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Ristorante Ora D'Aria Via Ghibellina, 3/B/R 50122 Firenze (FI) Tel. 055.2001699 Data recensione : 10/2005 Il locale in oggetto ha aperto da pochissimo tempo, agli inizi del mese scorso. La proprieta' credo sia la medesima della enoteca Barni di Prato, che non conosco personalmente, ma che mi dicono lavorare bene. Anche dello chef ho sentito parlare molto bene: Marco Stabile il suo nome. Incuriosito quindi anche dal fatto che conoscenti non siano riusciti - diverse volte - a trovare posto causa full booking, faccio un tentativo per prenotare un tavolo per 4 persone nella serata di sabato. La telefonata e' inquietante: la voce cavernosa che risponde all'apparecchio, a nostra richiesta di un tavolo per la sera ci prega di attendere, solo dopo lunga attesa ci viene concessa la "grazia" di un tavolo. Il locale presenta un'ampia vetrata sulla via in cui si affaccia, da cui si intravedono i tavoli all'interno del locale. Appena oltrapassato l'ingresso veniamo accolti da un cameriere e accompagnati al nostro tavolo. L'ambiente e' moderno e piacevole, toni bianchi, illuminazione soffusa e corretta, pezzi moderni di arredamento, nel complesso elegante ed accogliente. La sala e' unica, ampia, i tavoli (molti rotondi) ben distanziati. Cominciamo bene, e i coperti non saranno oltre i 40 ( tutti occupati da li' a poco). Tutti i camerieri sono in divisa. Contenti per il nostro tavolo rotondo valutiamo positivamente tovagliati e calici riedel. Nell'attesa di due ns commensali il primo imbarazzo: ci viene proposto di ingannare l'attesa con dell'acqua. Acqua?!?! Non stonerebbe la proposta di bollicine, anche NON *offerte*. Nel frattempo arrivano i nostri commensali. E ci vengono porte le carte. Quelli delle signore non riportano i prezzi. Non vi e' traccia della lista dei vini. Vabbe'... intanto guardiamo la lista delle vivande. Le proposte sono 6 o sette per tipologia, e sono decisamente costose: 22 euro gli antipasti, 17 euro i primi, e 30 euro i secondi. Sono presenti due menu degustazione che individuano un percorso di terra a 60 euro ed uno di mare a 70. Molto convenienti rispetto ai prezzi della carta, peccato che siano vincolanti per l'intero tavolo. Scegliamo un paio di piatti a testa. Quasi completamente orientati al pesce. Purtroppo abbiamo serie difficolta' di comunicazione con il nostro cameriere, e risulta una mezza impresa raccogliere la comanda. Conclusa l'operazione e non avendo ancora avuto traccia della carta dei vini la chiedo nuovamente. A quanto pare sono divise tra bianchi e rossi. Sembra impossibile ottenerle entrambe. Riesco infine ad avere quella dei bianchi. Molte belle etichette, ed anche parecchi francesi. I ricarichi non sono bassi. Scelgo un riesling di humbrecht prezzato a 39 euro. Dopo un po' mi viene comunicato che risulta esaurito. Intanto in tavola arriva un saluto della cucina. Per il vino ripiego su un Gewurztraminer della stessa cantina a 41 euro. Lo vedo transitare dalla cantina all'abbattitore. Dopo un altro po' di tempo arriva finalemete in tavola, ma la temperatura e' appena accettabile. Il vino lo conosciamo e ci piace. Tolleriamo. Manca il secchiello per il vino nei pressi del tavolo, la bottiglia viene parcheggiata fuori dalla nostra portata, su di un mobile poco distante. Il saluto che ci e' arrivato in tavola consta si un'ottimo bocconcino di filetto di ricciola crudo, un buon caviale, un minuscolo crostino con del burro e una crema di peperoni. Tutto mignon e tutto buono, un po' isolata dal contesto la crema di peperoni. Qui, e per tutta la sera avremo difficolta' ad intelligere quanto ci viene spiegato dei piatti dal nostro cameriere. Ogni ingrediente viene inframmezzato da borbottii vari. Menzione d'obbligo per i pani. Ci viene comunicato che vengono prodotti dallo chef. Sono in effetti tutti deliziosi e fragranti. Ricordo un grissino al sesamo, un piccolo panino alle cipolle, una specie di pizzetta e altri. Appena finiti il cestino ne vengono portati altri. I piatti: - gamberi in tempura con polvere di curry. Presentati in un recipiente trasparente dai bordi alti i gamberi fritti sono molto buoni e la salsa al curry ben si accompagna. I gamberi sono disposti all'impiedi lungo i bordi della scodella, data la ristrettezza del piatto e' pressoche' obbligatorio mangiarli con le mani, inzuppandoli nel fondo al curry. Buon giudizio. - Antipasto composto da un tris di tre pezzettini: un buon tonno all'acido balsamico, un budinetto verde al "non so che" e un pezzo di gambero al "non so che". Chi lo ha mangiato lo ha definito dimenticabile. - Ravioli con un ripieno di pesce. Arriva un piatto enorme: una scodella con i bordi alti dove sul fondo sono adagiati n. 4 tortellini. Il giudizio non e' esaltante causa eccessivo spessore della pasta. - pasta al nero di seppia con condimento di pesce. Anche qui un piattoenorme ed una porzione risicatissima. Non ho assaggiato ma hanno deluso. - Mazzancolle con flan ai fiori di zucca. Constano di n. 4 mazzancolle di dimensioni non proprio ragguardevoli con tortino di fiori di zucca al centro del piatto. Buono il pesce ma davvero esigua la porzione, il piatto non lascia tracce particolari. I dolci, prezzati a 12 euro l'uno: - tortino di cioccolato e nocciole. Davvero esiguo, ma buono. - Crostatina alla ricotta, sorbetto e crema. Disposti nel piatto la crostatina il sorbetto e la crema a decorare. Buona. Per accompagnare un dolce una nostra commensale chiede un vino particolare, non lo hanno disponibile ma ne viene offerto un altro dopo gentile spiegazione di provenienza e lavorazione. Non lo troveremo in conto. Conto: 3 Antipasti 66 2 primi 34 3 Secondi 11 4 Dessert 48 2 Acqua 6 1 Cantina 41 tot 285,00 Non vengono, meno male, conteggiati servizio e coperto. Offerto il preantipasto iniziale e il calice di vino per accompagnare il dessert, peccato per l'acqua in conto a 3 euro, in linea con gli altri prezzi cmq. Certamente lo chef e' capace, ma alcuni piatti - anche se ben eseguiti - non ci hanno davvero convinto, altri sono banali, moto curate le presentazioni. Il servizio e' imbarazzante: scoordinato e poco solerte. L'apice viene toccato quando il cameriere chiede a noi se quello sullo scaffale e' *davvero* il nostro vino (sic). Chi era con me, con una buona dose di ottimismo, lo ha definito "gioioso e stravagante". Le porzioni davvero troppo piccole, l'altalenante qualita' dei piatti, e i prezzi assurdi mi terranno lontano da altre visite: peccato. Pingo |