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Churrasco Chacarero Via dell'Aeronautica, 24 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 232496 Fax 0522 239142 Data recensione: 03/2006 Sabato 4/3 sono andato con altri 28 amici a cena al Chacarero in occasione di un compleanno. Se non sbaglio il locale e la cucina sono in stile argentino anche se dal menù fa capolino la Paella (ma non era Spagnola?!). Abbiamo prenotato per le 22.00, perché prima c’era una altro “turno” di servizio. Entro le 23.00 vengono prese le ordinazioni, ovviamente simili per tutti per non intasare ancor di più la cucina (che al sabato sera non dorme certo sugli allori). Subito arrivano delle tortillas impilate in contenitori di plastica chiusi per mantenerle calde ed umide ed insieme le salse per farcirle (fagioli in umido, salsa di pomodoro e cipolla cruda, trito di verdure piccantissimo, intingolo di carne di dubbia provenienza, salsa verde forse di avocado). Complice la fame (provate anche voi ad andare a tavola alle 11.00 di sera…) direi che queste simil-piadine sono state abbastanza gradite da tutti. Sempre della categoria antipasti facevano parte, ahinoi, I GAMBERETTI IN SALSA ROSA su mezzo avocado crudo. Avete presente quel comico di Zelig con il camice bianco e l’occhio nero, che nei momenti di disperazione si inginocchia ed urla al cielo “Noooo!” ? Bene, il mio primo istinto è stato quello, solo, eravamo talmente stipati che per muovermi avrei fatto alzare altre 10 persone…però avrei potuto almeno urlare… Il solito, rivisto, obsoleto e soprattutto ultrariciclato pastone freddo a base di gamberetti decongelati in acqua calda, morti un paio d’anni prima, insapore e stracotti, ricoperti da una informe salsa di tutti i sapori possibili ed immaginabili atta a rivestire le papille gustative in vista delle portate successive. Sotto a questa massa lucida, sdegnato di trovarsi lì, c’era il mezzo avocado crudo, che probabilmente sarebbe stato anche buono, a costo però di ripulirlo dalla salsa rosa. Fortunatamente, arrivano in tavola anche delle piccole padelle di ferro con la Paella che vengono distribuite lungo il tavolo. Ansioso di rifarmi la bocca, mi servo ed inizio a mangiare. L’unico aggettivo che mi viene in mente è: Insulsa!!! Non ho altre parole per descriverla! Non pretendo certo la Paella che immagino si possa mangiare a Valencia e neanche mi aspettavo di trovarla, ma almeno poterla definire commestibile…! Il riso, almeno dalla forma, era un Basmati; non so cosa preveda la ricetta originale, ma in fondo chi se ne frega della tipologia del riso; però almeno che non sia giunto alla sua quarta cottura (questo lasciava pensare la sua non- consistenza)! Dico “almeno dalla forma”, perché il tipico sapore del riso Basmati non si sentiva per niente, forse sapeva di zafferano, forse di gamberi o meglio di dado di pesce, o di qualunque altro poccio si possa mettere in un pentola per far assumere al contenuto “un sapore”. E poi pensate: ho avuto l’enorme fortuna di prendere dalla padella di portata un pezzo di coniglio (a occhio direi che era un pezzo di schiena, con l’osso in mezzo). Per rispetto verso l’animale, ucciso per sfamare qualcuno, non l’ho lasciato nel piatto e l’ho mangiato, trovandolo asciutto e rinsecchito dall’ennesima probabile riscaldata. Inoltre, essendo una Paella mista (diciamo mare&monti) era presente anche un gambero con tanto di testa. Come per il coniglio, ho pensato valesse la pena mangiarlo (per il principio secondo il quale, se lasci degli avanzi nel piatto, almeno che sia la parte meno “nobile” e “costosa”, in questo caso il riso), così l’ho sgusciato, ma, senza esserne molto sorpreso, ho ottenuto solo delle briciole. Provate a cuocere, anche 20 minuti (ne basterebbero 3), nel sugo della pasta oppure in una zuppa di pesce, un gambero di medie dimensioni. Non è necessario che sia fresco, va bene anche decongelato male, ma non otterrete mai una “cosa” con il guscio passo perché la polpa all’ interno si è sfibrata. Probabilmente hanno applicato alla Paella la tecnica di cottura dei brasati o degli stracotti di carne (con le loro 3 o 4 ore di cottura a fuoco lento), piatti che da noi fanno parte della tradizione…ecco la cucina fusion! Immagino che stiate pensando: oh, bello, se sei così difficile e raffinato vai a mangiare al Grand Hotel! Nulla di più sbagliato! A me piace mangiare bene, certo, e amo la cucina in modo non facilmente esplicabile in poche righe, ma allo stesso tempo non sono difficile di gusto, cioè sono in grado di mangiare cose che farebbero vomitare una capra (passo liberamente tratto dal film “Rambo I”), posso fare abbinamenti assurdi senza fare una piega ed ingoiare di tutto (marmellata e salume, toast inzuppato nel latte, amo il Lambrusco nel brodo di carne), infatti, non avrei avuto nessun problema a finire la Paella che avevo davanti. Questa volta, però l’ho lasciata nel piatto (cosa che succede molto raramente), soprattutto per protesta contro la continua nascita di queste”mangiatoie” e contro la tendenza dilagante di servire cibo in modo dozzinale ad orde di persone affamate, con l’illusione ed, ahimè, troppo spesso la convinzione, che tutto sia normale e no-problem, anche agli occhi dei clienti. Non chiuderò urlando “Ridateci Le Trattorie”, i posti buoni da 15 € a testa non esistono quasi più, però rivorrei la dignità a tavola e soprattutto la serietà; insomma, non pensavo di essere a cena da Vissani, ma i soldi che gli ho lasciato erano buoni! Mi viene da piangere se penso a tutta quella gente, anche molti conoscenti, che è stata prima di me in questo posto (ma come questo ce ne sono altri, che ho personalmente provato) e che ne è rimasta soddisfatta: loro?“siamo stati all’argentino ieri sera, sai?” io?”ah sì? e come è andata?” loro?”eh, abbiamo mangiato bene…non è a buon mercato, però oh, abbiamo mangiato da scoppiare!” OK, ma anche se mangi 2 kg di pane e bevi 3 litri d’acqua scoppi, però non spendi quella cifra e soprattutto non metti a rischio la salute! E’ uno schifo! I veri ristoranti (degni di questo nome!), nella zona di Reggio e Parma (che conosco discretamente bene) fanno fatica a fare il pieno il sabato sera o nelle festività, proponendo una cucina più onesta ed un rapporto qualità-prezzo umano. Certo, anche lì ci sono le pecore nere, ma nel gregge dei ristoranti etnici-modaioli del venerdì sera, sono introvabili le pecore bianche! Tornando a noi, la cena è proseguita con il piatto principale: la grigliata mista. Sono arrivate in tavola 5 griglie, con altrettante montagne di carne, costituite da costine di maiale, forse filetto di manzo (o comunque un taglio molto morbido), costate di manzo di circa 3 cm di spessore, piccole salsicce e qualche striscia di carne abbastanza dura e un po’ troppo cotta. Le costine le ho trovate discrete, morbide e saporite, la costatona (che abbiamo diviso in 4) era tanto appetitosa e cotta al sangue, quanto piena di quella membrana bianca non masticabile che la rendeva tenace…gli ultimi sforzi dell’animale, ovviamente contrario e scontento di essere finito su quella tavola e non in una cucina seria, che avrebbe saputo dargli più dignità e magari la tecnica di cottura più adatta alla sua consistenza ed alla sua età. La mia golosità non mi ha comunque impedito di arrivare fino all’osso, zona in cui notoriamente si trova la carne più buona e morbida, che ho in effetti trovato e gustato, non disdegnando l’uso delle mani. Abbiamo bevuto Cabernet del 2004 ed un altro vino rosso italiano acido che non ricordo, non so a quale prezzo, ma la qualità era nella media di tutto il resto. In ultimo è arrivato il caffè, buono e (mi stavo preoccupando) le immancabili caraffine colme di limoncino-da-pizzeria di colore fosforescente e di densità pari a quella dell’acqua distillata. Ma che gentili! Visto il conto finale, ci hanno offerto (forse) l’ ammazzacaffè…ora sì che sono giustificati i 37 (TRENTASETTE!) € a testa! Il festeggiato ha offerto qualche bottiglia di spumante per il brindisi finale, quindi il conto sarebbe stato anche maggiore, poi è riuscito ad ottenere uno sconticino per portare a 35 € la spesa pro- capite, anche per facilitare la raccolta delle quote, senza ricorrere a monete. Quindi spesa totale 1015 € + lo spumante. Ma che ottimo “posticino” da consigliare…! Marco |