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Oyster Bar Grand Central Station, New York Data recensione : 11/2005 Innanzitutto un grazie a Maurizio (di IDR) che mi ha dato consigli utili per questo mio viaggio. Peccato che ho avuto occasione di visitare solo uno (Florent, di cui tirerò giù due righe in seguito) di quelli consigliati da lui. Ma tornerò ancora... Dunque, dicevo: ho visitato l'Oyster Bar Restaurant (http://www.oysterbarny.com) il 07.11.05, ed è situato nei "sotterranei" (al piano appena semi-interrato, diciamo) del Grand Central Terminal, sulla 42nd, quindi è facile da trovare (come è abbastanza facile trovare tutto a NY, almeno finchè le strade sono indicate a numeri). Il consiglio che mi ha dato un amico era "Dopo la maratona consiglio una cena all'Oyster Bar. Mi ci ha portato Salvatore. Aragostoni a prezzi decisamente convenienti in ambiente informale. Quella volta si spesero 300 dollari in 3. (ma perche' bevemmo una bottiglia a testa di Chardonnay della Napa) Diciamo che dopo aver tirato la cinghia nei giorni precedenti ve la meritate un'aragostona ed un po' di ostriche!" E così ho fatto, anche se non abbiamo preso vino (purtroppo). Ho prenotato al mattino un tavolo per le 19.00, e devo dire che abbiamo fatto bene, in quanto c'era parecchia ma parecchia gente ai tavoli. Il locale è praticamente composto da tre zone (due in un ambiente molto grande ed un'altro, separato da un ulteriore porta, chiamato il "Saloon"). Una prima zona era arredata da soli tavoli classici quadrati, l'altra zona aveva su di un lato praticamente un mercato dell'ostrica disposto su degli scaffali contenenti le varie tipologie di ostriche del giorno come se fossimo realmente al mercato (e che profumo che veniva emanato nell'aria...), con tavoli più grandi. Il Saloon invece era un posto più informale (non che nel resto del locale si dovesse andare in giacca e cravatta, però la differenza salta agli occhi), con televisione, banco bar dove appoggiarsi per mangiare, e tavoli piccoli), ma non ho potuto fissare nella mente lo "stile di servizio" in quanto ho attraversato il saloon solo per andare in bagno. Ecco, il bagno! Non mi soffermo sulle tazze americane (con l'acqua al livello quasi del bordo, per me inconcepibili), bensì sullo "schiavetto" al suo interno! C'era una persona addetta alla cura del cliente, ma nel vero senso della parola. Non come nei nostri autogrill, dove la signora all'ingresso dei bagni è sempre seduta (quando c'è) all'ingresso a raccogliere le monetine. Qui il tipo evita che tu tocchi qualunque cosa: ti apre l'acqua, ti schiaccia il flaconcino del sapone, ti chiude l'acqua, ti da la salviettina. Sul ripiano era anche presente un servizio completo di prodotti personali, come igienizzanti, saponette monouso, deodoranti, necessaire per la barba, profumi etc. Io mi sono sentito in fortissimo imbarazzo a subire un trattamento del genere. Praticamente l'unica cosa che ho fatto è stata quella di prendere il dollaro da mettere nella cesta del servizio. Manco se me lo raccontavano me lo credevo. Ma solo in USA succede questo o altri si sono trovati in questa situazione? Andiamo avanti. Appena seduti ci venivano subito riempiti i bicchieri di acqua. Chiarisco. In America l'acqua servita ai tavoli in "automatico" è quella del rubinetto, e quella di NY è considerata la migliore acqua del rubinetto del mondo. Tu paghi solo se chiedi quella in bottiglia (Panna o San Pellegrino), ed ogni trenta secondi c'è un altro "schiavetto" che passa ai tavoli per il rabbocco del bicchiere. Poi è la volta del menù (potete vederne un esempio sul sito), che consiste in un foglio enorme con una infinità di possibilità, quasi da perdercisi dentro. Io opto per 5 ostriche Glidden Point del Maine, belle grosse (http://tinypic.com/fyzh9k.jpg), e così farà anche la ragazza della foto. Ci vengono servite su di un letto di cubetti di ghiaccio,con limone e due salse, una con pomodoro e cipolla ed un'altra più piccante. Io mi limito a spremere loro sopra poco limone, e la salsa la limito all'ultima in un angolo. Ho fatto poi bene, in quanto la salsina tendeva a sovrapporsi al gusto dell'ostrica. Dopo ordino un "Point Judith Squid Salad, purple basil, vinaigrette and avocados" (http://tinypic.com/hrbs5l.jpg e non rende ancora bene l'idea delle dimensioni!), mentre gli altri due prendono "Fried Clams" e "Fried Squids", ed ovviamente arrivano dei piattoni come il mio, colmi di roba in maniera indescrivibile. Avendo assaggiato la loro portata devo veramente dire che i fritti erano molto leggeri, come non mi aspettavo in questo posto. la fama è davvero meritata. La mia insalata di seppioline era ben condita ed il basilico porpora aveva un gusto tutto suo, che ora non riesco a descrivere, è comunque più saporito di quello che abbiamo noi. Per dolce prendoiamo un "NY cheesecake" (io), una "pumpkin pie" ed un "plumcot tart" (loro). Il miglior cheesecake che io abbia mai mangiato nella mia vita, il gusto dello yoghurt non era sovrastante/predominante rispetto alla complessità del dolce, e si sentiva al punto giusto. Ho assaggiato anche una forchettata della torta di zucca, quel tanto che basta per farmi notare la diversità di gusti rispetto alle nostre (o perlomeno rispetto a quelle che di solito sono abituato a trovare quando mi capita di assaggiare preparazioni con zucca in Italia), essendo molto meno dolce e più saporita. Una sorpresa. Il caffè andiamo a prenderlo in uno Starbucks, ma anche ordinando un'espresso ci viene servita una brodaglia che un mio calzino dopo la Maratona avrebbe aromatizzato meglio... (Sono dovuto rientrare in Italia in un autogrill sull'autostrada per assaggiare un caffè decente. Penso che i caffè come li intendiamo noi sia possibile ottenerlo solo a Little Italy, durante un soggiorno a NY). Vorrei aprire una parentesi solo sugli Starbucks, ma lo faccio in altro post. Punti negativi dell'Oyster Bar: ora come ora me ne vengono in mente solo due. 1) il servizio l'ho trovato un po' dozzinale, nel senso che, a parte lo schiavetto dell'acqua, mi è sembrato un po' poco "attento" nei confronti nostri, come se facessimo parte di un gruppo organizzato. Gentili, per carità, però un po' "freddo". 2) In rapporto a quello consumato, il conto finale mi è sembrato non troppo economico. Sapevo di andare a spendere, ero preparato, però per quello mangiato mi aspettavo un altro conto: 10 Glidden Point Oysters 27,50 1 fried squids 19,95 1 fried clams 13,45 1 squid salad 20,95 1 plumcot tart 6,75 1 pumpkin tart 6,75 1 NY cheesecake 6,75 Totale (tasse comprese): dollari 121,49 In ogni caso lo consiglio vivamente a chi dovesse andare da quelle parti. Paolo P. |