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Ristorante Ca' Mea Badalucco (IM) Vecchio frantoio, un chilometro prima di Badalucco per chi sale da Taggia Tel. 0184.408173 / 408666 Data recensione : 11/2005 Si lascia l'autostrada Genova Ventimiglia all'uscita di Arma di Taggia, si scende fino ad Arma e si prende la strada per Triora. Si attraversa il centro di Taggia e dopo circa sei chilometri, ridalendo la valle Argentina, dopo il bivio per Vignai, si vede sulla destra, in leggera salita, un enorme fungo, poi una vecchia auto azzurra e acciaio, una Packard (del tipo di quelle lunghe dei film anni '50). Sono i segnali che siete arrivati. Al di là del torrente vedrete il vecchio edificio del mulino. Attraversate il ponte in mattoni rossi e pietra e arrivate sull'aia della casa. Sul lato esterno destro della casa potete vedere ancora la grande ruota rossa in metallo che, spinta dall'acqua che cadeva dall'alto, agiva sugli ingranaggi che facevano girare la macina che frangeva le olive. Entrate nella sala del camino. Il fuoco sempre acceso vi dà già il senso del calore che vi circonderà durante il pranzo. Potete fermarvi lì oppure proseguire nella sala successiva, che era il vecchio deposito del frantoio, che è stato in funzione fino agli anni '60-'70. i muri di pietra originali sorreggono un soffitto a volta a botte affrescato con amorini volanti a tinta pastello, che a dire il vero sono un po' kitch. Alla vostra destra una credenza di legno mette in bella mostra le grappe personalizzate da Cristian (alla liquirizia, al rosmarino, al lampone). L'ambiente è familiare, la clientela di gente del posto e qualche coppia di francesi. Vi accomodate a uno dei tavoli della grande sala e Raffaele inizia a portarvi l'acqua e il vino, un onesto rosso, ottenuto da un uvaggio di barbera e dolcetto del cuneese. Inizia la kermesse degli antipasti. Per prima un'insalata di ovuli e grana, saporita e gustosa. Segue un carpaccio di carne cruda e ovuli, condita con limone, prezzemolo tritato, olio di oliva extra vergine dolce della Valle Argentina, pulito e dal retrogusto di pinolo, squisito. Si continua con un cucchiaio di ricotta fresca con erba cipollina, morbidissima e stuzzicante, che invoglia a continuare con le altre sorprese che vi aspettano. In cucina intanto Maddalena, aiutata da Cinzia, ha preparato una frittata di funghi porcini che Cinzia stessa vi porta in tavola spadellandone una fetta ancora fumante nel vostro piatto: la morbidezza di questa frittata è esaltante, dovete stare attenti a non svenire. Il piatto successivo è una fetta di tortino gratinato alla fontina, anch'esso fumante e servito direttamente dal tegame di cucina. Gli antipasti si chiudono con la porzione di funghi porcini e patate serviti come i precedenti dal tegame bollente appena uscito dal forno. Un piatto delicatissimo e dalla perfetta consistenza, in cui emerge la freschezza e il profumo del fungo porcino. Cinque minuti di sosta e si ricomincia con i primi: tagliatelle fatte in casa con sugo bianco di funghi e un velo di crema di latte che serve ad amalgamare meglio gli ingredienti del piatto; sarebbe più appropriato chiamare questo piatto funghi con tagliatelle al ragù bianco perché di funghi ce ne sono veramente tanti. A seguire un risotto con funghi porcini e un leggero trito di prezzemolo, un piatto leggero, cremoso e delicato. Dalla cucina esce Cristian, con la sua maestosa barba bianca (ricorda Giuseppe Mazzini) e ci omaggia di un piatto di funghi porcini sott'olio (extra vergine ligure) messi in vaso con le sue mani: favolosi. Per i secondi si può scegliere tra cosciotto d'agnello cotto alla brace, funghi fritti, costine d'agnello, funghi trifolati, fiorentina (o quello che dà la stagione in cui venite. Cristian non tiene nulla in frigorifero). Il cosciotto è tenero e ben cotto, una delizia. Per dessert gelato, frutti di bosco e tiramisù, che arriva in un contenitore "a sorpresa", ma potete servirvelo nel piatto. La carta dei vini non viene proposta ma la dovete chiedere e potete scegliere tra una trentina di proposte, molte del territorio (ormeasco, rossese) ma anche qualche buon Barolo o Brunello, con ricarichi abbastanza contenuti. Ovviamente i vini bianchi sono in minoranza perché il tipo di cucina privilegia l'abbinamento con i vini rossi. Per chiudere il pranzo caffé e, se vi va, limoncello o una delle grappe della casa. È possibile, se non siete dei mangioni, o se siete a dieta, chiedere un menù ridotto. Il prezzo del pranzo completo descritto sopra, compreso il vino, è di trenta euro a persona, per un eccellente rapporto qualità prezzo. Giudizio finale: 14 / 20 nel complesso, con un plauso per la qualità della maggior parte dei piatti. Luigi Bellucci |