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Il Povero Pesce Via Calvi Pier Fortunato, 8/R 50100 Firenze (FI) Tel. 055 671218 Data recensione : 03/2006 Si comincia malissimo. Chiamo per prenotare e mi propongono di anticipare la visita alle 20.30 rispetto alle desiderate 21.15. Rimugino un po' le varie disponibilita' per capire se cio' fosse possibile, quando mi sovviene l'idea che il ristorante faccia i turni. Al che chiedo, e mi dicono che "si' lo farebbero ... ehm ... ma insomma". Replico che ci piace cenare senza assilli, e accettano di non fare turnazione su nostro tavolo da 6. Il locale dall'esterno, pur in piena citta' e' molto carino. Reinterpreta l'arredamento marinaro con leggerezza e semplicita'. Imposte color azzurro alle finestre, reti e conchiglie appese, simpatici i quadri. Veniamo fatti accomodare in una saletta che e' l'unica "sala" del locale. C'e' un ambiente all'ingresso con diversi tavoli addossati al muro, un altro tavolo da 6 in un rientro del corridoio, ed infine la saletta. In totale saranno 40 coperti, nella nostra sala una ventina. Decisamente prossimi gli uni agli altri i tavoli. Anche il livello dal rumore non e' basso. Ma vi contribuiamo anche noi, sconsigliato quindi a chi cerca intimita'. L'apparecchiatura consta di un foglio di carta. Il tovagliolo vivaddio e' di stoffa, e la "carta" e' un semplice foglio A4 riciclato diviso a meta'. Anche il servizio, come l'ambiente, e' piu' vicino alla pizzeria che al ristorante. Infatti quando chiediamo di vedere la carta dei vini venimo gentilmente invitati ad andare a vedere il frigorifero. Ma si propongono anche di elencarceli a voce. Proviamo, ma ci vengono indicati solamente i vitigni, chiediamo lumi circa nomi e cantine ma l'interlocutore brancola nel buio. La carta si cui sopra riporta in calce la dizione: "A seconda della stagione i nostri prodotti freschi potrebbero essere surgelati". Senza specficare accanto ad ogni singolo piatto se contenga ingredianti freschi oppure surgelati. La mancanza mi pare grave, vista la fattura della carta stessa, e del tempo eventualmente impiegato per sostituirla, anche giornalmente. I piatti elencati dalla carta sono, come fa intuire il nome del locale, tutti improntati al pesce povero. Semplici e tradizionali. Scegliamo un paio di piatti a testa, tra gli altri: - Saute' di vongole alla marinara - Spaghetti ai frutti di mare - Moscardini in guazzetto - Frittura di paranza - Gamberoni alla griglia - Gran gratella del Povero Pesce Prima di ordinare chiediamo al cameriere lumi circa la freschezza del pesce. Ci rassicura dicendoci che in quanto ordinato non vi era pesce surgelato. Tutti i piatti assaggiati sono discretamente realizzati. Con alcuni acuti, soprattutto nelle preparazioni alla griglia, dove spicca la bonta' della materia prima. Come ad esempio nei gamberoni alla griglia appunto; dalle carni sode e saporite. Dal fantomatico frigorifero di cui sopra vengono scelte due bottiglie oneste o poco piu', ricaricate un po' troppo. Anonimo il primo gewurztraminer prezzato 20 euro; molto piu' picevole il secondo chardonnay del castello della sala a 23 euro. Per conludere prendiamo anche diversi dolci. Classici, ma davvero buoni e ben fatti. In particolare un cheese cake, da frigo, con salsa alle fragole. Tre liquori e due caffe' portano il conto a 40 euro a testa, grazie ad un piccolo sconto. Un po' troppo per quanto offerto, soprattutto per ambiente e servizio. Ma oramai, purtroppo, e' diventato impossibile mangiare in citta' a prezzi inferiori. Pingo |