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Enoteca da Giovanni Via Garibaldi 25/27 Montecatini Terme (PT) Tel. 0572 71695 / 73080 Chiuso il lunedì Data recensione : 01/2006 E' ormai il miglior ristorante della cittadina termale e zone limitrofe, almeno da quando gli altri due-tre ristoranti di livello presenti in città sono frequentati per la maggior parte da coppie "irregolari" da night club, formate in genere da avvenente russa poco più che ventenne e fiero nonnetto (pagatore) innamorato; oppure dai classici gruppetti di russe che, prima di entrare al night per che poi le signorine si sdebiteranno ampiamente tornando spesso col "pollo" di turno); ormai a Montecatini i locali "da russe", di alto livello hanno solo il conto finale. Per carità, con queste "signorine" c'è di che rifarsi gli occhi, ma non sono esattamente i posti adatti per passare una seratina in allegria con gli amici o la famiglia. Ma veniamo al dunque. L'Enoteca di Giovanni Rotti è situata in pieno centro, proprio dietro la Basilica di Piazza del Popolo. Arriviamo (in 6) verso le 20,30 e veniamo sistemati in un bel tavolo ovale nell'angolo del locale. La sala, elegantemente arredata, non è proprio "gremita", dato che oltre a noi ci sono solo altri due tavoli (diciamo un ordinario venerdì sera in stagione, per Montecatini, morta). La sala è supervisionata dal fratello del titolare, a mio avviso la personificazione del perfetto maitre di sala: un distinto gentleman piemontese, di grande cultura e con perfetta padronanza di 3 o 4 lingue, che sembra calato in Toscana direttamente da un esclusivo club di Londra. Tutto il servizio è molto professionale, con la dovuta cordialità e cortesia ma col necessario "distacco": nè troppo "amiconi" nè troppo musoni; l'attenzione è massima e ogni minimo particolare viene tenuto sotto controllo senza bisogno di chiedere (dal pane in tavola, alla bottiglia finita, al bicchiere vuoto, alla forchetta che cade...). Come dev'essere quando si spendono certe cifre. Partiamo con gli antipasti (accompagnati da un tranquillo Vermentino della Val di Cornia, 20?); in tre prendiamo un ottimo crudo, con un'ostrica, 2-3 gamberoni, una mazzancolla, uno scampo, qualche gamberetto e un'acciuga sfilettata. Impeccabile e ovviamente freschissimo. Le signore invece, poco avvezze alle "crudité" marine, optano per una terrina di bianchetti leggermente gratinata al forno; veramente eccellente e delicatissima. Cambio vino con apertura di una sontuosa "magnum" di Chardonnay Monsanto (50?; discreto rapporto qualità/prezzo), scelta a fatica nella infinita carta dei vini di Giovanni. Si passa ai primi, con due tagliolini al granchio (freschissimo) e tre trenette ai frutti di mare a dir poco strepitose: ricchissime di pesce (moscardini, calamaretti, vongole veraci, scampi, gamberoni, tutto sgusciato a parte qualche vongola per fare "colore"); ottimamente legate e con una minima delicatissima presenza di pezzetti di pomodorino fresco a conferire una colorazione appena appena rosata; da antologia; le linguine ai frutti di mare di Giovanni me le gioco a livello nazionale! Chi salta il primo (uno su sei) viene comunque "rifornito" con un graditissimo piccolo intermezzo di verdure, con un fiore di zucca ripieno, una fetta di melenzana grigliata ed una striscia di peperone. Sui secondi una commensale opera (per sedare una vecchia voglia) una deviazione dal pesce, ordinando la scaloppa di fegato d'oca spadellata; ovviamente la assaggio e la trovo eccellente, sia pure con un pizzico di sale di troppo; la scaloppa viene servita unitamente ad un bicchierino di Muffato; il resto della bottiglia sarà poi adeguatamente "consacrato" assieme ai dolci. Per gli altri invece si continua sul mare con due filetti di rombo ai carciofi (a detta di chi li ha mangiati veramente buoni) ed un rombo all'isolana per tre; anche sull'isolana Giovanni ha da sempre una marcia in più, sia per la cottura, sia per quei sapori mediterranei che da altre parti non sono mai riuscito a trovare; il pesce è bianchissimo e freschissimo mentre il condimento (capperi, olive taggiasche, pomodorino Pachino, patate) è saporito, equilibrato ed esaltato dall'olio d'oliva delle colline toscane. Una delizia. Se vogliamo trovare una pecca a questo elegante locale, dobbiamo andare sui dolci; non perchè non siano buoni (anzi...) ma perchè sono quasi tutti prodotti da una pasticceria esterna; la migliore della zona (il "Giovannini", per chi conosce il posto), ma pur sempre una pasticceria esterna, mentre i locali di un certo livello dovrebbero avere nella carta dei dolci autoprodotti un punto di forza; anche perchè il dessert, essendo di norma l'ultima cosa che mangi, contribuisce molto al ricordo che ti porti dietro quando esci da un locale. Sfoglia con le mele, classica torta della nonna, torta di mandorle, un dolce al cucchiaio a base di crema; prendiamo un paio di assaggi a testa mentre uno di noi prende la creme brulè, a suo dire eccellente. Il tutto viene accompagnato da qualche piattino con biscotti secchi e cioccolatini, oltre alla già citata bottiglia di Muffato avanzata. Caffè e conto; 370 euro in 6. Per la qualità e la quantità (le porzioni sono assai lontane dai microscopici "assaggini" che ti rifilano in qualche ristorante di questo livello) non possiamo che uscire soddisfatti e certi che la prossima visità non sarà poi tanto lontana. Volendo c'è anche, alla porta accanto, la parte del locale più propriamente destinata ad "enoteca" e degustazione, più informale e dove si può tranquillamente mangiare un piatto veloce (la cucina è comunque la stessa del ristorante) e degustare vini anche al bicchiere; in questa zona, oltre tutto, è consentito fumare. Ale |