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Osteria con Cucina La Capanna
Ponte vicini di Codigoro (FE)
Tel. 0533 - 712154
Chiuso Mercoledì e Giovedì
Data recensione : 03/2006


Con lo spirito di un Sebastiane ci immoliano "palati volontari" (?!?) a
descriver di pugne di desco e di sfide di boccia, il tutto in quelle brume
dove Pupi Avati viene a cercare ispirazione e dove, a coccolorar di panza,
senz'altro avrà trovato ristoro presso La Capanna, storica enclave di
ittico conforto di generazione in generazione, spersa in un Delta che non
è di venere, ma di polesine ferrarese.

Da fuori pensate a un Sali & Tabacchi di frontiera, in realtà,
all'entrata, pur con banco spartano, vi raccontano che loro, in trincea di
palamita, ci stanno da sempre, complici anche storici e ingialliti
articoli di riviste Gourmet & affini, perlomeno del secolo scorso,
latitudine edonismo reganiano more or less.

I tavoli sono compostamente rustici, qualche saletta galeotta occhieggia
di possibili fuitine lontane da occhi indiscreti ... naturalmente con
innocenti riferimenti ai rispettivi dietologi, personal trainer &
Scapagnini assortiti.

La combriccola è variopinta e multietnica, con presenze lombardo-venete,
emiliane e di quell'autentica macchina da guerra che sarebbe ingiusto
ridurre ad acronimo, in quanto la Potente Lobby Toscana è storico e
inveterato spauracchio per Osti e Trattori dal Manzanarre al Reno, altro
che lo S...Buffettato Raspelli melacruda.

Ecco materializzarsi Nick familiari, vuoi un Vilco, un Lcr, un
anagraficamente conseguente Giovanni Bossi (di marron vestito, però), un
Enociccio invero taglia 56 e non oltre, una Ruggine che, al di là del nick
minimalista, è di incarnato fresco e ottimista, anche per controbilanciare
un simpatico G.F.C. che, probabilmente in quanto autoctono, deve averne
veramente viste di cotte, di crude e pure di marinate da nebbie assortite.
Che dire di un Pingo, il dito più veloce del web, di @ndre@ da Florence,
compassato e con l'occhio affettuosamente rivolto a Zio Ziongiu, attento,
da devoto nipote, a che non si strafogasse oltre il limite, perchè i
secoli passano per tutti, tranne che per Claudio "Chocolat" Pistocchi,
quello che, tra qualche anno, farà concorrenza per citazioni, in Vikipedia
perlomeno, ad una oramai marginale Sacher.
Eccoli, sono tutti lì. Ah sì, arriva anche un tale dall'eloquio scomposto
ancor prima di passare al potus ... si parla di un Sararlo, chissà, forse
sarà un banale portoghese in libera uscita da qualche Blog o qualche Forum.

E finalmente si principia dopo il brindisi di rito a Nonno Ziongiu, anche
per una questione di rispetto: si sa, ad una certa età spostarsi richiede
non solo impegno, ma anche tanta passione e, sopratutto, un fegato sano (o
quasi).

L'esordio recita di Quenelle di Baccalà su polentina di porri e patate.
Forse la temperatura ambiente non la valorizzava al meglio, ma
probabilmente la cosa era voluta per non fare shock termico con
l'incipiente Poker di cruditè, alias Carpaccio di Ombrina, Canestrelli,
Scampone e una sanguigna Pancia di tonno che sapeva di mare e di sostanza.

Si prosegue tra frizzi,lazzi & barrique, laddove la Cantina, nonostante
l'impegno profuso dall'eroico Vilco, pioniere & organizzatore
dell'incontro, non presenta picchi di ricerca particolare, procedendo
piuttosto per vie un po' scontate o di Romans.

La Cucina, ergo, si è applicata di più, testimone il fatto che, a fronte
di una Granceola al vapore tuttosommato senza infamia e senza lode, è
stata abbinata una Maionese emblema del fatto che, con un po' di olio di
gomito, tanta passione e ova q.b. si ottengono prodotti che nessuna Calvè
riuscirà mai a imitare, neanche mettendoci la bandana alla confezione
sottovuoto.

Nella Passeggiata di mare il palato è accompagnato egregiamente senza
Timorasso alcuno, grazie a questo autoctono powered by tale Morotto:
bello, grasso e muscolare (Danke LCR) lungo un salto triplo a base di
Gamberi di laguna, Bosega e Moleche (debolucce le ultime, invero, e la
Bosega, personalmente, sembrava uscire da una di quelle situation comedy
per adolescenti in cui c'è sempre qualcuno che tiene il moccolo).

Ok, la temperatura della sala cresce, la PLT si conferma degna di cotanta
fama e bisnonno Ziongiu è testimone di come, per tenersi sempre sulla
cresta dell'onda, l'importante sia cercare sempre nuovi interessi e nuovi
stimoli.
Abbandonati probabilmente quelli più terreni, lo abbiamo più volte visto
issarsi sui tavoli e qualche appliques per fare delle photo invero
perfette ... ecco, Bob Noto deve averlo forgiato ammodino in qualche corso
o seminario stellare.

Il Risotto con le Capetonde è fatto evidentemente da mano sicura e con i
controtegami, anche se, invero, non abbiamo trovato lo stesso glamour sui
Maltagliati, chissà se per il fatto di non chiamarsi Carnaroli pure loro,
anche se abbelliti, manco fossero andati in sala trucco hollywoodiana, con
Mazzancolle, peperoni, cipollotto e pure calamari.

Time Out.
Il nostro Carl Lewis dei Gastropost (provate a indovinare ... uno a caso)
comincia ad alzarsi. Esce. Rientra.
Bah, forse vuol fargliela pagar cara (e anticipata) al vecchio Scuteri.
Ergo, non è prostata, solo senso del dovere ... postale.
Ad un certo punto si alza pure Ziongiu, beh, senza scendere nei
particolari, si immagina conseguente a scorrere di Bacco (incontinente?
Forse).
Ad un certo punto la PLT si alza in tronco ed esce: poco gradita la
compagnia? Un Direttivo dell'ultimo minuto?
Macchè, una sosia della Vernacolare Luana è seduta in sala attigua. Forse
le fanno la festa per farla Socia Onoraria, o forse vogliono solo farle la
festa ... chissà, tuttavia ad un certo punto spunta Mamma Luana Sr. e
tutti ritornano a triturar di lisca.

E qui, Pancia mia fatti Capanna, per davvero. Mamma Soncini, come una
Cornelia di pignatta, sfodera i suoi gioielli migliori.

La Frittura è come l'Ubalda, bona et calda, anzi, augusta, con tutte le
sue cosine al posto giusto, così come Mr. Bisato (leggi Anguilla, per i
non residenti): è bello, muscolare e ... abbronzato in forno che è un
piacere, con qualche mosca nocchiera che lo accompagna a fauci in gioiosa
attesa, leggi Bianchetti e semplici Giottoli (specie di polipetti
polensi). Anche la Cantina, per un attimo, dopo vari tentativi, invero con
qualche aiutino, è meno Cenerentola, grazie ad una mirabile Vitovska By
Vodopivec '98, cui fa da paggetto semisconosciuta boccia di tale Borc
Bodon, un "multietnico" pure friulano.

L'occhio di Vilco ammicca sornione; Pingo pensa a Luana e ai post perduti;
Claudio è contento di suo, e forse non solo perchè vanno bene le vendite
delle sue cacaocreature.

Arriva il Germano in tecia che, per carità, sarà stato anche a norma CE,
ma forse noi lo avremmo preferito un pò più alla diavola, anche se,
invero, bacca rossa la vincerà nel confronto, con pregevoli transalpinità
del duo Bossi-Fini, no scusa, Bossi-Lcr.

Finita? No, è che, quando il gioco si fa duro si passa al Sorbetto, e che
sia di Zenzero è solo un piacevole viatico per tuffarsi nel Pistocchi
Wordl: che dire, Heaven can wait, Pistocchi uber alles (non ne conosciamo
la traduzione Thai, ma il senso si capisce, hic!).
Forse l'abbinamento non sarà stato elettivo, ma il Verduzzo 2003 di Marco
Sara la sua figuretta la faceva, con sentori lunghi di barrette di
mandorle tostate che mano amica ha porto anche ad un Enociccio che, se non
se ne dipartiva subito, forse non si sarebbe trasformato in zucca, ma cui
conturbante Dama abbinata avrebbe certamente fatto c..o tanto.

Aniway, c'est la vie. Finita? Naaa, arriva lo Zabajone dei vostri sogni,
quello che farebbe risorgere intere tribù di ghiottoni erranti, ma,
sopratutto, arriva in Sala la patronne, Donna Soncini. Che dire? Beh,
sperem che Lo Zabajone lo facciano sempre così, e non solo perchè avevano
i fucili, pardon, i post puntati contro della PLT (rosso d'uovo a gò gò,
no balle), ma un ritorno ancestrale alle origini, di quando non c'era Sky,
la Tv viaggiava a Carosello & Brillantina Linetti.
Chissà, abbiamo avuto la stessa sensazione di quando, in altri contesti,
dopo un onesto tracheggiare della compagnia teatrante, entra in scena un
Gasman o una Moriconi di spessore vero. Questo non per dire che il buon
Pierluigi (The son) e la sua troupe avessero gestito male la cosa, ma ...
insomma, non si era percepita, sinora, la stessa tensione emotiva et
creativa.

Che dire, alzarsi da tavola? Beh, se non altro perchè il turno della sera
era ormai prossimo, anche se qualcuno aveva ancora la Sindrome della
Contessa (quella dei Rocher e dell'Ambrogio complice) per cui, "quel certo
non so che" è stato stemperato da alcuni con Sgnappa Storica e friulana,
da altri con pregevoli Acciughe con Pane & Burro, e da quasi tutti con
ambo sequenziale e coerente.

Giornata divertente da compagnia conseguente. Cucina interessante che,
personalmente, abbiamo apprezzato di più nei passaggi di forno e frittura.
Cantina oggettivamente al passo, nel senso che il buon Pierluigi (dai
vaghi tratti ... bettariniani) forse è più impegnato a fare la posta alle
Luane di passaggio o alle bionde valchirie estive. Fare qualche buon
ripasso di millesimi e barbatelle autoctone non sarebbe male, anche per
rimediare a che, qualche scapestrato della sua ciurma, per far apprezzare
meglio una creatura ambrata come Madama Vitovska, la stesse mettendo in
ammollo ghiacciato, manco fosse un tavernello o un franciabreve qualsiasi.
Prosit, Hic. Alla prossima, Blurp.
Sararlo

p.s.
Un ringraziamento particolare alla PLT, non solo per la piacevolissima
compagnia e non tanto per la tessera a prezzo simbolico offertami per
entrare nella loro grande famiglia, ma anche per aver avuto la delicatezza
di non lasciare un Souvenir d'Italie sulle immagini della 8 megapixel à
la moda del Melandri o del Sassaroli, ma, invero, più delicati e discreti,
con qualche simpatico epiteto scritto di proprio et alcolico pugno sul
personale diario di bordo da cui colgono ricordo queste note, alla moda
dei simpatici camalli livornesi o di qualche ... cavatore apuano ;0))


Giancarlo Saran