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La Peca
Via Giovannelli, 2 Lonigo (VI)
Tel. 0444. 830214
Chiuso Domenica sera e Lunedì
Data recensione : 11/2005


Pare strano come, in una realtà come il N.est, ricca e composita di
proposte, invenzioni e quarti di nobiltà guidarola non si parli mai
abbastanza di questa piacevole realtà quale è La Peca dei Portinari Bros.

A calembour verrebbe da dire che non lascia "traccia", vedi impronta
significativa, nei palati di passo, eppure non è così, se non altro perchè
"Peca", in vicentino, anzi, in lonigese stretto, vuol dire impronta
appunto, vuoi "imprinting gourmand", tradotto e traslato per modi e per
tempi.
Ebbene, qui vi ritrovate nel Warren Club, quello che recita "Heaven can
wait" ( e, se si tratta di Purgatorio o qualcos'altro, ancor di più):
state talmente bene che non vi rialzereste più, e a nulla servirebbe
ordinare il solito bis multiplo... tanto camere non ne hanno e alle 2, in
genere, chiudono le serrande.

Tutto è pensato per far star bene, non solo di palato, coloro i quali
solcano autostrade e marosi per venirli a trovare: colori pastello sulle
varie gradazioni del brown; servizi ineccepibili, pare di essere in un 5
stelle, anche se qui la stella è solo una, pur se gourmand.

Potete baloccarvi tra un menù degustazione di Pesce only o un più classico
"I Classici".
Noi abbiamo sararlizzato un po' e abbiamo fatto slalom di pignatta un po'
qua un po là.

Vai di sciolina.

Il saluto della cucina (si sa che Nicola è uno timido e invece di
bonolizzare tra i tavoli se ne sta a cavalcioni dei suoi abbattitori in
perenne fermento) si esplicita con un "tramezzino" con gelatina di verdure
e un bicchierino di crema di patate e broccolo friolaro, poi si parte a
tutto gas, 12 cilindri, pardon, 12 papille biturbo manco foste una Ferrari
Daytona.

Il Fiore d'uovo in camicia con crema al fegato grasso verza e tartufo
bianco è da applausi, tanto più se, a menar di soundtrack, vi trovate il
fratello Gigi che smanetta di trifola manco fosse Jimi Hendrix.
Eccezionale il fondo di cottura, l'ovo, poi, da come è addobbato, pare una
versione white style di quelle hallowenzucche che c'hanno arrotato i
"nobili" pocorsono.
Niente da dire, un piatto che, anche senza trifola, vi pappereste tuttanno.

Con il Guanciale di Vitello in brodo e verticale di abbinamenti e
consistenze si saggia una delle (belle) componenti di food design in cui
Nicola è un Drago.
Descriverlo porterebbe via qualche mbyte, diaciamosolo che il Guanciale,
nella sua broda, è "cazzamalico" anche se il beccaio romanengo qua non
c'entra nulla se non altro perchè, Gigi & Nicola, entrambi sono, già di
loro, beccaio genere natu.
Quanto m'attrippano i macellai, e dire che non sono nè Almundina Rejes, nè
Melissa P....questione di frattaglie elettive.

Di Enotria si derapa in libertà tra scaligero e iberico, pur se Gigi è un
provetto cane da tartufo à tout le monde.

La Lasagna di zucca e selvaggina con ristretto di melograno e spezie dolci
(in particolare cannella & rosmarino) è una creatura straordinaria, per il
geniale mix di consistenze, acidità e temperature... torniamo all'incipit
del Warren Club, tanto più se vi baloccate al calice con quel muscolare
Tocai che Livio Felluga porta alla luce in quel di Friuliland.

Il sottofondo, piacevole, è un mix di Enja e Adriano Pappalardo (no, dai,
ci siete cascati), il panorama alla vista è incantevole, per cui si
consiglia, se Lei-abbinati, di venire solo la sera, in cui i vostri occhi
rinunceranno, ahimè, alla dolcezza delle curve dei colli berici, per
posarsi su altrettante piacevoli curve decollète ispirate.
C'est la vie, mannaggia a non essere Matusalemme, per non goderne ad
oltranza.

E vai, non pensiamo a Jane Mansfield, ma sempre di ciccia si tratta, ed
ecco allora che la serata va in ...cocci, anzi, in coccio, perchè si
materializzeranno in front of us, le Lumache e funghi cotte in terracotta
su foglie di vite, con castagne e pesto di lardo ed erbe.
Maggico! Chissa perchè, ma, come dice un mio amico nel presentarsi ad
bella gnocca, "nel vederti, sento che il mio corpo si sta modificando",
solo che voi non costantinizzate, ma vi sembra di tornare pastori, in the
betlhem county, anche se, outside, non vi attende la paziente mula, ma la
tonica creatura seicilindrica bavarese: un trionfo di profumi, altro che
Chanel o Dolce & Gabbana: sapori che rientrano nell'attualità da un ID
millenario, geniale la bravura di Nicola nel saper tenere a rondella
compatta un lardo che dannerebbe qualsiasi chirurgo plastico... Ciccia? si
grazie.
La coppia al tavolo vicino ci guarda dubbiosa, la Lei che racconta
all'"amico" le sue vicissitudini lettamorose si blocca ogni tanto: sì, è
vero, non si vede un sararlo tutti i giorni, tirèm innanz, lo sguardo
complice dell'"ascoltatore" ci conforta.

E 'mminchia, se fino ad ora abbiamo giocato ora, viallianamente, il gioco
si fa duro (diamo un'occhiata alla "coppia", lui dice che tra due ore
parte per Tokio e starà via due settimane,lei continua ad esternare..)
Il Germano reale nelle sue declinazioni non ha niente a che fare con
Rosa,Rosae... ci viene in mente l'Inno alla Gioia di Ludovico Van; lo
avevamo sentito la prima volta in un aulico passaggio
Aranciomeccanico...qui è vera Gioia, nuda e cruda, anzi, passata al forno.
Allora. The Story.
I Portinari, da alcuni anni, hanno adescato una "cacciatora" (sì, è vero,
ci sono anche gonnelle che tirano di schioppo) che, da brava pusher,
fornisce loro una cinquantina di bestie all'anno by Berici Hills.
La frollatura varia dai 30 gg. more or less (avrà pure un senso essere
beccaio genere nati..); al retrogusto, la selvaticità de ò pennuto la
cogliete tutta, ma è il gioco che vi intrippa assai (e riadaje con the
frattaglie speaking).
Il piatto è pentagestito, come Canale 5.

Sotto vi trovate 'e dù cosce, l'una abbinata al petto ( si parla di
cotture a bassa temperatura, con tutti gli umori conservati), l'altra
farcita con i suoi fegati. Piluccate un po' qua un po'là.
Nelle altre tre enclave piattose vi baloccherete con rondelle di patata
dell'altipiano, atta a far scarpetta con frattaglie germane abbinate a
broccolo friolaro e altre germanitudini assortite.
L'abbinamento con l'Etna Rosso di Calabretta Farm vi fa sentire uni e
trini a tutta penisola, un brindisi a Garibaldi, ai suoi mille e ai
sentori di violetta con alone lungo pepper inspired.

Lui è partito per Tokio, lei telefona allo psic. per emergenza da
week.end, il Sararlo si balocca di Dessert, abbinati ad un Recioto by
Vignato e, poscia, a sua Altezza Torcolato di Firmino (Miotti).
Fermate quella porta, non voglio scendere.
I Cannoli di mango e arancio ripieni di ricotta con a fianco gelatina di
peperoncini piccanti e limone fanno da par suo, per equilibrio tra acidità
e "grassosità"; eccezionale la Granita di mandorle con mousse di marasche,
ma la grande sfida, vinta, è con la potenziale stucchevolezza di una
Millefoglie di mandorlato e mandorle con Gelatina di pera, crema di
Yogurth e zafferano... chapeau! e basta.

Seduti a rimirar di Peca e Colli Berici viene spontanea una considerazione.
La "Tana" dei Portinari Bros. la conoscevano già da anni; l'equilibrio, la
piacevolezza, il divertimento incontrato achì, pur con ottime
soddisfazioni precedenti, ha trovato il suo zenith. Noi siamo pratici, e
non amiamo parametri percentilici e millesimati; a memoria ci par di
ricordare che, achì, siamo monostellati, ma le ** qui farebbero onore più
alla Rossa che agli autoctoni.

Bravi i ragazzi. Nicola non sarebbe mai capace di tenere il borderau di
una qualsiasi Linea Verde, anche se domani parte per S.Sebastian; Gigi,
tra Cantina e Sala, è il fratello (gourmand) che tutti vorrebbero avere.
Chapeau again.
Sararlo.

p.s.
Senza il biglietto prenotato per Tokyo calcolate una jam session tra i 120
e 150 (ottimamente spesi).


Giancarlo Saran