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Osteria del Pomiroeu
Via Garibaldi, 37 Seregno (MI)
Tel. 0362/237973
Giorno di chiusura: lunedė e martedė a mezzogiorno
Data recensione : 02/2006


Domenica ore 13.00; č abbastanza inconsueto per me visitare ristoranti a pranzo - di solito preferisco l'atmosfera della cena - ma visto che l'occasione lo richiedeva, non abbiamo certo disdegnato la visita al ristorante gestito da Giancarlo Morelli di cui abbiamo in varie occasioni sentito parlare.
Al ristorante si accede attraverso un cortile, dove una volta aveva la sua sede un venditore di frutta e verdura (da qui il nome "Pomiroeu": il venditore di mele); appena entrati ci riceve un commis che ci prende le giacche e ci fa accomodare in una saletta poco pių avanti.

L'arredamento č rustico-elegante, l'atmosfera č molto calda e gradevole. Avendo prenotato per 6 adulti pių un bambino piccolo, ci hanno riservato questa piccola saletta con un tavolo quadrato molto spazioso che ci consentiva di aver la nostra privacy senza correre il rischio che il bambino potesse arrecare disturbo ad altri ospiti del ristorante (scelta a noi molto gradita).

Subito ci vendono portati i menų che, in questo caso, oltre alle pietanze alla carta, comprendeva un menų a tema: "Caccia in cucina" (? 50). Per semplicitā tutti i commensali si orientano sul menų che, a parte qualche portata dal nome poco promettente, appare ben articolato.
Visto il menų interamente a base di cacciagione, optiamo per un morellino di scansano riserva (? 33), con ricarico forse un po' eccessivo.

Il menų prevedeva:

- Aperitivo di benvenuto: un gradevole Franciacorta brut (che ci siamo poi ritrovati sul conto = ? 33 - unica vera nota dolente della giornata).
- Come appetizers: 2 crostini, uno ai fegatini ed uno al petto d'oca - abbastanza scontati anche se piacevoli.
- Antipasto: lombino tiepido di cinghiale leggermente affumicato su fagioli di pigna - molto gradevole
- Primo piatto: Papponi di grano con ragų di lepre e cioccolato xocopili. In realta era una sfoglia di pasta all'uovo, tipo lasagnetta, condita con un eccellente ragų di lepre. Il tono del cioccolato xocopili si avvertiva appena e lo rendeva molto piacevole. Secondo me il piatto pių buono del menų e certamente il nome non gli rendeva merito.
- A seguire 2 secondi entrambi molto buoni: un petto di germano all'aceto di ciliegie su purea di pere e un cervo alla Mitteleuropea guarnito di semolino dolce.
- Ancora, un piatto di assaggi di formaggi con mostarde e salse abbinate
- Il dessert: pallettone di cioccolato - un tortino di pan di spagna farcito al suo interno con una crema al cioccolato e decorato con salsa vaniglia e salsa cioccolato. Sinceramente un po' deludente rispetto al livello di tutte le portate precedenti
Il caffč (eccellente) con la piccola pasticceria che comprendeva: chiacchere, frittelline, baci di dama e cioccolatini ripieni di nocciole pių diversi tipi di cialde al croccante; tutti molto buoni.
Il conto totale č stato di ?70 per persona.
Il livello della cucina mi č sembrato ottimo, dessert a parte. Tuttavia per il costo totale e per la tipologia di clienti a cui il ristorante si rivolge mi sento di dover segnalare qualche pecca:
- Il servizio dei camerieri č di tipo "amichevole" - e si intenda che č piacevole in alcune occasioni, come la nostra - ma poi non deve scadere in dimenticanze come: non portare il cestino del pane, non servire il vino, dimenticarsi di aprire la seconda bottiglia (ordinata), ecc.
- Il pane č risultato un po' sotto tono (qualche fetta di filoncino pių qualche tocchetto di focaccia e forse un paio di pizzette) e direi non fatto in casa.
- Sulla tavola non c'era il piattino del pane.
- L'aperitivo che era indicato nel menų come tutte le altre portate, č stato fatto pagare a parte nel conto!!!!
- La figura dello Chef Patron č stata piuttosto strana in termini di presenza. Non era a dirigere la cucina ed č arrivato al ristorante molto tardi quando i clienti ormai stavano giā uscendo senza peraltro concedere nessuno scambio di battute o chiedere come fosse andato il pranzo.
Ripeto: tutto ciō č un po' singolare per la tipologia di ristorante.


Alberto Adami