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Il Sole - Antica Locanda del Trebbo
Via Lame,67 - Trebbo di Reno - Castelmaggiore (BO)
Tel. 051 700102
Chiuso Sabato a pranzo e Domenica
http://www.ilsole.info/


L'ambiente è forse un po' fanè, ma proprio per questo ha con sè il
sapore di una calda e affascinante dimora di campagna, un relais
ubicato nella prima periferia della citta', fuori dalla turba caotica
e modaiola, ma direttamente raggiungibile da Bologna in pochi minuti.
Nonostante ormai il loro nome poggi su una solida fama nazionale e
facciano parte della JRE, anche di Sabato sera la tranquillita' e'
assicurata, non serve prenotare con largo anticipo, parcheggio
comodissimo, al rilassamento contribuiscono anche le tre piccole
salette di quattro/cinque tavoli tondi, ampi e ben distanziati, quindi
suoni e voci ovattate e l'attenzione e la concentrazione possono
venire direttamente catturate dal cibo.

Il servizio e' cortese, non impeccabile ma questo sinceramente mi
interessa molto poco, anzi, quando succede, ricevo l'impressione di
una "ingessatura" dei comportamenti che fondamentalmente finisce per
mettemri a disagio.

Sulle prime, gia' immersa nel menu', commettiamo l'errore di dire no
all'aperitivo; non ricordavo che qui per aperitivo si intende
aperitivo nel vero senso del termine... io, altrove assorbita,
pensando alle solite "bollicine" ed ho declinato. C'e' da dire che il
mio palato ha il grosso limite di non apprezzare qualsiasi cosa che si
possa definire bianco frizzante...e' completamente ottuso a
riguardo... si' riconosce una certa superiorita' sul sapore di un
Chrystal rispetto ad un "prosecchino", ma si ferma li' e non lo
assaporo, dunque compatitemi e sorvoliamo su questo punto, per cui
appena vedo il gin fizz passare, mi domando che sto qui a fare se poi
mi scordo le cose fondamentali... ma pazienza d'altronde non sono
stavolta a 300 km di distanza da casa, quindi, dolersi per non aver
provato ogni cosa, ha poco senso.

L'impaginatura del menu' mi piace molto, due fogli su cartoncino
rigido, nessuna pagina da girare e rigirare, tutto sintetizzato e
accorpato semplicemente... come se ci fosse piu' ordine e concisione
per decidere al meglio.

Guardo i menu' degustazione, il piu' piccolo (3 portate + dolce),
sinceramente, lo scarto subito, sull'altro (5 + dolce portate a 75 ?)
rimango in dubbio, mancando pero' da esso alcuni "cavalli di
battaglia" che non volevo perdermi, optiamo per la carta. Anche la
carta dei vini e' similmente rilegata, niente di pitonato o da
sollevare facendo pesi. Vado dritta alla sezione che mi interessa,
trovo un vino interessante che non avevo mai avuto occasione di
sentire: Nabucco (01) - Monte delle Vigne - Ozzano di Taro (PR) un
Barbera/Merlot che non e' semplice trovare verso Bologna. Il vino
arrivera' dopo l'entratina, quando gli antipasti sono gia' arrivati,
ma d'altronde credo che sia logico se spulcio vini che nessun altro
ordina e che sara' stato sepolto in cantina chissa' dove (infatti era
freddissimo... abbiamo dovuto coccolarlo un bel po, quasi da massaggio
cardiaco); ma si e' rivelato molto interessante, anche se avrebbe
esaltato secondi piu' robusti di quelli che poi abbiamo preso. La
finisco qui perche' intelligenza vuole che in un discorso sul vino io
mi limiti a poche righe.

Entrata: Frittatina di trombette di morto con sorbetto di peperone e
salsa al basilico, la salsa era praticamente inavvertibile, come un
retrogusto aromatico, caldo/freddo e il sapore del peperone si
abbinava magnificamente senza prevariacare il sapore delle trombette.
Nota sul pane, la principale pecca del servizio, vengono serviti due
piattini con due panini e due pezzettini di crescenta (favolosa, per
altro), piu' uno di grissini centrale. Ecco non arriverei alla
perfezione, riguardo a questo dettaglio, della Lucanda, ma fra
sostituire il pane quattro o cinque volte, appena un pezzo era finito,
come loro, e non sostituirlo mai, una via di mezzo si puo' trovare,
secondo me.

Antipasti:

- Tataki di tonno, splendido per freschezza, consistenza e qualita'
della materia prima, accompagnato da pomodoro confit
- Fegato grasso d'oca in cocotte con rabarbaro caramellato al caffe':
una foiegrasofila come me poteva mai perderselo ? adesso debbo trovare
un aggettivo per definirlo, perche' fra celestiale, sensuale e
orgasmico sto scadendo nella fiera dell'ovvio, ma credo di aver
assaporato pochi piatti in vita mia con la lentezza, il silenzo e la
meditazione che questo mi ha ispirato. Ormai e' stata lungamente
descritta, il rabarbaro ed il caffe' non sono che lontane speziature
irriconoscibili (fortunatamente) nell'armonia die questo piatto
geniale
(quello di Badoere mi manca, ma la paternita' dell'idea, di chi e'?).

Primi:

- Zuppa di trombette del morto con cappesante brasate davvero
eccellente
- Maccheroni al pettine con battuto di fischione con salsa al fegato
grasso e fischione, notevoli, non troppo "salsato" ne' legato, il
fischione lo conoscevo molto poco ho fatto poi i compiti a casa
(uccello della sottofamiglia degli Anatini (Anas penelope) simile
all'anatra selvatica) ma si e' rivelato di sapore intenso ed
eccezionale.
Un piccolo fuori programma, ci portano sia a noi che ai tavoli accanto
come assaggino, gentilmente offerto due piccole ciotoline con
- Risotto di patate al profumo di noce moscata e rosmarino (in carta
per min. 2 persone), in realta' e' un risotto con patate, davvero
superlativo, non solo per la piena espressivita' di un parmigiano di
qualita' indiscutibile ma anche per la mantecatura con olio d'oliva
che gli conferisce una grinta che con il solo burro non avrebbe
posseduto. Notevole.

Passiamo ai secondi:

- Tre crudi di Manzo del Sig. Capaldo (sempre Segio Capaldo quello de
La Granda), nel primo c'era un'insalatina di finocchio e rucola,
lievemente piccante, nel secondo scaglie di parmigiano, cipolline a
julienne e tartufo nero, l'ultimo era una sorta di sushi fiori ed
insalatina, lievissimo tococ di salsa di soia. Sulla qulita' e sapore
della carne poco c'e' da aggiungere ad un nome che e' gia' una
garanzia e certezza.
- Petto e tulip di piccione con sformato di cipolla di Tropea e
battuto di pesche al pepe cinese, cottura perfetta, sapore intenso e
non troppo comperto dalla possente salsa al vino rosso che lo
accompagna. Decorativa sul tutto una fettina di foie gras per la mia
gioia.

Ho mangiato Foie gras dall'antipasto al secondo, anzi, 3/4 dei piatti
hanno lo stesso come ingrediente, personalmente questo non potrebbe
farmi piu' felice perche' mi fa impazzire, anche i piatti di pesce che
ho visto passare, sia le mazzancolle che il tonno, erano con foie
gras.

Dessert:

- Spuma calda al cioccolato e gelato al wasabi, ormai un classico.
- Soufflè al pepe cinese in salsa di sedano e pomodori caramellati
alla vaniglia: credo il piatto piu' particolare assaggiato negli
ultimi tempi, il sapore del pepe e' intenso (la piccantezza moderata,
invece), l'abbinamento con la salsa e' di impatto, mi e' molto
difficile spiegarlo perche' e' una sensazione che mi ha
cortocircuitato le papille gustative, a parte la persistenza del
sapore in bocca, cosa che non mi era mai capitata con tanta tenacia,
ma, perdonatemi i termini approssimati, era come se le papille quelle
ai lati della lingua (hanno un nome specifico che mi sfugge) avessero
subito un scarica repentina e immediata per poi resettarsi dopo
parecchi minuti. Una sensazione molto particolare che a quel punto non
sapevo piu' se provenire dal souffle' con una certa latenza (lo avevo
assaggiato sulle prime senza salsa) o dalla salsa stessa.

Caffè della torrefazione Lelli e piccola pasticceria che consiteva in
un piattino a testa con tre-quattro delicatezze diverse, dal tartufino
alla cremina in micro cocotte, alla carnamellin mou, buona, forse
piccina, ma buona.

Prima del dessert sono rimasta in dubbio se domamdare dei formaggi
(che erano in carta nel menu' degustazione) oppure no. Non so, con il
menu', ma ordinando alla carta credo si possa tranquillamente
affrontare, dopo l'antipasto, sia le Minestre (tre o quattro proposte
sul menu') che le Paste, infatti sono separatamente elencate. Alla
fine, una tantum abbiamo optato per "star leggeri" e passare solo al
Dessert, ma ad affrontare un'altro piatto del menu' non avremmo avuto
nessun problema di sorta... ho avuto qualche tentazione anche sul
provare un'altro secondo.

Le considerazioni finali, dunque, non riguardano l'indubbio talento e
gli indubbi meriti della cucina, nemmeno il perfettibile servizio che
rimane di stampo impersonale, rispetto ad altri locali con cui far
paragoni, fatto che, comunque, non costituisce necessariamente un
difetto, a seconda dell'umore, anzi, puo' diventare un qualcosa di
voluto e cercato. Ho visto il Leoni passare, aveva altri tavoli con
conoscenze a cui dedicarsi, e stavolta sono passata inosservata :-)
Stornando i 35 ? del vino otteniamo un onestissimo conto 84? a testa.


Ruggine