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Ristorante L'Oca Bianca Via Coppino 409, Viareggio Tel. 0584-388477 Data recensione : 01/2006 L'Oca Bianca non è più quella del patron Marco Garfagnini. Una gestione che avevamo sperimentato con piacere in passato gustando cene prelibate in serate che ancora oggi io e mia moglie ricordiamo perfettamente in ogni dettaglio. Certo, il locale è sempre molto elegante (ma l'ingresso andrebbe un po' migliorato….), di una raffinatezza non ostentata, con una vista unica sui luccicanti e mastodontici yacht miliardari ancorati nella darsena viareggina. Ma qualcosa indubbiamente è cambiato. E a nostro avviso non in meglio. Nella Guida del Gambero Rosso 2004 il giudizio sul ristorante era stato sospeso proprio per il cambio alla guida del locale. La stessa pubblicazione aveva assegnato 84 punti nel 2005, scesi a 83 nel 2006. Comunque sempre un punteggio alto. Ma a noi stavolta "L'Oca", la rinomata "Oca" non ci ha convinto pienamente proprio per le ottime esperienze passate e per il blasone che il locale si porta dietro. Ma veniamo al cibo. Nell'attesa ci viene servito un micro sedanino con mousse di parmigiano veramente sfizioso e sul tavolo ci sono due terrine (la prima con una mousse di burro alle olive e l'altra di burro e prosciutto) che la moglie 'prosciuga' in un battibaleno. Dopo una rapida illustrazione del menù (che noi avevamo ben scandagliato per almeno 10 minuti) e aver chiesto quali sono i piatti compresi nel menù degustazione (55 €), ci facciamo tentare dalla degustazione dei soli antipasti anche se, a posteriori, i 30 € che ci viene fatta pagare a testa non si giustificano con i 55 € dell'intero pasto a degustazione. O no? La carta dei vini è sempre ricchissima e variegata: a livello regionale, nazionale ed internazionale (e questo è uno dei punti d'eccellenza dell'Oca). Scegliamo il Vermentino di Gallura Vigna 'Ngena 2003 di Capichera, veramente notevole per piacevolezza olfattiva e gustativa. Il solerte e gentilissimo maitre ci chiede se vogliamo un flute di champagne per aperitivo e ci lasciamo convincere. Le pietanze? Partiamo con un riso basmati con gamberi che è appena sufficiente e oltretutto quasi freddo, per proseguire con una capasanta cotta al vapore servita su letto di una mousse di verdure (decisamente discreta), segue la cicala al vapore con farro verde (connubio azzardato ma apprezzabile), poi il crudo di tonno con caponata che è forse il 'pezzo' migliore: delizioso. I primi piatti sono lo spaghetto alla bottarga di muggine che giudichiamo sufficiente (la bottarga è molto profumata ma lo spaghetto è quasi secco…bastava qualche filo d'olio per completare un piatto semplice ma verace). Io, invece, assaggio gli ziti fatti in casa con polpa di crostacei che assaporo con piacere, ma senza provare sensazioni paradisiache. Ottima la tagliata di tonno con sesamo e cumino che sceglie la moglie per secondo: cottura perfetta e porzione abbondante. Una pietanza da consigliare. Meno eclatante, anzi decisamente "normale" la pescatrice al forno con verdure che, caldeggiatami dal maitre, non si rivela la prelibatezza 'pubblicizzata' con tanta solerzia. Dopo una breve pausa e la constatazione che la moglie è sazia, io mi 'lancio' sui dessert e, in particolare, sul flan di cioccolata. Bella presentazione, ottima fattura e qualità della materia prima. Accompagno il dolce con un corposo sherry Pedro Ximenez (servito anche alla moglie che non l'aveva chiesto e per questo almeno per delicatezza andava offerto come fanno in tanti ristoranti di rango). In sostanza quindi il giudizio sull'Oca Bianca - la cui cucina rimane comunque di livello medio-alto - lascia un po' perplessi per vari motivi. Il primo è che pur essendo un ristorante dove le pietanze di pesce la fanno da padrone, la qualità varia molto tra piatto e piatto. Ci sono portate indubbiamente prelibate ed altre troppo "normali" che, inevitabilmente, finiscono per abbassare la media del giudizio complessivo. Il secondo motivo è che i prezzi sono a nostro avviso decisamente lievitati, anche nella cantina che, nella vecchia gestione, ricordo con ricarichi meno forzati. Il terzo, come ho già accennato, è l'accortezza a certi 'gesti gentili' che in altri posti adottano con nonchalance. Che c'è di male quando si spendo oltre 70-80€ a testa ad offrire un flute di champagne, l'aperitivo che sia e il 'beverino' di accompagnamento al dessert? Sarà. Ma per un dettaglio del genere, io e la mia dolce metà siamo capaci di non mettere più piede in un locale (del resto ce ne sono tanti in Toscana e di tutti i livelli….), soprattutto quando si spendono 200 euro (a tanto è ammontato il conto finale) che - detta alla Bonolis - sono sempre quasi 400 mila lire del vecchio conio!!! Fate voi. Sono in attesa di leggere altre recensione di questo noto ristorante viareggino su Tigulliovino per vedere se il giudizio è sulla stessa nostra lunghezza d'onda. Ricapitolando: degustazione (4 antipasti)..……. 60 € 2 primi piatti………………….……34 € 2 secondi………………………….42 € 1 dessert……………………………8 € acqua ……………………………… 3 € vino Capichera ………………… 26 € champagne + sherry…..………… 21 € 2 caffé……………………………..…6 € TOTALE…………………………...200 € Awanagana |