. Si supera l'agglomerato di Pontecchio Marconi (se non si prende l'autostrada, altrimenti si giunge dalla parte opposta), un 15km da Bologna, vicino, ma kilometri intensamente trafficati, quindi prevedete piu' di una mezzora di strada, il locale si trova esattamente lungo via Porettana ed e' fortunatamente dotato di un piccolo ma comodo parcheggio. Molto sorprendente l'interno, arredamento minimal chic, riscaldato e illuminato dal solare colore delle pareti, oltre che innovativo (per le nostre zone, intendo) l'ho trovato rilassante e riposante, la sobria apprecchiatura consisteva nei bicchieri, piattino per il pane e tovagliolo arrotolato, stop. Nuovo, mi piace, pochi fronzoli e ammenicoli, si sgombra anche l'animo e la mente. Tavoli parecchio distanziati, il che e' sempre una buona cosa. Arriva il menu', prima gioia: i prezzi anche sul mio, grazie, grazie, finalmente. Ci lasciano tutto il tempo di immersione di cui necessitiamo (noi siamo lenti, cerchiamo sempre di ottimizzare le scelte, sulle prime ero orientata sul degustazione di Mare (55? 4 piatti piu' il dolce) ma i menu' di mare e Terra (45? tre piatti + formaggi e dolci) sono per tutti i componenti del tavolo, c'e' anche un menu' Orto (35? di verdure, potrà dunque anche essere un piccolo approdo per i vegetariani, che nella nostra provincia hanno vita durissima e abbastanza ghettizzata, almeno per quanto riguarda i buoni ristoranti, i quali a stento possiedono in menu' un piatto senza carne ne' pesce); non e' possibile fare pero' modifiche dai suddetti menu'; la nostra voglia di assaggiare piu' cose ci spinge quindi verso la carta. Arrivano i grissini aromatizzati ed in seguito il pane, piccoli panini semplici e buoni, viene servito a persona e poggiato sul piattino. Servizio impeccabile, professionale, caldo ed al contempo non invasivo, senza incertezze sopratutto nella precisa illustrazione dei vari piatti. Carta dei vini fornitissima, un'ode sperticata all'essere il primo ristorante (di livello) delle nostre zone con birre (Baladin) in carta. - Benvenuto dello chef: Tartara di dentice, semplice, lineare, quasi un monito: la qualità della materia prima sara' indiscutibile. - Gamberi fritti in pastella con crema di lattuga e alghe di mare all'aceto balsamico di Modena: sapore di mare sintetizzato e racchiuso nell'abbinamento fra il gambero fritto e le alghe, quasi un'onda che "pulisce" il palato, prolungando il desiderio di un corposo boccone successivo. - Pici con cozze, melanzane e pomodoro candito, piatto perfettamente legato, consistenza della pasta impeccabile, sapori netti e distinti in perfetta sinergia. - Scampi in padella con pere cotte al lambrusco e anice con insalata di sedano: sarebbe un secondo ma la mia meta' ha deciso di spaziare con l'ordinazione e di dedicarsi ad antipasto e primo di pesce, seguiti da antipasto e primo di carne. No so se le porzioni sono state bilanciate in cucina alla luce dell'ordinazione inusuale o se siano standard, si sono rivelate magistralmente proprozionate. Anche questo piatto, di ottima fattura; una profonda padronanza della tecnica e' visibile praticamente ovunque. - Rombo con Farro di Grizzana Morandi e asparagi con crema di fagioli bianchi di Spello. Lo ammetto ignoravo nel modo piu' assoluto che ci fosse una produzione di farro di qualità nel paesino di Grizzana Morandi (sempre nella nostra provincia, leggermente inerpicato sull'appennino, meritevole di una visita), eppure e' solo un rombo... esclamavo fra me e me, conscia della mia impossibilita' di conferire o "tirare fuori" da un filetto di rombo quel sapore e quella consitenza. - Tartara al coltello di manzo piemontese con zabaione alla birra e sale danese affumicato. Qui ho estrinsecato grossa parte dell'amore che provo per la mia meta': non rubargli altri bocconi di questo piatto ha richiesto una notevole abnegazione. - Variazione d'agnello: Costoletta al forno con tortino di patate di Tole', la coscia in crosta di menta. Eccezionale, non e' solo tecnica ma anche passione e talento, non ho dubbio alcuno. Non potendo assitere inerme all'estasi singola del mio cavaliere, ho optato per riempire il piccolo spazio rimasto prima del dolce con una - Piccola degustazione di formaggi, l'avevo vista servire al tavolo accanto, visto che appunto di piccolissimi 4 assaggi si trattava, non e' stato un problema trovarvi posto. Lo ammetto, io sono sempre una da porzioni consistenti, ma il risultato e' infine che alla degustazione di formaggi non si riesce quasi mai ad arrivare, posta cosi' a finger porzione e' piu' facilmente affrontabile. - Pre dessert: simil lecca lecca di gelato allo yogurt con lacrima centrale di balsamico. Scenico e molto simpatico - Souffle' freddo alla mandorla e cannoli alla ricotta: l'ho assaggiato poco perche' troppo presa e soddisfatta del mio dolce, mi e' parso un poco troppo delicato... forse qualche mandorla amara avrebbe dato piu' carattere al souffle' ? dunque buono ma forse perche' il sapore pareva evanescente dopo aver assaggiato il mio, mi e' sembrato che gli servisse piu' grinta... - Semifreddo di latte di capra con fragole e rabarbaro caramellato. Ecco, questo e' stato superlativo, servito su un sottile letto di gelatina come se fosse un caprino. Contraltare magico con il rabaro caramellato con il succo delle fragole, ma ancora in possesso di alcune note amarognole che "sgrassavano" la rotondita' del latte di capra. Notevole davvero. Si configura dunque come una nuova pietra miliare di questa provincia, enogastronomicamente ancora arretrata, non solo nell'offerta ma anche nella cultura e palato degli avventori fin troppo radicati ai canoni tradizionali. Spero ardentemente che Aurora Mazzuchelli tenga duro e non si lasci influenzare e nemmeno legare nell'osare quanto il suo talento le detta. Meriterebbe indubbiamente di entrare nei JRE al piu' presto. Coperto non addebitato (nota che, le rare volte che capita, e' sempre commovente, per me). Facendo i conti: 80? a testa (senza vino) pero' mangiando fuori norma e fuori schema. Fra pochi giorni il menu' variera' alla versione estiva... la tentazione di tornare a breve e' dunque molto forte. Ruggine |