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Ristorante L'Opera
Via della stella, 6 06123 Perugia
tel. 075 5724286
Data recensione : 06/2006


Ho sempre pensato, e tuttora lo credo, che, nonostante tutto, sia il
cibo la cosa più importante. E i piatti di Angelo Zarbo mi sono sempre
piaciuti tantissimo. Sia nel precedente ristorante, allora eletto da
quasi tutte le guide come uno dei migliori in città, Sia adesso, nel
suo. L'opera, appunto.

Sono sempre piacevolmente passato oltre il fatto che la sala sia -
ottimisticamente - bruttina, i tavoli troppo vicini e il servizio appena
sufficiente (non è sempre stato così, solo da quando è andato via
l'amico/socio sommelier - bravissimo e preparatissimo). Ma insomma! Qui
mi sono state servite alcune tra le migliori preparazioni di pesce che
abbia mai assaggiato. Ed erano sempre sorprendenti le proposte fuori
menù. Sempre di pesce, sempre buonissime. Sempre con un ottimo rapporto
qualità/prezzo. Una sicurezza, per intenderci.

Ma le cose sono - forse - cambiate.

E non me ne sono reso conto subito. E' stata una sensazione che ha preso
corpo durante tutta la cena. Come se mancasse qualcosa. Quel tocco che
fa diventare un piatto da buono a molto buono, se non, magari, eccellente.

La serata è stata un'improvvisazione dell'ultimo momento. Cosa meglio di
un'ottima cena dopo un pomeriggio particolarmente stressante?

Recupero le persone giuste. Faccio una telefonata al ristorante. E la
serata è servita.

Tutto era iniziato nel migliore dei modi; lo starter - bruschetta con
mousse di ricotta salata e basilico - viene servito con del Cava brut.
L'untuosità e la leggera acidità dell'olio extravergine usato per
condirla non sovrastava ma anzi, la rendeva piacevolmente armonica.

Aprendo il menù, e con l'intenzione di ordinare solamente piatti di
mare, tra gli antipasti mi sembravano interessanti:

- Sgombro affumicato con valeriana, salsa di fichi allo sherry e
pomodori caramellati
- Carpaccio d'orata con fonduta di pomodori verdi
- Cappesante grigliate con crema di toppinabour e carciofi fritti
- Foie Gras all'arancia e gelato di prugne all'armagnac
- Polipo saltato con zucchine e pepe rosa

Tra i primi:

- Ravioli di spigola in guazzetto di frutti di mare al prezzemolo
- Gnocchi di patate con vongole e filetti di pomodoro al dragoncello
- Tagliatella alla crusca con fiore di broccolo e filetti di gallinella

Tra i secondi:

- Filetto di cernia con asparagi e scamorza, patate alla mentae cancassè
di pomodori verdi
- Rana pescatrice con strudel di pasta fillo alle verdure e salsa al
basilico.

All'interno del menu sono specificati alcuni degli ingredienti usati in
cottura. Quindi, piacevolmente, si scopre il sale rosa dell'Himalaya, il
sale di roccia americana, gli olii extravergini dop e l''aceto balsamico
tradizionale di Modena etc.

La carta dei vini è interessante, ampia e per niente scontata. I
ricarichi non sono eccessivi.

Le prime avvisaglie al livello gustativo giungono dal pane, che, a
differenza delle precedenti visite, non merita particolari menzioni. Di
tre tipologie: bianco, alle olive e al rosmarino.

Ho sempre pensato, e tuttora lo credo, che, nonostante tutto, sia il
cibo la cosa più importante. Soprattutto quando c'è. E ordinare un foie
gras e sentirsi dire che non è disponibile non è mai piacevole - non
dovrebbe mai succedere - ma tant'è. Avrei preferito che mi fosse
comunicato all'inizio. Ma che anche le cappesante non ci fossero
francamente mi ha lasciato un po' perplesso.

I ravioli di spigola sono sempre stati una sicurezza, una bandiera.
Delicati ma allo stesso tempo di un'ottima consistenza. E anche questa
volta si sono dimostrati all'altezza. A differenza di troppe altre
portate. Caratterizzate da cotture non ottimali, da condimenti un po'
approssimativi.
Abbiamo assaggiato un po' da tutti, ruotando un po' i piatti e avendo
una convergenza di opinioni notevole. Non che non fossero buone portate.
Ma, francamente, questo ristorante e questo chef mi avevano abituato ad
altri livelli gustativi.
La sensazione di perplessità ormai si era fatta strada in me.

Ma in fondo, pensavo, posso ancora prendere un dolce. E ricordo degli
ottimi distillati.
Ma il personale di sala probabilmente non la pensava come me. Un po'
risistemando la sala, un po' pulendo i tavoli, un po' mi sono sentito
non troppo gradito.

Ho preferito chiedere il conto, che, bevande escluse, per un pasto
completo, ruota intorno ai 35 euro.


Jacopo Cossater