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Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori
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Ristorante Fini Piazzetta San Francesco 2 Modena Tel. 059 - 223314 Data recensione : 05/2006 L’opportunità di cenare in compagnia di una mia amica, meritava a mio parere il ritorno nel Ristorante Fini, tempio della gastronomia modenese, nel quale ero stato per l’ultima volta nel 1979 (allora quattordicenne). Inizio subito col dire cosa non mi è piaciuto: la sfilata nel parcheggio del ristorante di Ferrari, Maserati, TWR oltre al solito nugolo di Audi, Mercedes e BMW, mi ha subito fatto intuire che questo ristorante è una sorta di “sfilata del patriziato modenese”, in cui andare in fuoriserie anche se si è a cento metri da casa propria. Noblesse oblige…. ma andiamo avanti. Ovviamente del ristorante non ricordavo nulla, l’impressione generale è comunque molto positiva: luminosa e molto bella l’area di ingresso, cortese il personale, attento ma mai invadente (tra l’altro molto giovane, ottimo segno di rinnovamento nella tradizione), comodissime le sedute (le migliori mai provate da me), ottimale la spaziatura tra i tavoli, inappuntabili stoviglie e cristalli, pulitissimi i bagni. Dopo un’entrata semplicemente splendida (un micrognocco farcito, una mozzarellina fritta e un fiore di zucchina fritto accompagnati da un Franciacorta spumante) siamo “partiti con le portate”: essendo la mia ospite una fan dello gnocco fritto abbiamo ordinato un antipasto di gnocco servito con della mortadella: chiunque pensi che la mortadella sia un salume “povero” è invitato a ordinare questo piatto in questo ristorante almeno una volta nella vita, l’emozione culinaria della pasta dello gnocco e del salume che si sciolgono assieme in bocca è di un’intensità straordinaria. Come primo due assaggi “sostanziosi” (per dimensione): un tortino di risotto avvolto in lamelle di zucchine e mantecato con aceto balsamico, delicato e nel contempo stesso marcato come sapori, davvero eccellente, e dei tortelli ripieni ai funghi freschi con mirepoix di verdure (ovviamente fatti qualche minuto prima, e lo si sentiva !!): ottimi anche se io li avrei lasciati cuocere venti secondi in più, la pasta specialmente trasudava un numero di uova per chilo di farina che credo non abbia eguali, tanto si incollava al palato. D’altronde qui è la zona giusta. Come secondo altra grande emozione della serata: una tagliata di vitello servita su un tortino di patate al basilico e ricoperta da mandorle e pistacchi tritati. Non sono mai stato un estimatore del vitello, ma questo piatto mi ha semplicemente entusiasmato: morbido ed elegante, ma non privo della marcatura dei sapori necessaria, ha avuto il solo torto di finire troppo presto. Tra l’altro il tortito di patate rendeva inutile l’uso dell’ (ottimo) pane, consentendo la perfetta separazione dei sapori al palato. Davvero eccellente. Tutto il pasto è stato accompagnato da un Merlot in purezza della tenuta Bonzara, scelto dal sottoscritto, che ha incrementato assai l' autostima nello scegliere i vini giusti: La tipica versatilità del Merlot esaltata dall’affinamento ha trovato sia nel risotto, sia nei tortelli, sia soprattutto con la tagliata un perfetto equilibrio. Dovrò andare a visitare la tenuta !! Come dessert la mia ospite ha optato per una zuppa inglese classica con riduzione al sassolino, io invece mi sono concesso un glacè di frutti di bosco con gelato al cioccolato aromatizzato all’arancia. Essendoci scambiati assaggi dei dolci, posso dire che preferivo il mio: ottima e “classica” la zuppa inglese, ma il gelato al cioccolato “aranciato” mi ha tenuto compagnia per tutto il viaggio di ritorno: unico !! Mi sono anche concesso un calicino di Recioto, e qui faccio un piccolo appunto alla direzione: chi fa un cioccolato di simile bontà non può non avere in scuderia un vino passito come l’Aleatico, per me il numero uno dei “vini per cioccolato”. Due caffè ottimi (serviti tra l’altro in tazze splendide) e della piccola pasticceria (eccellente) ci hanno pilotato al conto: 193 Euro. Certo non lo si può definire un ristorante economico, ma vista la qualità globale considero il rapporto Q/P più che corretto. In conclusione un locale bello, dove si mangiano specialità strepitose e in cui si apprezza davvero l’essenza della cucina espressa nel senso letterale: tutto è “istantaneo”. Una punta di rammarico per chi, come me, ha sempre e solo badato alla sostanza, è stato vedere la dicotomia tra il gentilissimo ed efficiente personale e la parata di orologi Rolex, gioielleria Bulgari, abiti Dolce & Gabbana e borse Gucci ostentata dagli altri commensali. Posti come questo meritano secondo me una elegante informalità, quella che ti permette (come successo al sottoscritto) di macchiarti la camicia di aceto balsamico senza perdere il buonumore che le portate ti trasmettono. Da provare almeno una volta all’anno. Pierluca Benelli |