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Osteria Dal Minestraio
Via A. Costa, 7 40067 Rastignano (BO)
Tel. 051.742017
Data recensione : 11/2005

Devo fare una premessa: ero prevenuto. Molto.
Infatti la conoscenza del ristorante in oggetto l'ho avuta tramite questo ng e,
parzialmente, tramite le sporadiche letture del foum del GR.
Inevitabile associare il nome del ristorante all'entita' virtuale che ne e'
l'alfiere mediatico. Che, dai toni delle sue esternazioni in questi luoghi
trovavo semplicemente insopportabile.
Con molta curiosita' accetto quindi l'invito dell'amico Ziongiu a visitare
il ristorante in oggetto.

Fine dei riferimenti all' "entita' mediatica" perche' la figura di tale
personaggio e quella del patron che ci accoglie nel suo ristorante sono
talmente distanti, da non meritare neppure un confronto.
Tanto "esagerato", irriverente e fastidioso qui, quanto misurato, competente,
premuroso e piacevole conversatore in RL.

Il padrone di casa che ci accoglie, Piero Pompili, si rivela capace,
appassionato, mai invasivo e assai gentile nell'acconsentire le nostre
richieste e soddisfare le nostre curiosita'.

Appena arrivati veniamo accolti e fatti accomodare in una sala attigua
a quella principale dell'ingresso, dove saremo solo noi tre.
Tralascio la descizione del locale che altri prima di me hanno assai
sapientemente effettuato. Basti dire che il ristorante risulta piacevolmente
accogliente.

La formula, lo sapevamo, prevede 10 piatti di "minestra", termine che nel
bolognese, e non solo, indica i primi piatti, anche quelli anche asciutti.
L'ordine di degustazione e' piuttosto stringente, se qualcosa non piace si puo'
saltare, ma ci si puo' fermare quando si vuole.

In carta sono presenti anche delle interessanti selezioni di antipasti, il
culatello del salumificio Fereoli Gino, o i salumi di cinta senese dell'Az.
Agr. di Francesco Lecca. Purtroppo ci viene comunicato che ne hanno esaurite
le scorte, e che, nonostante le pressioni sui fornitori, non sono riusciti a
reintegrarle. Peccato.

Cominciamo con un saluto della cucina. Si tratta di friggione: cipolla e
pomodoro cotti lentamente per una semplice ma gustosa ricetta tipica. Ben
presentato in un piatto nero, il piccolo tortino predispone ottimamente
alla sinfonia minestraia.


I piatti:
- Crema di lenticchie rosse con chips di pane ed olio al rosmarino.
Ottimo gioco di sapori ed odori, il profumo del rosmarino emanava dal
cucchiaio giusto un attimo prima dell'incontro con il palato, cui seguiva
la giusta consistenza della crema. Le porzioni non sono piccole, comincio da
subito a lasciare qualcosa per potere arrivare piu' in la' possibile
nella degustazione.

- Caserecce al torchio con porro, mortadella e indivia belga. Ottima cottura
della pasta, bello sprint di sapidita' della mortadella.

- Riso Carnaroli mantecato allo zafferano, emulsione al finocchio e scorza
d'arancia. Eccellente, davvero. Era tempo che non assaggiavamo un ristotto
cosi' ben fatto nella cottura ed equilibrato nei sapori.

- Tagliolino con calamari e fagioli cannellini profumati al timo. Presentati
a tortino su una crema di fagioli, i tagliolini neri mi sono paiciuti assai.

- Cappelletti farciti al cervo, salsa allo scalogno e ristretto al vino
rosso. Ottimamente eseguiti anche questi, nello spessore della pasta, nella
consitenza della farcitura, nella cottura. Appena troppo prevalente il sentore
del sesamo.

- Lasagnetta tradizionale con funghi porcini e castagne. Il piatto che mi
ha entusiasmato di meno. Tutto corretto anche qui, mi e' mancata l'emozione.

- Cannelloni farciti di ricotta e spinaci gratinati al parmigiano. Io mi
ero gia' fermato, ma chi ha assaggiato ha gradito molto.

Siamo sazi, ma non ci facciamo mancare un paio di dolci.
Prima dei quali ci viene proposta una piccola selezione di creme bruciate:
tutte ottime. Una bavarese di yoghurt davvero ben fatta, e un sorbetto al
mandarino. Entrambi accattivanti anche nella presentazione.

Beviamo un Trebbiano di Romagna vigna del rio 2002 dell'azienda Tre Monti,
a 15 euro che mal sopporta tutta la lunga kermesse minestraia, ma che, causa
scarsa propensione alcolica, rimane isolata.

il conto:
i primi costano 4 euro a piatto (cifra che piu' onesta non si puo', davvero),
ne abbiamo mangiati 19 per un tot di euro 76. Il vino 15 euro. Con un calice
extra di vino, 3 o 4 bottiglie d'acqua, due dolci e tre caffe' abbiamo speso
circa 130 euro, con il saluto della cucina ed il pre-dolce offerto (a tutti i
comemnsali, anche se i dolci erano solo due).

Una nota di merito per la regia in cucina nelle mani di Arnaldo Laghi:
tutti i piatti assaggiati sono stati di ottima fattura, perfette,
le cotture, eccellenti le consistenze, precisi i sapori, presentazioni curate
e mai banali. Mai una nota in eccesso: delicatezza ed equilibrio.

Piacevolissimo conversatore, Piero Pompili ci indica durante il pranzo
anche una interessante manifestazione gastronomica nelle vicinanze.
Ci paleseremo solo a fine pranzo, una volta pagato il conto. Altre due
chiacchere e via.

Vorrei trovare un difetto, ma non lo trovo. Ah ... forse il coperto
in conto a 2.50 euro a cranio. Ma ci stiamo davvero arrampicando sugli specchi.

Grande cucina, servizio competente e puntuale. Ottimi prezzi.

Applausi. Meritati.


Pingo