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Ristorante La Scarpetta Via Giotto di Bondone 2 42100 Coviolo (RE) Tel. 0522.281304 Data recensione : 11/2005 Dopo il recente cambio gestione a settembre, ho provato questo ristorante gia' due volte, sia a pranzo durante la settimana che a cena questo mercoledi. Del resto si trova a Coviolo di Reggio Emilia, accanto al mio tabaccaio ;) I due nuovi gestori hanno voluto partire fin da subito con un buon livello sia in cucina che in cantina, seguendo la tradizione della precedente gestione, che aveva fatto della buona qualita' il suo motto. I primi viaggiano in media sugli 8 euro, i secondi dagli 8 della scaloppa ai 15 della tagliata o bistecca, con (sigh) coperto sui due euro. La cucina e' di taglio tradizionale con qualche inserimento dal salento, grazie alle paste preparate dalla madre di uno dei soci, e di lazio e sardegna, visto che il socio cuoco ha lavorato in entrambe le regioni, mentre la base locale e' garantita da una troupe di rezdore (casalinghe) che producono le pappardelle e i tortelli serviti nel locale. La carta dei vini non occupa pagine e pagine ma si destreggia bene su tutte le principali zone enologiche, senza sovraccaricarsi e, allo stesso tempo, senza tralasciare nessuna delle tipologie importanti. In totale si viaggia su una settantina di etichette. Discreta anche la selezione di distillati, con una certa attenzione alle grappe invecchiate e/o barriquate. A pranzo sono andato con un collega, mentre a cena eravamo in nove. Per motivi di tempo, il pranzo si e' articolato su un semplice "primo e secondo", e per essere il primo impatto con la cucina del locale posso dire di esser rimasto avvinto: le pappardelle al ragu' d'anatra sono ben eseguite, sia il sugo che la pasta, opera della madre del socio cuoco. Il mio collega invece prende della pasta al ferro, opera della madre salentina dell'altro socio, condita con un buon sugo di pomodoro e basilico. Mi conferma subito che anche quel piatto e' ben cucinato, saporito e profumato quanto le mie pappardelle. Il secondo e' un coniglio arrosto, saporito il giusto e tenero, sugoso, mentre il collega giudica "OK" il suo filetto di maiale alla griglia. Con una bottiglia di un buon lambrusco di Gattatico ce la caviamo con 23 euro a testa, caffe' incluso, prezzo che corrisponde alla qualita' servitaci. Unico neo, i tempi della cucina: passa mezz'ora prima che compaiano i nostri due primi piatti. Va pero' ricordato, ad onor del vero, che i secondi ci sono stati serviti pochi minuti dopo che abbiamo finito i primi. La cena, stavolta in gruppo il mercoledi sera, e' un'occasione per mettere sotto pressione la cucina del locale, visto che a pranzo c'erano solo altri dieci o quindici avventori oltre a noi. Si comincia con una volee di antipasti: prima arriva un prosciutto di parma stupendo, forse il migliore degli ultimi mesi, seguito da un discreto culatello e un'altrettanto discreta pancetta stagionata, cosi' saporita da ricordare le pancette prodotte a sud dell'appennino. Arrivano anche delle belle scaglie di parmigiano reggiano "vacche rosse" prodotto in zona, con balsamico tradizionale di Modena a farne risaltare il sapore, gia' molto pieno. Si passa ai primi, che arrivano senza attese particolari visto che ci siamo dilungati sugli antipasti. Io parto con i cappellacci di zucca in salsa al balsamico: ottimi i cappellacci dall'agrodolce ben bilanciato, stupenda la crema al balsamico tradizionale, niente surrogati nel piatto. Siccome i cappellacci erano in buona quantita' e avevamo un po' calcato la mano con gli antipasti, invece di un secondo scelgo un altro primo, questa volta gli stessi cappellacci ma conditi con l'altra proposta del menu': il ragu'. Un po' perche' se non senti il ragu' di un ristorante emiliano e' come se non ci fossi stato, un po' perche' quei cappellacci di zucca sono davvero buoni, specie per chi ama i tortelli di zucca. E il ragu' ha retto il "duro" lavoro di condire egregiamente i paffuti fagotti, dalla pasta di spessore medio la quale, mi accorgo, e' spesso la piu' azzeccata. Gli altri prendono chi primo e secondo, chi piu' primi come me, chi solo il secondo, il tutto ben innaffiato, infatti con gli antipasti si beve prosecco Canevel e lambrusco Pjcol Ross de La Piccola, sui primi e secondi ancora il Pjcol Ross e alcune bottiglie alternative alla via del lambrusco: il sorprendente Valpolicella superiore di Zenato, un Sangiovese di Romagna senza arte ne parte (credo uno dei pochissimi errori, se non l'unico, nella concisa carta dei vini) e un Gewurztraminer di Elena Walch. Giro di vari dessert, principalmente crostate della casa, accompagnati da un Vigna del Volta de "La Stoppa". Seguono le grappe invecchiate e il caffe', il tutto sui 33 euro a testa (fortemente dovuti all'indulgere nel vino). In sintesi, un locale che consiglio senza dubbio, punta alla qualita' ma non si imposta troppo formalmente: l'ambiente sobrio permette di andarci per una cena romantica come per una cena con amici. Consigliato specialmente a pranzo per lo sconto sul lambrusco e sul coperto, ma occorre non avere fretta, a meno che non cambi qualcosa in cucina (leggasi: aggiunta di un aiutante). Vilco |