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Ristorante Pomodoro da Michele Lungo Mare Da Vinci 69/A - Senigallia (AN) Data recensione : 02/2006 Il lungomare di Senigallia, una bella cittadina sull'Adriatico, fa mostra di sé già dall'autostrada che, dall'alto della collina, domina la celebre "spiaggia di velluto". Il mare sembra davvero a due passi visto da lassù e ti invita piacevolmente ad una deviazione. Questo famoso lungomare, visto da più vicino, ad esser sinceri, lascia un po' a desiderare e mostra i canoni già evidenziati in gran parte delle località costiere dell'Adriatico: una lunga teoria di alberghi e locali e localini a ridosso della spiaggia su cui purtroppo imperversano bestie di tutte le dimensioni e i loro incivili padroni. Un vero peccato che per fare due passi sulla battigia (bellissima) si debbano fare continui slalom tra rifiuti corporali di tutte le specie. 'Ndo stanno li vigili? Il locale che ci fa fermare (ore 13.50) si chiama Pomodoro (come recita la grossa insegna) e lo scegliamo poiché è appena fuori del cuore del lungomare sud, al riparo dal caos dei parcheggi intasati visti fino a quel momento. Entriamo in una bella sala, ampia abbastanza da contenere banchetti importanti e ci sediamo in un tavolo centrale. Una cameriera giovane e piuttosto carina ci porge il menu con rapidità e gentilezza. Cosa ordiniamo. Antipasti: insalatina di mare: piuttosto buona. Primi: passatelli vongole dell'adriatico e carciofi, penne alla vodka, spaghetti del pescatore. La mano del cuoco è precisa e, senza voli creativi, apprezziamo l'accostamento di prodotti terragni al sentore marino, in un'esecuzione garbata e, nel caso degli spaghetti, dal sapore del sud (scopriremo poi essere l'origine del titolare, Michele Ercole). Secondi: sardoncini scottadito, bistecchine di spada alla griglia. Squisiti i sardoncini, deliziose le bistecchine di spada, tenere e cotte a puntino. Contorni: olive all'ascolana. E' davvero un'impresa trovarne di decenti, ma il nostro Michele le fa abbastanza bene. Vini: Greco di Tufo, una scelta azzeccata. Dolci e dessert: panna cotta al caffè, tiramisù della casa. Eccellenti: soprattutto la panna cotta. Terminiamo con un delizioso caffè Saccaria. Conto in quattro: 128 euro. Onesto. Il locale, una specie di grossa "capanna" di legno ci ha piacevolmente impressionato: servizio efficiente, cordialità senza salamelecchi, un'atmosfera che permette al cliente di pranzare e scambiare due chiacchiere senza che il vociare degli avventori risulti troppo invadente. Spesso è frequentato da avvenenti cubiste e ragazze impiegate nei locali della zona. Ken |