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Dal Vero
Piazza Indipendenza, 24 Badoere di Morgano (TV)
Tel. 0422 - 739614
Chiuso il Lunedì Uffa! Ancora
Data recensione : 03/2006


Beh, Uffa lo può dire chi non lo conosce, Ancora (e di nuovo) chi si è gia
seduto achì.
E' divertente parlare di Ivano Mestriner e del suo Dal Vero, perchè è una
realtà il cui start up gastro.mediatico ha trovato nel web balia attenta
che, già a soli tre mesi dalla sua nascita, ha cominciato a segnalare
nell'orbe terracqueo quello che, all'inizio, poteva sembrare un carneade
di pignatta, nonostante qualche comparsata a fianco di Aimo & Gualtiero.
Ebbene, da allora, firme e palati più o meno illustri hanno preso la
strada di Badoere, di cui hanno narrato, tra gli altri, un Davide Paolini,
un Luigi Cremona e pure un Camillo Langone.

Su Ivano ci si è anche divertiti a scomodare alcune iperboli, da Catapulta
Jones dei fornelli a Golden Boy di pignatta, manco avesse il numero 10 su
di una casacca che non è rossonera ma bianca con (sometimes) qualche
schizzo a volte di vissuto pummarolo o seppiolinico.

Continuiamo?
No, perchè sedere alla sua tavola vale molto più di molte iperboli.
Come già rircordato nelle altre puntate, la Carta è in fieri, anzi,
pardon, in ebollizione, e quello che trovate oggi potreste non trovarlo
domani, perchè i Catapulta Jones usano così, ma un punto fermo lo
troverete sempre, ossia quella "Frattaglialonga" che, già descritta su
questi schermi, testimone oculare Alberto Cauzzi, attraverso un percorso
di frattaglitudini assortite, vi terrà con occhio vigile e palato
divertito a scoprire quante invenzioni si possano fare con i pur umili
tagli del quinto quarto.
E qui, in effetti, la collaborazione con Cazza Superstar, alias Franco
Cazzamali, realizza delle sinergie che, al piatto, raccolgono palusi in un
raggio oramai di decine di chilometri.

Cominciamo in punta di piedi, allorquando v'arriva un Poker di Mare in
cui, tra divagar di rombi, calamari e scampi, l'Oscar va ad un finto
sushi, ove la pellaccia non è d'alga, ma di una sottilissima polentina al
nero di seppia che racchiude un baccalà birichino (e mantecato).
All'inizio ci cascate, è solo nel lento sferragliare di lingua & palato
che v'accorgete del trucchetto subliminale.

Ok, saliamo di giri, il vostro palato boxer comincia ad entrare in coppia
e con cosa meglio di un ... Calamaro da Corsa.
Ivano, su alcuni piatti, sembra oramai il Mago Oudini. Quello che sembra
un Calamaro, in realtà, è cipolla assemblata in versione tentacolare; la
farcia di milza fa il resto. Vorremmo cercare un paragone ... Platinette
no, ma se uno non conosceva bene Eva Robin's, all'inizio, poteva cascarci.
Ergo, qui è uguale, in un contesto che pare dipinto da Depero.

Il Gioco promette di farsi duro ... ed ecco che entra in scena lo
Smidollato, e chi sennò?
Dalla Pittura siamo passati nel campo dell'Architettura edibile.
L'osso, a mò di bicerin, tiene 'n coppa à midolla.
Attenzione, fermi tutti.
Ascoltate il Sararlo. Prima lo fotografate, perchè così va sul vostro
savescreen da 3° Girone di dantesca e liceale memoria, poi cogliete
l'osso, portatelo alla bocca e ... ssslurp, un solo boccone di medulla:
Sesso Puro! Come direbbe Oloap Marchi ... e pluriorgasmico, se permettete
esperienza personale, in quanto il primo approccio è la salinità di questo
bon bon, poi, per un attimo, sentite il vello dei quattro salti in padella
e, infine, ... mai gavettone fu più apprezzato da papille e derivati.

OK. Cappotto. 69-0. Palla al centro, anzi ... un brodino, tanto per
riprendersi.
Et voilà il Brodo che ti guarda, che potrebbe starci bene anche come logo
per "Welcome in Badoere", come quei cartelli del Touring Club.
La Broda è un ristretto di vitello, gli occhi ... sono occhi veri, non
quelli di Lyz Taylor o Clint Eastwood, ma di umile et pio bove.
Sì, qualcuno (siamo ggente oramai navigata) potrebbe storcere l'occhio
(suo)altrove: fatevi coraggio, azzannate queste due "morositas", fatte
espresse per voi.
Consistenza duro elastica esterna, un po' più gelatinosa inside.
Se foste ... non vedenti, a mò di una delle famose tre scimmiette,
l'effetto morositas sarebbe uguale, anche se non siamo ancora alla piccola
pasticceria.

Ok, let's go, la bandiera a scacchi è ancora lontana: testa bassa e
pedalare, anche perchè chi immaginerebbe che, andando di frattaglia, uno
potrebbe inventarsi i Cappelletti all'aglio orsino con lingua salmistrata?
Si può, si può, almeno a Badoere.

Un consiglio, andate a 2 tempi, come una Kawasaki: con una mano pescate
direttamente il Cappelletto, con l'altra andate a scucchiaiar di broda,
resa ancor più intrigante dal belletto fornito da elegante anice stellato.

Ricomincio da tre con Trettrippe, jam session in cui potete giocare ad
ambarabaciccicoccò con quelle di gallina, appunto, di maiale et vitello.
Per i salutisti è possibile scambiarne una delle tre con quelle di bacalao.
Da segnalare quelle di gallina, una specie di rarità etno.alimentare; cose
un tempo di uso comune, della serie "qui non si butta via niente", ora,
nell'età del monousa e getta, ripescata meritatamente dall'archivio delle
memoria e delle aie vere e ruspanti.

Grande ... il Gran Bollito, in tutti i sensi.
Vi troverete di tutto, di più, con tagli assemblati ordinatamente, quasi
fosse la Grande Orchestra della Scala, con Fiati e Controfagotti, pardon,
Testina (eccezionale), Scapino (di più), Cotechino e il Paganini del
Piatto: un Piedino di maiale con i marroni (non intesa in senso lato, la
cosa, ma ... anche, se lo volete) da cuccarsi in un sol boccone. Per
sgrassare i carburatori e calmare (per chi li abbia) i sensi di colpa,
assolo finale con il Gelato al Cren.

Bueno, Crema Catalana al Foie Gras.
Catapultata nel gran finale, e già ampiamente descritta peraltro, non
perdetela.
Qui il trucco sta nell'esser andati oltre le Colonne d'Ercole conosciute
dell'assemblaggio di materia prima ... vi vien da fare il bis, ma
tenetevelo per domani perchè, domani, ve lo dico io e non Rossella O'Hara,
più che un altro giorno potrebbe veder cambiare tutto il Menù di nuovo, ma
la Catalana, per ora, sta nella "rosa" del Menù come Capitan Maldini
(Paolo) alla guida delle armate rossonere: intramontabile.

La Cavalcata delle Valchirie, a confronto, è una passeggiata da "percorso
vita" per la terza età; perchè qua a Badoere, si viaggia ai quattro
palmenti biturbo.
Di Ivano, di suo, ne abbian già narrato le gesta, della sua Coequiper
Gabriella idem, e adesso, pensate, è arrivato pure Jorghi (che non è
parente della premiata ditta Yoghi & Bubu), ma è un catalano che ha fatto
un po' di stretching da Andoni e poi, come i salmoni, ha risalito
quell'italica corrente che si divide tra Cala Montjoi e San Sebastian,
approdando achì per approfondire meglio italica materia prima, e lo ha
fatto in questa metropoli di qualche centinaio di anime che sa di Badoere
ma anche di tanta sostanza e gusto lungo di frattaglia, e non solo.
Hola.
Sararlo

p.s.
Di alcuni piatti, apparentemente, si è già narrato, e mi riferisco a
quelli di frattaglia. Ebbene, a parte l'anagrafe e il dna di materia
prima, per il resto, all'impiatto, è cambiato tutto, manco Badoere fosse
una succursale di Casablanca e Ivano un emulo di Guy Pitanguy.



Giancarlo Saran