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Ristorante Osteria Già sotto l'arco Corso Vittorio Emanuele 71 Carovigno (BR) Tel. 0831.996286 Fax 0831.994769 Giorno di Chiusura : lunedì e domenica sera da novembre a maggio Data recensione : 12/2005 ...poi dicono che la Puglia sia bella solo d'estate... Una mezza giornata di Alto Salento fra Torre Guaceto e Carovigno. La nostra (ero con il mio ragazzo) mattinata di inizio dicembre è iniziata con una rilassante ed onirica passeggiata fra le dune, ora sabbiose, ora coperte di macchia mediterranea, di un vero paradiso terrestre, l'Oasi di Torre Guaceto, appena 10km a nord di brindisi. La bellezza del mare e la purezza dell'aria hanno anche favorito il nostro appetito così che più che puntuali (eravamo al ristorante prima dell'Una) abbiamo attraversato la piazza del piccolo paese (ma grande castello!) di Carovigno per la tanto attesa visita al ristorante "già sotto l'arco". Teodosio (il patron) ci ha accolto assieme alla maitre Daniela con il giusto compromesso fra eleganza e calda ospitalità, una misura che abbiamo ritrovato in quasi tutti i particolari di Sotto l'Arco: dall'arredamento fine ma senza eccessi barocchi (davvero belle le ceramiche di Grottaglie, Vietri e Caltagirone) all'arte culinaria di Teresa (moglie di Teodosio, principessa dei fornelli che sposa con sapienza e sapidità la miglior tradizione della cucina pugliese, gli ingredienti di ottima qualità - non solo locali - ed una buona dose di creatività, presentando in maniera originale le portate). Dopo un aperitivo di benvenuto (stuzzicante sfoglia con crema di broccoli) abbiamo assaggiato l'ottima burratina in pasta kalaifi. Per primo abbiamo optato entrambi per qualcosa di "tradizionale" purea di fave con cicorielle selvatiche, cipolla rossa di Acquaviva e olive nere dolci fritte per me, lagane ceci e baccalà per lui. Le mie fave e cicorie erano davvero sublimi, un accostamento di sapori davvero perfetto ed equilibrato (e qui il merito Teresa - ottima interprete - lo deve dividere con generazioni e generazioni di donne di questa bellissima terra) che colpiva anche l'occhio con il neutro cono rovesciato del purè circondato dal rosso vivo della cipolla, dal nero delle olive e dall'altrettanto lucente verde della cicoria. Per secondo entrambi, su consiglio di Teodosio, sempre presente in sala discreto ma cordiale, abbiamo optato per un tenerissimo filetto di puledro con pepe e rucola.commovente! Teresa ha sfoderato tutto il suo estro, sorprendendoci sui dessert: per me torta di castagne in salsa di cachi, per lui cheese cake con salsa al melograno.altro che melanconico autunno!!! Unica, piccola delusione (ma la colpa è del produttore...) il vino che il mio ragazzo ha scelto, uno Squinzano rosso DOC di Cantina Due Palme (15 ?), un classico uvaggio Negroamaro-Malvasia, piegato però al gusto internazionale: barrique a go go e appiattimento di ogni profumo dopo 10 minuti passati nel calice. Alla fine, dopo aver ringraziato e complimentato Teodosio e Teresa per l'ottimo pranzo ed anche per la Stella Michelin appena riconquistata (e credo ampiamente meritata) ci siamo congedati, mentre la piazza che accoglie il bel palazzo era già illuminata. Con una bottiglia di vino non siamo andati oltre i 50? a testa, grazie ad un piccolo sconto di Teodosio che ci ha anche offerto della gustosa pasticceria secca. Ci torneremo in primavera, sperando che l'avvento della Stella non cambi stile, prezzi e cucina di questo piccolo tempio del gusto. Rachele Cataldo |