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Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori
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La Cucina del Borgo Borgo dei Lunardi - Via Torribina 46/e 50050 Cerreto Guidi (FI) Tel. 0571.559577 Data recensione : 12/2005 Galeotto fu il Sararlo. Ovvero ci eravamo segnati l'indirizzo in seguito ai positivi scritti del Sararlo nostro su IDR. Il borghetto in cui si trova il ristorante si raggiunge piuttosto facilmente dalla strada di grande comunicazione che collega Firenze con Pisa e Livorno. Al momento della prenotazione vi sapranno indicare il modo migliore per arrivare a destinazione. La prenotazione la facciamo all'ultimo tuffo, e' rimasto qualche coperto per noi a quanto pare. Scopriremo piu' tardi che i coperti rimasti erano davvero gli ultimi. Giunti nei pressi del borghetto dove si trova il ristorante , ammiriamo il complesso rurale che fa una bella impressione anche nottetempo. Tutto l'ambiente e' illuminato sapientemente e ben restaurato, ampio parcheggio nei pressi. La temperatura e' polare, cosi' non indugiamo troppo all'esterno e ci dirigiamo sicuri ove si intravedono colori caldi e movimenti di cucina. Entriamo e vediamo il ristorante pieno in ogni ordine di posti. Nell'ingresso, separato da una sola porta a vetri dalla sala del ristorante vengono riposti i cappotti. Attendiamo che qualcuno venga ad accoglierci, ma lo faremo invano, cosi' i cappotti li togliamo e riponiamo da soli. Ci addentriamo nella sala e, dopo un lieve imbarazzo in cui veniamo lasciati all'impiedi in mezzo ai tavoli, veniamo accolti e fatti accomodare nell'unico tavolo libero. La sala e' piena, i coperti realizzati saranno una cinquantina. Il nostro tavolo e' drammaticamente posizionato nei pressi della porta a vetri che ci separa dall'ingresso: saremo bersaglio privilegiato per tutta la sera di insidiose correnti gelide. Una tortura. La sala e' gradevole, nella la ristrutturazione sono stati inseriti con gusto elementi di modernita'. Molto simpatico il tovagliato a misura dei bei tavoli quadrati di legno scuro, che si insinua in una fessura nel tavolo stesso, per una perfetta apparecchiatura. Belli e moderni posateria e porcellane. Fiori freschi e candela in tavola. Come dicevo la sala e' piena ed il rumore, complici i soffitti bassi, un po' fastidioso. C'e' anche qualche bimbetto che saltella per la sala. Certamente a coperti meno impegnati le cose migliorano parecchio, ma stasera non vanno certo bene. Bella e curata la carta, all'interno di un bel pieghevole. Peccato per la vistosa macchia di unto sulla mia controcopertina. La proposta e' divisa equamente tra terra e mare, ed i prezzi applicati appaiono convenienti rispetto alle realta' cittadine cui siamo abituati. A specifica richiesta arriva anche la carta dei vini. Davvero poco fornita. Correttamente il maitre ci segnala le (poche) bottiglie esaurite. I ricarichi sono molto corretti; non intravedo nomi noti e mi avventuro con un riesling austriaco, Loimer 2003, di cui non avevo notizie. Si rivelera' corto e poco armonico. In tavola ci sono dei pani, invero molto vari e buoni e fragranti, ci viene presto riempito un piattino centrale con dell'olio EVO locale. Tutto molto buono. Intanto ci viene offerta (davvero) una flute di champagne Maison Vergnes. E la cucina ci saluta con una piccola mousse di tonno. Abbiamo molta fame e la gradiamo, peccato il residuo grasso al palato un po' troppo invadente. I piatti: - Gamberi spadellati con crema di ceci. Sono la cosa migliore della serata. Semplice, ma ben realizzato. - Lasagnetta di mare con faglioli borlotti. Buonini i singoli componenti del piatto, le cozze, il polpo, la pasta, ecc. ma manca l'amalgama. Francamente poco in sintonia il fondo di fagioli. Peggiora il giudizio anche un lievissimo sentore di bruciato nella pasta. - Cappesante su letto di cipolle di tropea alla maggiorana. Belle grosse, morbide e ben cotte le tre cappesante. Purtroppo vengono consumate in solitudine. Il letto di cipolle si rivela, infatti, ai limiti del commmestibile, causa invadenza della maggiorana. Peccato. - Lonzino di maiale con sifone al vin santo. Il richiamo a cucine spagnole non ci entusiasma. L'affettato di maiale e' buono e sapido, la nota dolce e assai persistente della spuma al vin santo, anche se ben realizzata, non ci azzecca nulla IMHO. Rivedibile la presentazione: noto con un po' di disappunto che l'alzatina centrale del piatto e' un contenitore in vetro della medesima foggia del portacandela in tavola. Una caduta di stile. - Carre' di agnello. Il fondo assai dolciastro e la consistenza poco felice della carne non permettono grandi emozioni. - Creme brule' al rosmarino. Appena accennato, il sentore del rametto odoroso si sposa bene nell'armonia dolce. Viene servita ad entrambi i commensali, anche un piccolo pre-dolce. Una piccola bavarese alle fragole. Vuole essere un gioco di fragole e aceto balsamico, ma riesce malissimo causa assoluta invadenza della riduzione di aceto. E cio' nonostante l'idea carina e la presentazione accattivante, "in lungo", del piatto con una virgola di cioccolato. Conto: 1 Gamberoni 11 1 Lonzino 11 1 Lasagnetta 14 1 Carre' d'agnello 15 1 Capesante 14 1 Caffe' 2 1 Dolce 5 2 Acqua 2 1 Riesling 17 tot 93,00 Non vengono conteggiati servizio e coperto. Offerti la flute iniziale, il pre antipasto e il pre-dolce. Lo chef ha idee interessanti, utilizza buone materie prime e le presentazioni sono curate. Peccato che, in quasi tutti i piatti, non si raggiunga alcun equilibrio tra i componenti. Il servizio cordiale e' solerte e cordiale, ma ha certamente risentito della serata da tutto esaurito. Il posto e' molto suggestivo e i prezzi onesti, ma nel complesso l'esperienza e' stata lontana dall'essere positiva. Pingo |