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F.I.SH. (Fine International Seafood House) Via dei Serpenti, 16 - Roma Tel. 06/47824962 Coperti: 42 Parcheggio nelle vicinanze: difficile e a pagamento Giorno di chiusura: lunedì Data recensione : 02/2006 Posto già studiato da un po' di tempo, durante i tragitti per raggiungere l'indiano Marahaja che è situato pochi passi più avanti, sempre nello storico Rione Monti; lo individuo per una serata di "non San Valentino". Telefono il giorno stesso (è un sabato) alle 14 per prenotare un tavolo per due per le 20. Arriviamo in leggero ritardo e veniamo fatti accomodare in un angolo della sala principale, superato l'angolo adibito a sushi bar, dopo che il cameriere si è preso cura dei nostri soprabiti. L'ambiente - non grandissimo - è arredato in modo moderno ed essenziale, forse potrei definirlo "minimal-chic" ma non sono un esperto in materia. Mentre ordiniamo un'acqua leggermente frizzante ci vengono portati i menù. Non faccio caso a chiedere al cameriere i piatti del giorno e lui da parte sua omette di farne menzione. Il menù è suddiviso per tipologia di cucina, dalla sezione dedicata agli antipasti (che spaziano da tre varietà di ostriche, ai carpacci, alle tartàre), a quella riservata al sushi e sashimi, per continuare con quelle dedicate alle aree geografiche (Asia, Oceania e Mediterraneo), senza dimenticare un apposito spazio riservato alla cucina innovativa e fusion. La carta dei vini appare sufficientemente ampia, ma non sono un esperto. Per iniziare io scelgo un tris di tartàre (salmone, tonno e pescespada), mentre la mia commensale decide di assaggiare il sushi di cappesante; per proseguire, io seleziono dal menù fusion un tortino di carciofi alla romana con gamberi in salsa di pecorino e pinoli, mentre la preferenza della mia ospite cade su un piatto di verdure miste cotte nel wok, accompagnate da gamberi cotti alla piastra. Una volta scelti i piatti, veniamo avvicinati dal proprietario per la selezione del vino: una scelta effettuata grazie a un consiglio accurato e fatto con passione ma senza "fanatismi", e anzi informandosi puntualmente sui nostri gusti. Si decide per un Pinot Grigio "Cà Friara", un bianco di 13° molto fruttato, quasi profumato, decisamente non molto strutturato, che riuscirà nel quasi impossibile compito di accompagnare piatti tanto diversi tra loro. Sugli antipasti: il sushi è "no frills" e permette di gustare la freschezza della cappesante, con le varie salse correttamente servite a parte. La tris di tartàre - guarnita con fettine di kiwi e limone - è deliziosa ed è accompagnata da una torretta di riso sovrastata da un gambero crudo e da una serie di uova di gambero, davvero sensazionali. La serata trascorre piacevolmente, anche perché - terminati gli antipasti - dopo una giusta interruzione arrivano i piatti principali. Il mio piatto è davvero gustoso: il carciofo è imprevedibilmente tenero senza per questo risultare meno saporito ed accompagna i gamberi in un abbinamento tanto insolito quanto azzeccato; il tocco in più è poi conferito dalla salsa di accompagnamento, una crema nella quale si riesce a distinguere e ad apprezzare sia il sapore del pecorino sia quello dei pinoli. Per l'altro piatto c'è un piccolo inconveniente, perché inizialmente arrivano solo le verdure, ma dopo la mia segnalazione al cameriere, nel giro di tre minuti arrivano anche i gamberi (tre, di discrete proporzioni), che comunque sarebbero stati serviti a parte. E neanche questa portata - sicuramente più tradizionale, almeno per la cucina asiatica - delude le nostre aspettative, con le verdure croccanti e i gamberi teneri, pur mancando forse di un pizzico di originalità. Le porzioni, corrette, non lascerebbero spazio a molto altro, ma resiste la curiosità di assaggiare anche i dessert e così decidiamo io per un classico fondant al cioccolato e la mia commensale per un più innovativo tortino bianco al cuore di lychees e lamponi; io chiedo di accompagnare il mio dessert con un calice dolce, demandando la scelta a chi così bene ci ha consigliato per il vino. Arrivano i dolci: il tortino bianco è tanto buono quanto originale, con la crema calda che non sovrasta i frutti di bosco; decisamente apprezzabile anche il mio tortino alla cioccolata, che rivela un cuore morbido e gustoso. Di mio gusto anche il calice dolce, un barolo chinato nel quale mi pare di scorgere una nota di ciliegia (ma, ripeto: non sono un intenditore.) e che riesce nel difficile compito di accompagnare un dessert al cioccolato. Concludiamo la cena decisamente soddisfatti, con la convinzione di aver fatto un'esperienza gastronomica un po' diversa dal solito, se non proprio innovativa, in un ambiente gradevole in cui ci si sente messi a proprio agio, il tutto ad un prezzo che - in rapporto alla quantità e soprattutto alla qualità della cena - può senz'altro definirsi corretto. Un saluto a tutti. 1 Acqua minerale Euro 2,50 1 Pinot Grigio Cà Friara Euro 20,00 1 Tris di Tartàre Euro 18,00 1 Sushi di Cappesante Euro 10,00 1 Carciofi con Gamberi Euro 15,00 1 Verdure al Wok con Gamberi Euro 15,00 2 Dessert Euro 19,00 1 Calice dolce Euro 8,00 Totale Euro 107,50 Gianluca |