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Il Luogo di Aimo e Nadia
Via Montecuccoli, 6 Milano
Tel. 02. 816446
Chiuso il sabato a pranzo e la domenica
Data recensione : 03/2006


Si può andare a tavola per ascoltare delle Storie ? Sì, si può.
Per molti è successo da piccoli, magari attorno al fuoco, pendendo dalle
labbra della Nonna con quelle bocche e occhi spalancati di bimbi che
sentono il mondo come un universo sconosciuto, tutto da scoprire; smessi i
calzoni corti il miracolo si può ancora ripetere per alcuni, ma bisogna
essere attenti Diogene del gusto e della vita, perchè qui, in Via
Montecuccoli, non c'è un Cantastorie armato di zampogna, ma c'è un Uomo,
Aimo Moroni, che è un pezzo, importante, della Storia Gastronomica (e
quindi anche sociale) del nostro Paese.

Se Fernand Braudel, il francese inventore e teorico della Cultura e
Civiltà Materiale, vivesse in Italia ai nostri giorni, il volume dedicato
alla Gastronomia di Enotria lo avrebbe scritto a quattro mani con questo
Toscano di Pescia, milanese d'adozione da sessantanni, tant è vero che la
giunta meneghina, l'anno scorso, lo ha insignito dell'Ambrogino d'Oro,
mettendolo a far compagnia a quell'altro toscano che ha lasciato un'
impronta indelebile nella cultura nazionale e che all'anagrafe recitava
Indro.

Aimo, l'impronta ve la lascia nel palato e nel cuore, perché a tavola non
ci si siede solo per calmar la panza, ma per appagare un universo di
emozioni che passano per il piatto e poi si espandono ai vostri centri
sensibili, di neurone o di coronarie o a entrambi, che forse è meglio.

Perché diciamo questo? Ma perché conosciamo Aimo da quindicianni e, oltre
a considerarci una delle sue Gastroteche
viventi più affezionate, lo ringraziamo pubblicamente perchè la nostra
alfabetizzazione del gusto ha trovato in Aimo il sillabario che ci ha
fatto apprezzare ancor più non solo l' Arte della Pignatta, ma che pure ci
ha addestrato ad avere l'antenna sempre vigile nello scoprire tutti i
tesori di una Penisola che può alternare un Giotto ad una Cinta senese;
un Cappone di Morozzo alle Architetture del Brunelleschi.

Se c'è un Editore che legge di queste note (ma di quelli piccoli, che
stampano e rilegano ancora e anche con amore e passione) non si lasci
sfuggire la possibilità di editare le memorie di Aimo, perché, anche alla
ennesima volta che ci siamo seduti da lui, il "Libro delle Storie" non è
finito, e avremmo voglia di tornare domani per sentirci raccontare ancora
nuovi capitoli.

Tuttavia questo non è il luogo per parlare di storia, ma di cronaca;
cronaca corrente tra piatti che ci hanno emozionato, sia di amarcord che
di nuove frontiere, e un grazie al Web.Editore e Amico che ci ospita per
narrarne, a chi vorrà proseguire di lettura e d'acquolina, a cui,
tuttavia, regaliamo esclusiva, per chi sappia apprezzarla, e cioè che il
21 Aprile prossimo, Aimo festeggierà il suo 60° di Pignatta: delle Nozze
di Diamante e passione che chiunque lo vorrà potrà onorare da par suo.

Dicevamo che Il Luogo di Aimo e Nadia è memoria storica non solo di una
Milano che dagli anni '60 ha imparato a venire in questa che, allora, era
periferia sterrata della Madunina ma, con il tempo, anche da ogni regione,
Palati di passione, Allevatori, Produttori di nicchia e impegno hanno
trovato achì il loro centro di gravità permanente.

Montanelli, nel descriverla secolarmente, sintetizzava che l'Italia si
divideva in quella della Civiltà del Burro e in quella dell'Olio e Aimo,
conseguente, ha fatto scoprire ai Milanesi, e a padani assortiti, che si
possono fare Piatti di Emozione usando solo Olio, delegando a questo il
suo Cultivar preferito che ha l'accento del Belice.

Una Cucina che inizia presto la mattina, dove questo arzillo
ultrasettantenne ancora si reca di levataccia costante per cercare materia
prima eletta. Chi scrive ha avuto la fortuna e l'onore di condividere con
"Zio" Aimo una di queste esperienze, e vi posso garantire che solo avendo
la pazienza di "guardare" un semplice Carciofo così come una
apparentemente modesta Cicoria, possono saltar fuori pepite che, al
piatto, diventano Regine e voi Palati Privilegiati.

La Cucina di Aimo è stata sintetizzata pefettamente da tale Umberto
Veronesi che, tra un'Orata e un Agnello della Val Bisalta, così ha
epitaffiato Aimo nostro: "La sua Cucina diverte, non solo, ma allunga la
Vita e regala Salute".

E così partiamo per questa jam session che ci emoziona ogni volta,
soprattutto se, all'inizio, ci imbattiamo in uno dei suoi Grandi
Classici: la "Fantasia Siculo Pantesca", laddove si recita di Olio di
Nocellara del Belice, Passata di pomodoro di Capo Passero, Capperi di
Scauri, Origano, Basilico dell'orto di .Tomasi di Lampedusa. Che dire,
fuori può esserci anche un nebiùn de la malora, ma il Sole e l'Oro del
Mediterraneo vi rallegrano l'occhio e la panza, così come, a lato, vi
troverete "Il" Piatto di Solo Olio, in cui potete fare zuppetta con quel
mirabile Pane che nasce da mani ispirate della Valsesia e dalle sue acque.

Uno dice: embè, sfido che gli hanno tolto la seconda Stella, ti porta Pane
e Olio.. Provatelo, assaggiatelo e poi apriamo assieme una petizione alla
"Rossa" perché ritorni sui suoi passi, anzi, si risieda - cosciente - in
Via Montecuccoli.

Proseguiamo con uno degli assoluti di questa Aimo Synphony: "Piccole
Insalate novelle di primavera con Julienne di Seppie crude, Fave fresche e
Mandorle di Noto".
A lato vi trovate un Suri (uno dei 16 componenti della famiglia dei
tonnidi), leggermente affumicato, e una piccola Composta di Limoni della
costiera amalfitana.
Che dire. Chiudete gli occhi e potete percepire subito, anche se siete
debuttanti, la summa dell'Aimo Pensiero.
La materia prima è pefetta; il grasso animale della Seppia e quello
vegetale dell' Oleum si maritano in piena armonia; come, peraltro, i due
titolari, Aimo e Nadia che, ancora adesso, dopo 51 anni, quando si
guardano negli occhi, capite che sono fatti l'uno per l'altra. Altro che
Peynet: Storie, Passione (comune), Olio di gomito (tanto), fianco a fianco
ogni giorno, per cinquant'anni; da non credere, in questa epoca di reality
show & sex in the city.

I Paccheri di Gragnano, farciti di mozzarella di bufala, melanzane e
cicale di mare al timo verde con guazzetto di calamaretti sono
oggettivamente perfetti, anche per l'assemblaggio, mirabile, tra materie
prime diverse, ma la memoria di papilla è ancorata ancora al piatto
precedente, pur se qui abbiamo particolarmente apprezzato dei Calamaretti
che manco in Laguna si trovano uguali oltre alla "solidità" dei Paccheri.
Tirem innanz con due Grandi Classici che hanno inserito Aimo nella All of
Fame del nostro vissuto emozionale.

La Zuppa Etrusca è una autentica Corale dell'Orto: vi potete trovare dal
Cavolo nero alla Verza; dal Farro della Garfagnana ai Cannellini de
Maremma nostra (e pure maiala, se garba, n.d.r.)
E qui la soundtrack by Aimo narrante a latere, ci accompagna dolcemente
come se foste a Sausalito sulla Route # 1 della Costa Californiana e/o sui
tornanti delle Crete Senesi con la vostra ideale Ferrari Cabrio del '69.
Vi narra e vi racconta come ogni singola verzura venga fatta bollire
separatamente per due ore circa, e poi maritata al meglio con le altre.
Sarà anche la ventesima volta che l'assaggiamo, ma è sempre come se fosse
la prima: come si può dire la stessa cosa degli Spaghetti "Selezione
Cappelli" con Cipollotto e Peperoncino.
E' un Piatto che, anche se ufficialmente può non essere presente
all'appello in Carta, basta fare un fischio e, dalla Cucina, vi arriva
perfettamente al dente con tutti i suoi gusti e retrogusti.

Ok, buona la prima, anzi, "I Primi".
Che sia il momento del Sorbetto? Forse, ecco che vi arriva un "Cucchiaio"
di Trippa con passatina di cannellini: pefetto.

E' stato Veronesi a confermare che la Cucina di Aimo è "Tutta Salute" e,
quindi, noi siamo andati coerentemente a tutta . Ciccia, prendendo
velocità con una Punta di Vitello stufata nel Recioto, addobbata con una
Quenelle di Melanzane e Thè verde.
Che sia il Thè verde a darle tocco salutistico? Mah., lì ci vuole
Artigiano di stalla e maggese, altro che balle, oltre che Trinciante
ispirato, leggi, nel caso, quell'Ercole Villa che la Milano "giusta", che
gusta, conosce bene.

Scendiamo di garrese e ci troviamo davanti un Cosciotto di Agnello della
Val Bisalta che ci riconcilia con gusti che solo uno come Aimo, tanti anni
fa , ci ha abituato ad inserire nel casellario giusto di frollature e
cotture assortite.

Quando si dice "della serie non si butta via niente", ecco che ci arriva
una delle Frattaglitudini che c'attrippa di più: una specie di Cibreo
fritto (d'Agnello), in cui ritroviamo Cuore, Polmone; Fegato & Animelle e
quant'altro, anche se, nello specifico, riconosciamo che "Il Piatto" non
è in Carta perchè non può starci (per reperibilità quantitativa) e noi,
nel caso, siamo sfacciatamente raccomandati anche se, a dirla tutta, le
medaglie sul campo, anzi, sul piatto, ce le siamo guadagnate con millanta
spazzolate ripetute, recidive e impenitenti per qualche lustro o poco più

Cambiano zoccolo e saliamo tra gli Appenini Romagnoli, dove ci incontriamo
con una Sella di Capriolo al profumo di Liquirizia. A completare
scenografia una Pera martina stufata con Tortino di Carciofi e
Scuaquerone.
Pensate, tanto per capire l'Aimo Wordl. Il Capriolo glielo procura un
amico e cliente che caccia per passione però, avendo una casa e relativa
Cucina "Piccole", delega ad Aimo il piacere di servirlo agli amici
avventori.
Che sia la Frollatura, che sia la Tecnica di cottura, che sia lo Schioppo
ispirato, chissà, ma noi un Capriolo così non l'abbiamo mai mangiato nè
all'ombra delle Tofane né alle soglie del Kilimangiaro: da non credere,
anzi da provare per credere.
Chapeau Aimo! Hai colpito ancora, con la consueta eleganza e quel grande
amore e passione che sono la miglior vitamina a questo ragazzo che, basta
chiederglielo, vi racconta di tutto, di più, di quello che non è solo un
piatto e in cui l'atto edibile è solo la conclusione finale di un percorso
che passa per Alpeggi, Palamite, Artigiani & Fornelli conseguenti.

Aimo andrebbe preservato per le generazioni future, per quegli sventurati
teenagers cresciuti a Fonzie's & Four Tip.Tap's in the Padella.
Tramite Aimo potete facilmente e piacevolmente arrivare a quella
riappropriazione organolettica di materie prime che puoi capire gustandole
solo nell'integrità del loro Dna; di un Pedigree saldamente ancorato al
Territorio che poi, recentemente, è stato codificato in "Presidi" del Cibo
Lento ma che voi, già da prima, sentivate elencare da Aimo con una
conoscenza dell' italica peninsula manco fosse un Cartografo del Touring
Club, sezione 1:10.000.

In un'Epoca caratterizzata da Chef Mediatici; di Guest Star che mediano
incessantemente tra Mestolo e Satellite, Aimo è rimasto quello di sempre:
tutto Mercato, Fornelli e Sala; Ambasciatore di "quella certa Italia"
che, come dicevamo prima, non è solo Raffaello o Piazza S.Pietro, ma
neanche Sushi e Rucola o . Kebab


IL LUOGO DI AIMO E NADIA
Via Montecuccoli, 6 - MILANO
Tel. 02. 816 446
Chiuso il sabato a pranzo e la domenica
Business Lunch da 35 ?
Degustazione a partire da 110 ?

Per visualizzare le foto dei piatti:
http://ilgastronomoriluttante.splinder.com/post/7603486/Il+luogo+di+Aimo+e+Nadia


Giancarlo Saran