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Trattoria Raibetta Vico Caprettari 10-12 r. Genova Tel. 010.2468877 Data recensione : 11/2005 A due passi dal porto antico e dal Duomo di San Lorenzo trovate questa caratteristica e pulita trattoria, a venti metri dai portici di Piazza Cavour. Sbirciando dalle vetrate sulla strada potete vedere già l'interno, dietro la carta del menù esposta in vetrina, con i prezzi. All'interno la sala è piccola ma accogliente, per circa venti posti. Il soffitto a volta in mattoni rossi è sorretto da un'unica colonna di grosse pietre quadrate posta al centro del locale e testimonia l'età plurisecolare del caseggiato. Altri tavolini nell'area di disimpegno verso le cucine riescono a sistemare ancora una decina di persone. I quadri alle pareti in stile Nespolo, le sopratovaglie gialle, le tovaglie a quadrettoni verdi, gialli e blu, tipo tartan, vi fanno capire che siete in un ambiente di gente allegra, dove siete certi di trovare la simpatia di Chiara in sala, aiutata da Massimiliano, e la fantasia di Carlo in cucina, aiutato da Paolo, e ricorderete piacevolmente questa sosta. Attraverso il menù scoprite l'origine del nome (Raiba o Rêba era il medievale mercato dei cereali o delle granaglie, da esso Raibetta, a indicare il vicino e più piccolo mercatino dei legumi) e scoprite che qui mangerete solo piatti cotti al momento (a parte le torte salate e gli umidi). Troverete poi indicati sul menù i piatti del giorno e quelli "a comanda". Stasera il mercato ha permesso di preparare tortino di carciofi e patate dolci su crema di porri, Brandade di baccalà (deliziosa per equilibrio e per l'olio di taggiasca), Ravioli di carne e borragine al tocco (ottimi ed equilibrati nei sapori), tomaselle, filetto di tonno al fermentino e rosmarino, moscardini affogati su polenta morbida e cavolo nero (un po' slegato come preparazione), costine di agnello "panato" alla piastra con olio aromatico (molto buone, peccato che da un lato fossero state bruciacchiate dal cuoco distratto). Se invece volete andare sulla cucina tradizionale vi consigliamo il misto della Raibetta (torte di verdura cotte al forno), il Mosciamme di tonno di Favignana con pomodoro e origano, il misto di mare tra gli antipasti. Tra i primi la fa da padrone il pesto, o con le trofiette, o sui testaroli, oppure scegliete tra parsoti di preboggion con sugo di noci o di mandorle. Tra i secondi avete scelte più banali, sia nella carne, sia nel pesce che propone acciughe o totani o fritto misto. Ottimi i dolci fatti in casa, dal bianco mangiare al tiramisù, alla bavarese di cachi con guarnitura di crema di marroni, al sorbetto. Se siete da soli Chiara vi propone il vino a bicchiere; per tre euro avete una scelta tra due bianchi (stasera Insolia o Chardonnay) o due rossi (stasera Nebbiolo o Sangiovese). Altrimenti la carta dei vini ha una discreta scelta tra le principali produzioni regionali, con un rapporto qualità / prezzo non proprio ottimale. Per noi abbiamo scelto una bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene "spago" e poi una di Nebbiolo, discreti. Abbiamo speso 180 Euro in tutto, 36 a testa per una bella serata in piacevole compagnia. Stasera mancava Carlo in cucina e devo dire che si è avvertito un certo calo nella cura di alcune pietanze, per esempio con le costine di agnello ci vorrebbe un minimo di "guarnizione", tipo una foglia di lattuga o un pomodorino o una patata arrosto, che so … e poi ancora due appunti: il primo è che troppi bianchi proposti, anche di buona gradazione, hanno un tenore di anidride solforosa troppo elevato (è quella che fa venire il mal di testa alle signore, che poi danno la colpa al cibo, che invece non c'entra per niente); il secondo è che quei due euro e mezzo di coperto legano il locale a una concezione ormai sorpassata di ristorazione, non arricchiscono i coniugi Bruzzo che con tanto amore portano avanti questo locale carino, e indispettiscono il cliente che non è invogliato a tornare. Giudizio finale: 12,5 / 20. Luigi Bellucci |