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Ristorante Cesarina Via Santo Stefano, 19/B 40125 Bologna (BO) Tel.051 232037 . 051 235543 Lunedi' e Marted́ a pranzo Data recensione : 04/2006 Che avessero anche il sito e' una scoperta successiva, da esso si puo' vedere immediatamente l'ambiente, molto classico, cosi' evito le mie solite farraginose descrizioni :-), c'e' anche il menu' (e' ottimizzato per explorer, con firefox ha qualche problemuccio). Siamo in piano centro di Bologna, io che ci abito ci sono venuta in autobus quindi fate un po' voi :-) esattamente in piazza delle sette chiese o Santo Stefano. Quindi una delle "location" piu' belle che il centro di Bologna ancora riesce ad offire. Questo locale esiste da sempre, nel senso da che mia memoria ricorda... ci venivo anche con la mamma quando mi veniva a prendere da scuola alle superiori :-D e facevamo poi shopping in centro (bei tempi). La gestione e' sempre la stessa. Ricordo anche che quando la cucina era ancora su base regionale e le alternative molto poche, quindi diciamo un 15-20 anni fa, era citata nella varie guide, adesso resta sulla Michelin, come tutti quei locali storici dei centri cittadini. D'estate mettono fuori una verandina, e puo' essere una sosta ancora piu' piacevole. Sono da sola ed un po' stanca dopo vari giri di uffici in centro, passo davanti al Mc, salto un wine bar deserto, qualche altro bar, ma non sono convinta di volere un panino... e mi trovo di fronte a questo tuffo nel passato... che ci sara' mai di difficile a pranzare da sola ? solo in Italia, per una ragazza "fa un po' strano", me ne frego ed entro. Mi fanno accomodare in una saletta appartata, arriva il menu' e chiedo se si puo' avere del vino al calice, prima mi suggerisce del Sangiovese poi dice che no, sono molto fortunata perche' hanno del Barolo aperto, dico che va bene e mentre sistemo i risultati dell'utlimo saccheggio in libreria sulla sedia, mi versa il vino, senza illustrarlo, senza dire nulla... no, correggo facendo mente locale, mi arriva gia' il calice in tavola, abbastanza pieno. Vabbe' non ne ho voglia di richiamarlo e fargli un'interrogatorio sul vino, ma uno straccio di illustrazione, almeno il nome, me lo poteva pure dire. Mi immergo nel menu': in primis e' un cartoncino di quelli stampati in tipografia con tanto di figurine e disegni qua e la'. C'e' un foglio nel mezzo, ben stampato su carta di tipo pergamenata con gli antipasti del giorno. Ci metto qualche secondo a focalizzare che ci sono degli antipasti del giorno, ma non primi ne' secondi "del giorno", strano. Il menu' e' di quelli inossidabili nel tempo, ho avuto piu' agio nel leggere il foglietto volante che da' l'idea di qualcosa di aggiornato che un menu' statico di quel tipo. Potete poi vedere anche voi,la suddivisione piatti freddi, piatti pronti, piatti da farsi, ecc, che non tiene conto delle stagioni ne' della disponibilita' del momento. Insomma un menu' mediamente obsoleto (poi mi viene sempre in mente quando leggo ste cose enormi e dispersive... ma li avranno tutti sti piatti?... cioe' fanno il vitel tonne' a gennaio ?). Io non vorrei che un posto cosi' tradizionale si rivoluzionasse nella cucina ma che si tenesse al passo, almeno con un menu' del giorno senza dove ricorrere per forza al maitre/cameriere di turno. Fra le proposte di antipasto c'e' una sorta di monografia di carciofi: carciofi alla giudea, creme brule' di carciofi e qualche altra cosa, ma vengo attratta da una pasta sfoglia alle verdure con lardo di montagna, anche se quello che mi arriva assomiglia molto poco all'idea platonica che me n'ero fatta (lardo di montagna, lo vedevo gia'disteso, bianco e setoso appena appena scaldato dalle verdurine...) invece arriva un fagottino di pasta tipo pie/erbazzione ripieno di verdure ed erbe di campo con disseminati qui e la' della pacettina o lardino appena sofritto. Il piatto e' abbastanza buono, troppo preponderante la presenza della pasta, il tutto resta un poco troppo asciutto, il lardo e' impercettibile e non si sente. Sbilanciato ma non errato, intendiamoci. Il suo problema principale pero' era di essere qualche altra cosa rispetto alla definizione, perche' se tra lardo cotto e crudo, il frantendimento ci puo' stare, quella pero' non era pasta sfoglia da nessun punto di vista. Come primo mi racconta che possiamo fare dei maccheroncini con asparagi o carciofi (e io penso, no, sono piatti che faccio casa normalmente, quindi non li ordino mai al ristorante), lasagne al ragu' (veloce pensiero a Vilco, ma ho caldo c'e' il sole, non ho voglia di lasagne ne' di gramigna alla salsiccia) allora riguardo il menu' anche perche il cameriere era in sospeso, vado sul Manicaretto "Cesarina", (se si chiama cosi' sara' anche il loro punto di forza, penso). Per il resto del pranzo mi si conferma il locale che ricordavo. Credo che andando sul bolognese classico strane sorprese non ce ne siano, personalmente da autoctona, come ho gia' detto alcune volte non riesco ad ordinare tortellini, tagliatelle ecc al ristorante, per me quello e' appannaggio della trattoria, quindi cerco quel qualcosa d'altro che la trattoria non mi da', non per forza cucina innovativa/creativa ma comunque qualcosa di diverso. Torniamo a noi. Il manicaretto Cesarina e' una sfoglia di lasagna verde, richiusa a tortino e messa in forno (non e' piccola nonostante il diminutivo usato) che racchiude dei tagliolini alle verdure, appena appena legato da un filo di latte o sottilissimo velo di besciamella, e' talmente impercettibile da essere indistinguibile, i tagliolini hanno una cottura perfetta ed un'ottima consitenza, anche le verdure sono buone, il tutto e' perfettamente amalgamato senza avere pero' omogeneizzazioni di sapore. Insomma, spirito rinfrancato, davvero molto buono. Mi arriva la carta da un'altro cameriere (ci eravamo messi d'accordo che al secondo pensavamo dopo), mi accorgo che e' quella dei dolci... eh gia' le persone "normali" a questo punto sono al dolce... ma oggi non ho un pomeriggio molto impegnato quindi "hemm scusi...per il secondo ??" un po' sorpreso mi illustra le proposte del giorno (ergo esistono solo che l'unico depositario di esse e' il maitre), avevo gia' "puntato" o la cotoletta bolognese o il fritto misto; , ma il maialino con i carciofi, l'immancabile tagliata e la faraona in agrodolce, sono invitanti, vada per la faraona. Mi arriva una porzione davvero notevole sara' stata mezz'anca di faraona :-) con uvetta e pinoli. Molto buona, piuttosto morbida, con un sugo avvolgente ma non coprente. Insomma la scuola classica :-) Ri-arriva il menu' dei dolci, stessa impaginatura del precendente, bisognerebbe dirgli che i disegni e il balanzone che sorride fanno molto bologna old style ma le proposte scritte a matita senza punta, sotto i piatti perenni, e le varie cancellature di piatti precedenti, vanificano l'effetto suddetto. Un foglio stampato e aggiornato di volta in volta con pochi fronzoli e' sicuramente meglio, anche dal punto di vista estetico. Chedo lumi su cosa sia la creme brulee rossa, ne ho una mezza idea ma il terrore che qualcuno mi dica che so, "con Alchermes" mi fa domandare. Fragole, bene. Arriva una buona crema, piu' pasticcera che catalana, un filino troppo soda a guardarci bene, ma buona. Conto: 50 euro (53 ma mi fanno lo sconto). Commento: una cucina classica, molto classica e di vecchio stampo. Sono certa che i piatti tradizionali sono molto ben fatti, bisogna seguire i consigli del maitre (sull'antipasto non ho chiesto, ho scelto di mio) ma anche quelli che hanno solidamente in carta da tempo, sono piatti senza incertezze. Parlare di rapporto qualita'/prezzo non e' il termine piu' adatto, perche' qui la qualita' c'e' senza dubbio, sarebbe piu' consono parlare di tipologia di offerta/prezzo, perche'spesso per quella cifra cerchiamo cucine piu' creative, piu' moderne e innovative. C'e' da dire che qui pero' si ha una, come si dice nelle recensioni, "location invidiabile", centro pieno e molto bello, di sera persino romantico. Insomma un locale che sicuramente ha molto da offrire e che va segnalato per non essere una di quelle trappole per turisti di cui spesso i centri cittadini sono disseminati. Ruggine |