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Antica Osteria Del Ponte Piazza Negri, 9 Cassinetta di Lugagnano (MI) Tel 02 9420034 Fax 02 9420610 Chiusura Lunedi/Domenica Data recensione : 05/2006 Era da tempo che volevo visitare per un percorso enogastronomico questo famosissimo ristorante. L'occasione è nata grazie all'invito di mio fratello, in ricorrenza del giorno del suo compleanno. Provato la sera del 18 maggio 2006, in compagnia di mio fratello e delle nostre rispettive fidanzate. Il paese è abbastanza sperduto nei dintorni della periferia di Milano nei pressi di Magenta, Cassinetta di Lugagnano. Un altro mondo per me che vengo da Bari. Ma ne è valsa la pena, per le delizie gastronomiche degustate. Un pò meno per il conto finale, che devo dire è stato molto elevato, ma eravamo consapevoli già dall'inizio. Almeno una volta nella vita, come da Vissani o da Pinchiorri. L'ambiente è molto accogliente, raffinato,in un'elegante struttura cinquecentesca. In sala vi è uno splendido camino, che però funge solo da arredamento. Il nostro tavolo per l'appunto era accanto al camino. Le sale sono due da quanto son riuscito a vedere, i coperti sono al massimo una quarantina. Devo dire che sono rimasto molto colpito dalla mise en place, davvero eccezionale. I piatti sono bellissimi, di finissima porcellana impreziositi da disegni floreali. Tovagliato di fiandra e posate d'argento. Bè, a questi livelli ce lo si aspetta. L'accoglienza è stata gentile e premurosa. Ad accoglierci la moglie del patron/chef, la signora Renata Santin. Devo dire una regina incontrastata della sala, molto affabile come persona. A far da capolino dalla cucina e a salutarci, anche il signor Santin. Molto felici per questa accoglienza, anche se devo dire, dovuto al fatto che erano presenti solo due tavoli oltre al nostro. Passiamo alla descrizione della cena. Ci viene portato dapprima il pane, caldo, di vari gusti, ed un enorme grissino, anche questo caldo e fatto a mano e una brioscina con una crema di formaggio. Molto buona. L'appetizer è una gustosissima tartare di pesce spada, molto apprezzata, freschissima. Ne avrei preso altri dieci piatti. La carta presenta 5-6 antipasti e altrettanti primi e secondi. Su consiglio della signora Santin optiamo per il Micro Menu, che sarebbe un percorso gastronomico, una sorta di menu degustazione, un modo di conoscere la filosofia dello chef e tutta l'anima di questo ristorante. Questo il Micro Menu che viene proposto per tutto il tavolo. Involtini di gamberi marinati, dadini di funghi porcini e insalata di erbe. Royal al tartufo e flan di foie gras d'oca. Crostino al caviale di melanzane, alici fresche marinate e mozzarella di bufala. Coscette di rana fritte, crema all'aglio dolce e olio al prezzemolo. Cannelloni di pasta fresca farciti ai funghi porcini e burrata. Medaglione di pescatrice avvolto nella pancetta, piccolo ragout di finferli. Capriolo alla polvere di liquirizia e polenta ai frutti secchi. Crepes alla crema di marroni e pere caramellate. Torta tiepida al cioccolato fondente. Bene, il tutto era sontuoso, la presentazione dei piatti era un'opera prima, la sapidità regnava sovrana, il gusto era inimmaginabile, come non mi era mai capitato. Siamo rimasti tutti e quattro estasiati. La cena ha avuto come beverage due bottiglie di Barbaresco. Da notare che la carta dei vini del ristorante comprende circa 700 etichette per un totale di quasi 5000 bottiglie. Impressionante. Per tornare al conto, abbiamo speso in quattro 580 euri, per una media di 145 euri a testa. Ripeto, almeno una volta nella vita ci si può permettere di far rinascere i nostri cinque sensi. Francesco e Antonella |