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Ristorante Al Cambio Via Stalingrado 150 Bologna Tel. 051.328118 Data recensione : 11/2005 Ci sono città in Italia che non hanno bisogno di presentazioni. Una di queste è Bologna: grassa e dotta, trafficata e perennemente in sospeso tra l'eterno dilemma dell'essere e l'apparire. A Bologna , l'alta cucina continua a sopravvivere ai cambiamenti epocali. Nei ristoranti bolognesi sono l'untosità e la grassezza a cedere il passo ad una nuova concezione di cucina artigianale, con piatti non più destinati ad uomini d'affari di passaggio sotto le due torri ma rivolti ad una clientela locale e indigena sempre più esigente e attenta, sempre più cosmopolita. Uno degli eredi della grassa Bologna è Massimiliano Poggi. Sono passati già quindici anni dall'apertura del Cambio ma i bolognesi sembrano essersene accorti solo un paio di stagioni fa, un Cambio epocale, considerando i tempi che corrono. Il Cambio, diventato di diritto uno dei luoghi più cool del momento dove mangiando si parla di design come di politica, di sport o food e wine. Massimiliano Poggi sembra essere il ragazzo di sempre, forse solo un po' più impegnato di allora, ma sempre con la stessa umiltà con il quale si è avvicinato al mondo della ristorazione. E a sfondare nel mondo della ristorazione ci ha messo davvero tanto tempo pur realizzando ogni anno piatti nuovi, che partendo dal territorio e dalla tradizione, è riuscito a coniugare un ponte virtuale tra una personale interpretazione del territorio a uno stile sensuale, definito "mediterraneo" come un indelebile marchio di fabbrica che contraddistingue le sue creazioni. Cambiato il Cambio, da due anni il ristorante si presenta al pubblico in uno stile più consono alla cucina esibita. In uno spazio volutamente minimal, dai richiami orientaleggianti, sono i cromatismi delle pareti color mattone a definire spazi e volumi, identità e apparenze. Così, come in cucina. Per una cucina fatta di profumi e sapori mediterranei come simbolo del nuovo portabandiera del lusso gastronomico italiano ma non solo. Creazione è una parola grossa, oggi tutto è già stato inventato. Certo si possono fare delle sperimentazioni proponendo una cucina mondiale in cui vengono associati i sapori giapponesi, cinesi e italiani. Ma Poggi ha preferito la mediterraneità e la regionalità per contraddistinguere le sue creazioni artigianali. Sformato di cardi con salsa di mortadella e parmigiano. Zuppetta di pane al pomodoro con cappesante e purea di cavolfiore. Cannelloni di bietole con bottarga e schiuma al peperoncino. Tortelli di cicoria con salsa di cicerchie e salsiccia. Battuta di manzo piemontese con patate capperi e olive nere. Per visualizzare le foto dei piatti: http://ilgastronomoriluttante.splinder.com/post/6238749#more-6238749 Muccapazza 28 |