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Osteria dal Minestraio
Via A. Costa, 7 Rastignano di Pianoro (BO)
Tel. 051.742017
Apre la sera, Chiuso il Lunedì.
Data recensione : 10/2005


..mi vien che ridere, così, a memoria, recitava uno dei refrain di un
Montesano d'annata quando gli veniva da commentare un episodio dai
risvolti in qualche modo comici o paradossali o divertenti...fate voi.

Allora, chi sia Muccapazza oramai è cosa comune nella gastro.web
community; chi sia veramente sono forse in pochi a saperlo oggettivamente.
Al di là dei paraventi che lui costruisce fatti di lustrini e paillettes
presentati nelle oramai sporadiche uscite su IDR o, invece, nel suo
affermato blog "Il Gastronomo Riluttante", dove, peraltro, lo stile cambia
radicalmente, Piero Pompili è un bravo e serio "Oste", forse non della
malora, parafrasando un celebre libro dei seventies di Luigi Volpicelli,
ma un professionista che vive a tuttocampo la sua esperienza e la sua
passione, alternandosi tra la sala del suo locale e quel firmamento della
comunicazione quale può essere il web, appunto, condimento sempre più
presente a speziare umori e passioni di chi , utente o fornente, va oltre
pignatte e stoviglie assortite.

Un po' ci eravamo documentati, invero, e quindi sapevamo che la proposta
era originale, in linea con il personaggio, peraltro: only primi, minestre
nella tradizione, sia esse liquide che solide, ergo per cui, della serie
elemntare watson, non potevamo che oltrepassare la soglie de "dal
Minestraio".
Ed è qui che ci veniva da ridere, perchè, trincerati da nome altrui (e
relativo telefono) sapevamo di venire direttamente squadrati (peraltro con
studiata nonchalance) già dalla soglia con parametri biometrici anti.som
come si usa in aereoporti & caveau. Conoscendo abbastanza bene i processi
logici del nostro sapevamo che, ad ogni commento, richiesta o altro,
scattava in Crazy-Cow una scannerizzazione del suo data base per cercare
di capire chi fosse quel signore del tavolo x (guidaiolo,forumista, uno
scrotoclasta qualunque...).
Noi sapevamo che lui non sapeva....e via via lungo la serata che si
arrovellava su questo.
Aniway, non volevamo tendere il tranello al buon Piero, ma solo goderci lo
spettacolo di qual'era la sua realtà quotidiana, in una trincea che poi lo
vede competente ed appassionato blogger e opinionista via mouse.

L'esordio è topico.
Neanche il tempo di sederci e allacciare le cinture che arriva una coppia
che, già dai tratti lombrosiani, non ha più nulla da dirsi, figurarsi a
tavola.
Mentre il marito alternerà lo sguardo per tutta la serata tra il soffitto
ed il pavimento, madame esordisce dicendo che lei mangia poco... e siamo
in un locale in cui la proposta minestrante si alterna in una decina di
piatti in sequenza logico-gustativo-muggente.
Forse l'avrà mandata alla malora (il marito cercava espressione
conseguente nell'oste...), ma il Piero è stato all'altezza della
situazione e con la nonchalance degna di un Chiambretti con una spruzzata
di Totò, ha completato il siparietto con un complice, "ma non importa, lei
può mangiare quello che vuole..."
L'esordio non è male. L'uomo ci sa fare e recita a soggetto.

Ok, Collina da il fischio d'inizio, palla al centro e pedalare.
La Carta si presenta con il "Menù Guidato Degustazione", i magnifici dieci
della casa cui già accennato, più qualche proposta per dare companatico al
resto.
Adocchiamo "Il Culatello", di tale Gino Fereoli, ma più che "Il" è "un"
culatello, e, poscia, nel confessionale, lo stesso patron ammetterà che è
ancora alla ricerca di quello giusto... ma l'uomo è tenace, la sua ricerca
verrà premiata, specialmente se passerà dalle parti di Romanengo...

Minestraio's Blues, 1° movimento: Crema di fagioli cannellini con chips di
pane ed olio al rosmarino, veramente buono, con un sentore "orientale"
lasciato dal profumo e dal retrogusto della componente olearia...voi
direte, ma il rosmarino è mediterraneo, e noi vi rispondiamo, ebbè, il
gusto è personale, il quel momento ci girava così.
La coppia riluttante, in un angolo, si alterna nel quadretto già
descritto, una mangia poco e parla gesticolando, l'altro mangia e guarda
un po' su e un po giù.
Per fortuna arriva un altra coppia. Lei un misto di parrucchiera
estetista, con un body trasparente sotto la giacca di Hell's Angels che
viene sfilata studiatamente dopo un po' (la giacca, non il body); lui
probabile pedàloista rivierasco con anelloni e ciondoloni dorati che
alterna il zoom pupillare tra il piatto e il profondo decollete della
signora. Noi, essendo arrière, ci beiamo di promettente fondoschiena
lampadato e palestrato. I due non sono certo dei Riluttanti, tantomeno a
tavola.

Intanto era arrivato un Tre Monti (le due parole sono staccate),
sottoforma di una piacevole Albana millesimata 2003, i cui sentori di pera
surmatura si erano benissimo abbinati al rosmarino dai sentori orientali.

Si prosegue con dei Sedanini all'uovo in mousse di mortadella al profumo
di noce moscata, un piatto piacevole, ma sovrastato poi da un ottimo
Riso(tto) Carnaroli mantecato allo zafferano, emulsione di liquirizia e
trucioli di ricotta affumicata; uno dei piatti migliori della serata, se
non "Il" piatto, anche se vi era, forse, una leggera prevalenza della
ricotta, mentre il gusto lungo della liquirizia ci accompagnava
piacevolmente nei saliscendi del Tre Monti anzidetto così come l'occhio
del nostro dirimpettaio agilmente roteava sulle curve a malapena coperte
della parruccchiera estetista-non-riluttante-magari-metti-pure-ninfomane.

Nell'altro tavolo la scenetta era la medesima: lei parla, lui non la
guarda.

E vai con dei Cappelletti farciti di patate su passata di melanzana e
prosciutto croccante, ottima la salsa di base, arricchita con qualche
piccola presenza suina che comunque certificano non essere salsiccia.
Dobbiamo chiedere il cucchiaio apposta per fare scarpetta gentile e non
alla Di Pietro, per intenderci.
La Lasagnetta gratinata ai funghi porcini è nella norma, così come il
Tagliolino con seppia, fagiolini e peperone ed una breve comparsata di
pesto.

Buone anche le Orecchiette con broccoli, olive nere, pancetta e pecorino,
la pancetta saltata mo' di julienne; un piatto ben contrastato, dai gusti
muscolari, anche se ci siamo divertiti di più con i Passatelli asciutti in
ragù bianco, pinoli, uvetta in salsa di parmigiano ... ottimi, tanto che
anche qui abbiamo chiesto cucchiaio scarpetta per ripulire ad hoc fondina
gourmand.
Nel frattempo il Tre Monti s'è ammosciato a fondo boccia per lasciare il
posto ad un Tizzano, che invero non c'ha ...attizzato assai, al secolo un
Cabernet sauvignon riserva fatto in loco dal nobile blasone meneghino di
Visconti Sforza di Modrone... in questo caso ha vinto l'Albana Tre
Montiana.

La serata volge al desio, le due coppie, riluttante e non, proseguono la
serata come si poteva immaginare vedendoli all'opera gourmet, ognuno per i
sentieri del proprio destino e a noi invece ci arrivano dei Tortelloni
farciti di ricotta e spinaci, caramello al vino rosso e semi di sesamo,
questi ultimi con un tocco un po' trendy,ma che, comunque, non stonava nel
contesto. Nei titoli di coda, arivati al 10° livello minestraio, troviamo
degli Gnocchi di farina di semola gratinati alla provola affumicata
adagiati su purea di broccoletti...non male, ma tra Riso, Cappelletti e
Passatelli ci eravamo attizzati di più.

A seguire sweet end con 3 creme bruleè (Mou,Nocciola,Caffè), Semifreddo di
yogurth ai frutti di bosco, Semifreddo al cioccolato e, il migliore, un
Semifreddo al marzapane con cialda di mandorle. Anghelu Ruju a far comarò.

Come vedete, sarà che qui siamo sulla Strada della Futa, e la Mille Miglia
ha visto passare i Fangio e i Marzotto, ma dalle parti del Minestraio non
ci si risparmia e, tra primi, dessert e quant'altro vi fate pure voi la
vostra mille miglia ghiottona.
Alcuni piatti sono di eccellenza, altri normali. In tutti, comunque,
traspare la passione del Piero-Mucca (certamente non pazza).
La Cantina è gestita con oculata attenzione per il terroir, senza
trascurare etichette nazionali di impegno e spessore.
Mucca, dal vivo e soprattutto all'opera, certifica quanto sostiene nei
suoi post, persona capace, competente, appassionata, coerente quindi con
il suo modo di mediare passione e conoscneza come appare dai suoi scritti.

Il locale ha una clientela mediamente under 30, e quindi possiamo
sostenere che Mucca, nel suo impegno quotidiano, sente la mission di far
crescere e maturare giovani palati Riluttanti free, proponendo piatti e
materie prime non banali.
Per il palato di lungo corso la sua tavola è curiosa, ma diciamo che ci si
può venire sopratutto per vedersi materializzare dal vivo questo
personaggio che si può magari conscere o immaginare vai etere, e la
chiacchierata finale, a identità dello scrivente svelata è stata piacevole
e conseguente, dopo essersi goduti il siparietto della serata, come
descritto all'inzio e con il paicere di presentarsi alla fine con un
"compimenti, Mucca..." non siamo su scherzi a parte, ma è il Sararlo che
ti saluta e si complimenta.
Un raglio complice.


Giancarlo Saran