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Onice Lounge, Ristorante dell'Hotel Villa La Vedetta
Viale Michelangiolo, 78 50125 Firenze
Tel. +39 055 681631 Fax +39 055 6582544
Data recensione : 03/2006


Il ristorante in oggetto è all'interno dell'Hotel Villa la Vedetta sul viale
Michelangelo (a destra prima di arrivare al Piazzale per chi sale da Piazza
Ferrucci). L'albergo fa parte, insieme all'Hotel Londra e Grand Hotel
Minerva, del gruppo Concerto Hotel.

La Villa, aperta ormai da due anni, è molto ben curata soprattutto all'esterno,
bella piscina, grande vasca jacuzzi con capienza fino a 16 persone e,
ovviamente, vista mozzafiato sulla nostra città

Il ristorante si sviluppa all'interno di una singola sala che può contenere
non più di una trentina di coperti. I tavoli sono abbastanza distanziati
anche se la conformazione della stanza rende alcune postazioni abbastanza
scomode per il servizio. Il nostro tavolo infatti è incastrato in un
angolino, appoggiato per un lato ad una parete che richiederà, da parte del
personale di sala, grosse doti acrobatiche per tutta la serata.

La carta è abbastanza ampia con proposte di terra e di acqua; i prezzi degli
antipasti sono di ben lunga sopra i 30 euro giustificati dall'utilizzo di
materie prime nobili come fegato grasso, astice, scampi ecc.. I primi piatti
sempre intorno ai 30 euro e i secondi piatti fra 35 e 42.

Riguardo alla carta dei vini mi sarei aspettato qualcosa di più sia in
relazione al numero delle etichette e della loro originalità che,
soprattutto, alla profondità delle annate; infatti la carta è composta per
la maggior parte dalle ultime annate delle etichette dei soliti produttori
che si trovano nel 90% dei ristoranti fiorentini, senza troppo spazio per la
fantasia e per la ricerca; i ricarichi applicati sono abbastanza elevati.

Come mi capita solitamente di fare alla prima visita di un ristorante ho
scelto il menu degustazione prezzato a 95 euro, cosa che del resto anche mia
moglie ha dovuto fare visto che quest'ultimo , come riportato in carta, è
vincolante per un tavolo da 2.

Scegliamo dalla carta il Granato 2001 di Elisabetta Foradori dato che mia
moglie non ama bere i vini bianchi.

Il saluto della cucina consiste in alcuni piccoli assaggi su di un vassoio
rettangolare composti da : ostrica con cetriolo crudo ricoperta da una spuma
di cocktail margarita, un cucchiaio con un pezzeto di capasanta cruda con
fegato grasso e caviale, una fritellina croccantissima di bianchetti e un
bicchierino contenente una spuma di burrata servita con due foglioline di
origano ( o maggiorana) fresco. Tutto veramente ottimo, in special modo l'ostrica,
accompagnato da un calice di champagne di cui non ci è stata mostrata l'etichetta
e da una schiacciata morbidissima allo zafferano.

I pani serviti sono di una qualità molto elevata, una decina in tutto i tipi
serviti; si va dalla schiaccia croccantissima al panino al lardo di
colonnata, dal bane al burro francese al grissino stirato a mano,

dal pane alle cipolle a quello alle olive...

Il primo antipasto consiste in due piccoli pezzi di tonno arrostito ai tre
pepi con cime di rapa saltate e carota candita, ottima la materia prima
unico difetto una leggera ossidazione delle rape. A seguire ravioli di
piselli con piccoli pezzetti di calamaro e astice (crudo ?) questo è stato ,
insieme all'ostrica iniziale, il piatto che abbiamo preferito sia io che mia
moglie, un vero inno alla primavera che purtroppo, almeno qui da noi, tarda
ad arrivare. Procediamo con dei cappelletti in brodo con guanciale e coda,
rombo alla piastra con passata di zucca gialla accompagnato da due piccoli
calari pennini riempiti di riso e tartufo nero. Abbiamo concluso il menu
degustazione con un assaggio di ottima carne di fassona (credo dall'allevamento
la Granda) in due versioni, la tagliata e la battuta , accompagnate da
asparagi selvaggi saltati e da un piccolo cilindretto di panissa (quella
fatta con la farina di ceci e non quella novarese a base di riso) arrotolato
in una sfoglia di pasta phillo croccante.

Molti di voi conoscono la carne in questione, mi limito a dire che ieri sera
ho avuto un'ulteriore conferma della sua piacevolezza.

Predessert costituito da un piccolo cannolo ripieno di ricotta cosparsa di
pistacchi di Bronte. Pasta friabile, asciutta e non stucchevole; ricotta di
rara qualità.

Il dessert è costituito da varie interpretazioni legate alla mela : tarte
tatin, torta di mela classica, gelato , budino e quant'altro.. sia io che
mia moglie non lo abbiamo particolarmente apprezzato.

Ci è stata offerta una bottiglia di Muffato del Castello della Sala del 2003
del quale però abbiamo consumato solo un piccolo assaggio.

Abbiamo speso 225 euro così ripartiti : 2 menu degustazione a 95 euro
cadauno, 1 bottiglia di Granato Foradori a 59 euro , 6 euro per 1 boccia d'acqua
(Gulp !!) ci sono stati offerti il caffè e il Muffato della Sala.

Il ristorante ha subito ottenuto una stella Michelin alla sua apertura e
riconfermata nell'ultima edizione. Meritatissima a mio avviso per quanto
riguarda la cucina, un po' meno per il resto.

La mancanza più grave per un locale di questo livello è sicuramente la carta
dei vini anche per la totale mancanza di proposte al bicchiere.

Una curiosità : nessuno dei piatti serviti con il degustazione sono presenti
nel menu alla carta (!).

Da provare, nonostante l'importanza del conto, per cucina di livello davvero
molto alto.



Saluti



arturo