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Le Calandre
Via Liguria,1 Sarmeola di Rubano (PD)
Tel. 049.630303
Data recensione : 05/2006


Prologo 1
Una decina d'anni fa, dalle parti di Cartoceto, chi scrive si sedette a
Tavola d'Autore, simposio eletto per papille curiose..
Il Volonteroso Chef, per valorizzare le sue proposte, aveva abbinato a
"Carta" molte foto dei piatti che vi poteva proporre.
Non c'era ancora Internet.
Poi la Rete è arrivata e molti locali hanno aperto un loro Sito di vetrina
e presentazione, iconografia dei piatti compresa, e, ne sono certo, anche
quel lontano amico cui, purtroppo, la forse allora troppo precorritrice
forma di presentarsi su "Carta" fotografata e plastificata, manco fossimo
a Gabicce o Jesolo Beach, non favorì la fidelizzazione, anche perché,
poscia, trovammo desco familiare da un giovane Moreno "Bandana", il
madonnaro di Senigallia.
Adesso, non solo i piatti te li puoi vedere sui siti, ma, con la moderna
tecnologia digitale, li puoi pure immortalare a tua personale e perenne
memoria, nonostante il sospiro rassegnato di qualche Chef o Patron.

Prologo 2
Poiché i percorsi del web possono essere imprevedibili, sempre chi scrive,
ad inizio anno ha fatto un gastro-photo-reportage su Le Calandre per una
certa parrocchia.
Tuttavia, poiché quel sito ha chiuso, archivio compreso, e poiché dalla
parte di Sarmeola di Rubano le novità sono costante presenza, ne
proponiamo una sobria parade di attualità e del gusto.

CALANDRANDO A PRIMAVERA

Del giovane tristellato Massimiliano Alajmo, dell'eminenza grigia nonché
fratello Raffaele, e di tutta la Calandro-Story basta googlizzare con un
po' di pazienza e si trova tutto quanto lo scibile umano possa narrare di
questa piacevole enclave del Gusto, per cui gliss on e partiamo, papilla
in resta, a scoprirne le ultime news.
Per i fortunati casi della storia, nel giro di dieci giorni abbiamo fatto
replica di Carta, che quindi si è potuta misurare sia nell'attualità di
"Adesso", che anche nell' "Adesso2" il che sono gli altri deb.piatti che,
sparsi lungo la Carta normale, fanno adeguata replica di novità.
Et voilà, quindi, con sintesi conseguente.

Di azzardi di assemblaggio tra materie prime diverse e al di fuori dei
canoni classici codificati nel tempo da Apicio, passando per l'Artusi, e
arrivando al Ferran catalano se ne vedono con sempre maggiore frequenza e,
di questi inciuci organolettici, alcuni sono riusciti, altri meno, altri
possono anche essere affascinanti come l'incipit dato da questa Insalata
di Gamberi Rossi dove, a completare il quadretto, si trovano asparagi,
nocciole e aceto di lamponi. I controcanti di acidità e consistenza sono
perfettamente armonici tra loro, con una citazione d'onore al perfetto
connubio, in primis, tra nocciole & crustacei.

Andando a vedere nel sito calandroso potete discettare meglio le sequenze
di proposta, ma qui siamo di Eat Parade e, quindi, sentiamo la necessità
di un momento di approfondimento anche culturale, e non solo di panza.
Ecco allora Il Baccala Mantegnato, laddove il calembour lessicale è
evidente in un' aggettivazione che connubia tecnica e cultura, pittata in
questo caso.
Due parole possono essere piacevoli.
E' un piatto che indica una delle caratteristiche del Massi 3Stars, cioè
lo stare ad ascoltare anche il personaggio extra moenia culinaria, intesa
in senso sretto, ma che spazia anche altrove, pur se la meta di arrivo è
sul piatto.
Celebri i suoi link con Gianni Frasi, l'eccentrico torrefatore scaligero
("Risotto Capperi Caffè", tanto per dirne uno), anche se qui il rapporto
nasce dalla frequentazione di una penna berica gastroilluminata che
risponde al nome di Antonio Di Lorenzo.
Poiché questo è il cinquecentenario della morte del sommo pittore, accanto
al baccalà mantecato si è aggiunta . mantegnatura d'epoca, che si ritrova
nel pan di spezie messo a mo' di Borsalino e implementato da una
grenouille di Grano Arso, ovvero quella macina che derivava dalla farina
raccolta nei campi quando il terreno era stato "bruciato" in funzione del
prossimo raccolto.
Era una prerogativa, quindi, di una cucina povera che . più povera non si
può.
Eccola, ora, riabilitata dal tempo e dalle stelle (gourmand).

E, già che siamo di profilo alto e nobile, why not un Risotto con le
Ostriche Selvatiche e schiuma di Champagne.
Chi era con noi si immaginava di nuotare nell'Hudson River per arrivare
all' Oyster Bar, laddove ci sono le migliori "valve" della Grande Mela.
Fantasie, forse, di palati mandati in orbita; nella realtà trovate anche
compagnucci che all'anagrafe recitano Caviale Asetra e Champagne
schiumogeno che innesca subito, con il retrogusto acidulo, la
facilitazione a cimentarsi con ostriche assemblate in 4 varianti di
tecnica preparatoria.
Per chi è abituato a succhiar di .valve sui Boulevards di St.Germain, qui
ritrova tutto, Champagne compreso e si diverte senz'altro uguale
nell'inusuale cimento risottardo.

Restiamo sulla rena e ci imbattiamo in un quadro di Pollock, pardon in un
trompe l'oeil che recita "Sembra Pasta".
Invero trattasi di alghe trattate a mo' di . terragni Pici o Bigoli, il
tutto allietato da degna compagnia di Broccoli, piuttosto che Acciughe,
Bottarga di muggine e pure con quel tocco di Peperoncino che, nella
volontà dell'Autore, è un omaggio alle Terre del Salento.
Anche se il piatto "sembra", potete stare sicuri che "è" una delle
creazioni più riuscite della Collezione Primavera di Casa Alajmo, così
come da Guggenheim del Gusto si conferma una vecchia (6 mesi) conoscenza ,
ovvero La Tazzina del Brodo del V° Quarto, una serie di cazzamalitudini in
perfetta armonia di Lingua (parliamo di frattaglie vaccine, ovviamente),
Nervetti, Esofago "alleggerite" da salutari, quanto ottime, Marasche.

Una cosuccia così, tanto per scaldare anima e core e fare il triplo hurrà
all'accoppiata CazzAlajmo: cento, mille di questi e altri piatti
(approposito, è che non possiamo dirvelo, ma si preparano dei fuochi
d'artificio . straordinari, anzi ESP, extra-sensoriali. sesso puro, per
dirla alla Marchi oloaP).

Restiamo ancora all'interno di Primi spartiti e genialità assortite,
allorquando, apparentemente semplici "Ravioli Piselli e Prosciutto" fanno
vedere che, magari rinunciando alla panna che farebbe un po' anni '70 e
Carosello, si può giocare d'alto bordo soprattutto se, accanto ai Ravioli
dotati di farcia pisella e circondati da listerelle di bacon italico
saltato, si ottiene il "tocco in più" con dei Germogli delle verdi
perline che fanno ricordare il piatto anche nel proseguire poi di secundis
et dessertosità assortite..

Basta, è ora di dare uno stacco a tante primitudini e il colpo d'ala
diventa facile con il Piccione di Sante, arrostito al Marsala con Crema di
Patate.
Che dire: la perfezione nella sua essenza, dalle singole componenti al
loro maritarsi assieme, con una laude particolare per la crema di patate,
invero eccellente e da oscar per l'apparentemente modesta e plebea
genealogia tuberacea.

Qui si gioca d'Autore, ma anche di ironia ed autorinoia, basta avere la
marcia giusta di frollature e cotture, il tutto abbellito da repere di
materia prima integerrima. Ecco, allora, che Il Cuore di Costata di
Vacchetta viene messo a fare il Mac-verso alla globalizzata yankee
version, fast & fat.
Tutto è stato studiato per giocare à reverse. La Carne, dicevamo, è di
vaccina piemontese affumicata; la Verzura recita di fagiolini, mentre
quella che dovrebbe essere Salsa Rubra ha controfigura d'eccellenza in un
pellicola pure speziata.
The Cheese è presentato in forma di sfoglia di mozzarella. C' è una morale
a tutto questo? Mai più tentazioni stars & stripes, but only 3Stars in
Rubano down town.

Si veleggia verso il desio segnalando che il Gioccadele 2006 è tra le
migliori delle quattro millesimature con cui la Cucina gioca di
assemblaggi cacaotentatori con, tra l'altro, in questo caso, una
"ri.lettura" dell' umana vita attraverso preparazioni che, per
contrappasso, ci ricordano un celebre dipinto di Caspar Friedrich.
Tuttavia, in questo caso, vi segnaliamo altre due piacevolezze che
viaggiano d'ironia come, ad esempio, il Gelato Cremoso al Limone.
Viene presentato come una rilettura del The delle Cinque, manco fossimo
nel salotto di Agatha Christie, dove tutte le componenti sono presenti
anche se senza il proprio costume d'ordinanza, tranne il biscotto,
oggettivamente di una burrosità e fragranza staordinarie. Il The è in
schiuma, così come il Limone en travestì da gelato e fa pure parte della
compagnia, dandole tocco esotico, una Granita di Zenzero.

Tuttavia, l'Oro del Klondyke, per le nostre papille dalle sette leghe, lo
abbiamo trovato con dei fantastici Bignè Liquidi al Cacao, con Salsa
Inglese allo Zafferano.
Pigliate i Bignè interi (anche con le mani, se volete): Lingua-Palato e
prima esplosione di piacere.
Poi scucchiaiate di british Salsa Goldfinger, pardon, allo zafferano e ..
che il Paradiso attenda per lustri e lustri, noi, nel frattempo, abbiamo
ancora molto e molto da fare.


Giancarlo Saran