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Da Gianni La Vegia Bulagna Via delle Clavature, 18 40124 Bologna Telefono: +39 51 22 9434 Data recensione : 03/2006 E si ritorna sotto le due Torri, in un sabato gia' primaverile, per le sue mitiche lasagne alla bolognese. Si arriva col solito passaggio da Piazza Maggiore, incrociando un Cofferati attorniato da manipolo di fedeli, per infilare la splendida Via Clavature gia' tappezzata di distese all'aperto per aperitivi e pranzi, e dove un piccolo vicolo laterale porta alla Trattoria "da Gianni". L'ambiente e' da vecchia trattoria bolognese, con alcune pareti faccia a vista e altre rivestite con un intreccio che ricorda l'impagliatura da damigiana, e qualche arco a movimentare le gemoetrie della sala e delle due piccole stanze laterali, intimi ambienti da uno o due tavoli ciascuno. Stavolta siamo in sette. Mentre beviamo un Pignoletto di Minci arriva il resto dei commensali, e siccome avevamo richiesto le lasagne e queste erano gia' pronte, abbiamo dovuto saltare l'antipasto; mossa che peraltro si rivelera' assai azzeccata. Le lasagne sono sempre quelle di Gianni, un gran equilibrio tra sapori e consistenze, con un ragout leggermente piu' speziato di come si usa a Reggio. Cottura perfetta, con parti croccanti che sembrano bruciacchiate ma, al gusto, non rivelano alcun amarognolo da bruciatura, solo un gioco di consistenza in piu' sul contorno della porzione. Due dei commensali abitano a Bologna e anche loro non conoscevano questa trattoria, cosi' a fine pranzo si sono dilungate in ringraziamenti per aver fatto loro scoprire questo gioiellino di tradizione. Si ritornera', ormai mi hanno eletto chef-finder ufficiale. LOL, quando scopriranno IDR scopriranno anche il trucco, ma pazienza: panta rei. Mentre eravamo intenti sulle lasagne, dal Pignoletto siamo passati a un discreto Sangiovese bolognese del 2004, proposto dalla simpatica sommelier - meitre de salle; peccato non essermi segnato il nome del produttore perche' era interessante. Una nota sulla sommelier - maitre de salle: tipica schiettezza bolognese, con classe e giovialita'. Gran personaggio. Proseguendo coi secondi, ecco arrivare alcuni piatti di cotechino con purea di patate: un piccolo calibro per un gran prodotto, sapido e dalla consistenza perfetta, senza quella gommosita' dei citechini dove si usa cotenne di pancia. Quasi sicuramente qui c'era cotenna di spalla o di altre parti, e il risultato era una tenerezza non gommosa ne collosa (come capita invece spesso nel reggiano). Dei sette commensali solo 4 prendono il secondo, le donne preferiscono vari piatti di verdura gratinata e arrosto. Io mi impegno con una trippa coi fagioli gratinata, una terrina monoporzione di discreta qualita' con un di piu' aggiunto dalla leggera gratinatura. Qui gira sul tavolo un Barbera d'Asti 2001 della cantina di Vinchio - Vaglio Serra, dal discreto rapporto qualita' - prezzo: peccato per la bocca non al livello del naso, ma se fossero stati corrispondenti credo che il prezzo sarebbe stato su ben altra fascia. Chiudiamo con i dessert: qualche zuppa inglese che non ho assaggiato, un mascarpone con amaretti al caffe' che mi ha lasciato voglia di farmene altri tre, e un paio di tiramisu' che ho solo visto sparire in quattro e quattr'otto tra commenti entusiastici. Grappe, caffe' e saluti, il tutto per un buon paio d'ore in allegra compagnia e buona gastronomia. Totale 260 euro, di cui 24 per 2 bottiglie di Pignoletto, 12 per il Sangiovese e 16 per il Barbera. Divisione cavalleresca concordata con la caposala, 42.50 per i "lui" e 30 per le "lei", visto che hanno saltato il secondo e trincato con piu' moderazione. Come sempre Gianni non tradisce le aspettative, anzi. Mi sa che la prossima volta non prenotero' lasagne ma mi fidero' dei loro piatti del giorno: in carta c'erano gnocchetti (non ricordo il condimento, tortellini e tortelli di zucca, e nei secondi c'era un bollito servito con tutti i crismi (leggasi: quattro salse) e dei piatti di fritto misto ricoperto da un covone di tempura dall'aspetto (e profumo) invitante assai. Vilco |